Il Partito democratico ha chiesto in Aula alla Camera che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il suo governo si presentino dimissionari alla verifica che potrebbe essere in calendario già la prossima settimana.
"Qualche giorno fa il Presidente Napolitano ha scritto ai presidenti delle Camere facendo presente la necessità di un passaggio parlamentare - ha ricordato Dario Franceschini - e quella è la certificazione che la maggioranza che oggi governa il Paese è diversa da quella che ha vinto le elezioni del 2008, al punto da richiedere un nuovo passaggio parlamentare". Ora, ha aggiunto, "la nuova maggioranza è stata sconfitta dal voto degli elettori, è minoranza in tutto il Paese".
La verifica parlamentare sulla maggioranza, richiesta da Napolitano, è "urgentissima" e "a quella verifica il governo Berlusconi si presenti dimissionario. Berlusconi si dimetta", ha aggiunto.
"Ho fatto una riunione, volevo fissare la data del mio funerale, ma nei prossimi giorni ho troppi impegni, quindi rimanderemo", ha ironizzato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ai microfoni di Sky Tg 24, a Bucarest.
La prima pagina del quotidiano leghista La Padania sintetizza lo shock del dopo amministrative nel centrodestra e anticipa il percorso accidentato sul quale il Governo Berlusconi sembra condannato a muoversi nelle prossime settimane: "Dal popolo un messaggio forte e chiaro. Brucia la sconfitta a Milano e Novara", scrive il giornale che riporta anche le parole di Roberto Maroni: "Serve un colpo d'ala anzi di frusta per rilanciare l'azione di governo".
Elezioni "prima possibile, subito", con l'alleanza "che ha vinto le amministrative e che è nata dalle primarie", dice a La Repubblica, Stampa e Messaggero, il leader di Sel Nichi Vendola, che definisce il risultato dei ballottaggi "una grande prova di disubbidienza civile, morale, di popolo. Un terremoto che chiude definitivamente il ciclo del berlusconismo".
"Non penso che Berlusconi riuscirà a resistere a lungo, ormai anche lui è finito nel peggiore dei buchi neri: un populista senza popolo", dice Vendola. "Da parte nostra dobbiamo immediatamente dare continuità a questo sommovimento, non disperdendo neanche un grammo dell'energia che si è prodotta. Il cambiamento va colto subito, aprendo il Cantiere dell'alternativa senza lasciarsi affascinare da giochi di palazzo". Sulle alleanze, "non mi va di subire veti e non ho intenzione di metterne. Per questo dico: non alziamo steccati ideologici e mettiamoci a discutere insieme su come liberarci definitivamente di Berlusconi", afferma il governatore della
Puglia. "Ciò detto - aggiunge - il successo non è certo maturato su un'onda moderata", con un risultato del Terzo Polo "piuttosto modesto".
Vendola respinge l'idea, rilanciata da Bersani, di un governo di transizione per rifare la legge elettorale. "Non credo che lo faranno e comunque penso che sarebbe un errore gravissimo cercare interlocutori nel centrodestra. Non è il momento di cercare sponde con la Lega o con Tremonti".
Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani saluta con entusiasmo le vittorie del centrosinistra alle amministrative e, in un'intervista a Repubblica, dice chiaramente che "la gente nei bar mi capisce quando dico che il maiale non è solo fatto di prosciutti" e per questo, lo scorso week end, ha votato in massa per il centrosinistra e per il Pd. Logico quindi che da ieri il segretario chieda "le dimissioni del premier" e un nuovo corso per il Paese, fatto, se possibile, di una riforma elettorale e poi di nuove politiche.
A sottolineare la chiave di lettura della vittoria, ieri Bersani è voluto salire sul palco di piazza del Pantheon con Romano Prodi, l'uomo dell'Ulivo che ha sempre vinto. Per adesso, l'obiettivo di Bersani è duplice: intensificare l'oppposizione al governo, fino a ottenere almeno un cambio di premiership, e preparare le prossime campagne elettorali, in vista del redde rationem dell'appuntamento con le politiche, prima del 2012. In attesa che il centrodestra rifletta sul da farsi, il leader del Pd rivendica, nelle numerose interviste sui giornali di oggi, i risultati ottenuti dal partito. "Il Pd, mettendosi a servizio di questa riscossa civica, ha ottenuto risultati straordinari che non possono essere sminuiti sia se guardiamo alle liste sia alle candidature". "Voglio ricordare che nelle 29 città capoluogo vinte, 24 sono nostri candidati".
Insomma, il segretario non ci sta a cedere la vittoria a Sel e Idv, che pure hanno imposto i propri candidati nelle due città simbolo di questo voto, Milano e Napoli. E, anzi, agli alleati assicura che "il Pd è pronto a mettersi al servizio della costruzione di un nuovo centrosinistra che faccia una proposta al paese", che rappresenti "l'alternativa" ma che "terrà le porte aperte" a quelle forze politiche che "vogliono guardare oltre il berlusconismo". Alleanza con il Terzo Polo, anche alla luce del ritrovato rapporto con Casini, il segretario dice: "Non c'è bisogno di entrare nel merito delle alchimie politiche, questo voto dimostra che si è mossa un'esigenza civica, l'esigenza di ricostruzione democratica e sociale".