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Consiglieri del Pd su situazione aeroporto Fenosu di Oristano: in aeroporto atterrano le critiche al posto degli aerei

Dura e critica presa di posizione del gruppo di consiglieri provinciali del PD: Mario Tendas, Roberto Scema, Giangavino Buttu, Francesco Federico e Battista Ghisu. Mettono tutto nero su bianco in un comunicato diramato il 3 giugno scorso: “Che figuraccia, in 12 mesi hanno aperto l'aeroporto di Fenosu  e poi lo hanno chiuso sommersi dai debiti per quasi 6 milioni di euro – affermano - A mettere la pietra tombale su questa vicenda documenti scottanti, stilati dal Collegio Sindacale della So.Ge.A.Or Spa,  che nella relazione allegata al bilancio d'esercizio che si è chiuso il 31 Dicembre 2010 e nella relazione trimestrale al 31 marzo 2011, hanno certificato  una disastrosa gestione dello scalo, costato solo ed esclusivamente quattrini pubblici.

A mettere fine all'illusione di tutta la popolazione oristanese – continuano - ci ha pensato la Provincia (socio di maggioranza al 75% che per anni ha foraggiato lo scalo con ricapitalizzazioni costate milioni di euro), che nel Consiglio Provinciale del 23 Maggio 2011, ha dovuto prendere atto del fallimento, nominando due professionisti per mettere la So.Ge.A.Or  Spa in liquidazione: ultima fase prima della “probabile” dichiarazione di fallimento. Unica esperienza negativa in  Sardegna, dove nessuna società è mai arrivata a una procedura di liquidazione e alla chiusura degli scali, che invece, pur nelle difficoltà, hanno addirittura aumentato il traffico passeggeri. La sorte di Fenosu l'ha scritta il centro destra, che amministra la Provincia da oltre 10 anni e di questo se ne deve assumere le responsabilità insieme a Comune e Regione,  entrambi amministrati dal centro destra. Come Gruppo PD in Consiglio Provinciale, avevamo denunciato in tutte le sedi la difficoltà in cui versava lo scalo, il fallimentare disegno strategico di un piano che di industriale non aveva niente, incompleto, inadatto, e persino duramente contestato dal Presidente della Regione Cappellacci – evidenziano i cinque firmatari del comunicato - e avevamo detto che stando cosi le cose, la vita dell'aeroporto avrebbe avuto breve durata e avevamo contestato duramente il contratto con la Denim Air e la politica delle rotte senza un'adeguata politica di Marketing e chiesto l'azzeramento del Consiglio di Amministrazione, la nomina nel Cda di persone competenti in campo aeroportuale e la nomina di un direttore generale, ma tutto questo non è avvenuto e il risultato è che l'aeroporto è chiuso.”

Gli estensori della protesta, aumentano la dose, affermando che “il Collegio Sindacale, nei giorni scorsi, aveva espresso un parere pesantissimo, rilevando “ulteriori omissioni e/o fatti censurabili, irregolarità non ancora definiti” ed evidenziando che “non sono state rispettate interamente le norme imposte dalla LR n° 5/2007 per le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, in attuazione della Direttiva Comunitaria n. 2004/18/CEE del 31/03/2004 del D.lgs 163/2006, aggiornato dal D.lgs 152/2008”. Inoltre, secondo i revisori, non sono state rispettate interamente le norme del D.L. 112/2008 in materia di reclutamento del personale, e ancora, in merito al contratto onerosissimo con la Denim Air, hanno rilevato che “l'attività svolta dalla società, in conseguenza del contratto di cui sopra, non è inerente l'oggetto sociale”, aggiungendo che  sussiste la possibilità che “le somme erogate a fronte di tale contratto siano considerate aiuti di Stato”, ed è stata messa in risalto anche la posizione di “incompatibilità dell'attività svolta dal consulente aeronautico nel 2010, sia come consulente strategico, coordinatore delle attività aeroportuali e dei rapporti con la compagnia aerea e sia come rappresentante della compagnia aerea Denim Air nelle trattative con la So.ge.a.or Spa”.

Macigni pesantissimi  - continua la nota - a cui se ne aggiungono altri altrettanto pesanti come la mancanza del Direttore Generale e del Direttore Operativo, che l'assetto organizzativo amministrativo contabile della società non è adeguato in rapporto alle dimensioni della società e che la “società non è dotata di un sistema di controllo interno sui processi contabili, che avrebbe comportato l'osservanza delle procedure, necessarie per monitorare l'eventuale commissioni di errori”. Il collegio sindacale aveva poi espresso parere negativo su “un'anticipazione ottenuta da un Istituto di credito di 1 milione di euro”  perché “questa operazione ha aumentato le esposizioni bancarie della società e le garanzie prodotte non erano utilizzabili per l'ottenimento dell'anticipazione”. I revisori hanno certificato per il 2010 una perdita d'esercizio di 5.913.646, un risultato che ha annullato l'intero capitale sociale e determinato un deficit patrimoniale di 2.130.493, soldi che prima o poi dovranno sborsare i soci, se vorranno evitare il fallimento. Già dallo scorso anno il gruppo provinciale del PD, aveva chiesto il piano industriale e il contratto con la DENIM Air, ma ci è stato negato. Ora la nomina di due liquidatori, da noi duramente contestata in Consiglio Provinciale, durante la quale abbiamo denunciato lo spreco di denaro pubblico che queste nomine comportano. Per il PD bastava un solo liquidatore, ma è mai possibile, per fare un esempio, che la Parmalat sia stata assegnata a un bravo liquidatore e Fenosu a due?  Che le cose non andavano bene lo dicono i revisori, ma anche la Regione si è defilata non partecipando, secondo le cronache, all'approvazione del Bilancio e questo la dice lunga sulla gravità in cui versa la società e sulla possibilità di un salvataggio in extremis.

Il Presidente Cappellacci aveva addirittura sostenuto che “del problema di Fenosu se ne sarebbe occupato l'Ufficio Legale”. Ci lasciano molto perplessi le dichiarazioni di qualche ex amministratore della SO.GE.A.OR, quando asserisce che solo l'assessore Oscar Cherchi si è impegnato per Fenosu, infatti, abbiamo visto come sono andate a finire le cose: con scalo chiuso, passeggeri a terra e dipendenti a spasso. Negare che il contratto con Denim Air sia stato un errore, per qualche esponente che ha amministrato al Società, si può interpretare solo come la difesa del proprio operato, ma dire che la Denim Air “scelse di portare a Fenosu i suoi aerei rischiando”, questo è troppo! La gente dovrebbe sapere che solo per il mese di gennaio 2011 il canone di noleggio dell'aeromobile è stato di 207.200 euro alla faccia del rischio.” In chiusura del comunicato, le conclusioni “come Partito Democratico, le nostre proposte per salvare Fenosu, le abbiamo dette in Consiglio Provinciale e in Consiglio Comunale, nelle conferenze del partito e in un interessante convegno, dove abbiamo ribadito che l'aeroporto di Fenosu, per avere un futuro, deve sviluppare un piano industriale serio, che tenga conto, oltre che delle tratte passeggeri con compagnie aeree interessate allo scalo, anche di una politica di gestione tesa a far diventare Fenosu un polo di riferimento per l'aviazione generale; sviluppare un'alternativa di scalo conveniente per il traffico merci-postale; sviluppare, nel sedime aeroportuale, un'area dedicata al settore manutentivo, e a proporsi come centro formativo per alcune professionalità nel mondo aeronautico, oltre che come scalo anche per la Protezione Civile”. Red