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Il segretario generale della Cei Monsignor Crociata: la moschea è un diritto, ma nel rispetto delle leggi

La Chiesa difende "il diritto alla libertà religiosa anche nella disponibilità dei luoghi di culto per esercitare questo diritto fondamentale. La moschea, oltre ad essere un luogo di preghiera, è anche un centro culturale, d'incontro e di aggregazione", quindi nella sua realizzazione "bisogna tenere conto delle esigenze della vita sociale della nostra comunità secondo quanto stabilito dalla Costituzione".

E' questa la presa di posizione del Segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, espressa oggi in una conferenza stampa a margine dell'assemblea generale della Cei, in merito alla possibilità di una grande moschea a Milano.

La costruzione di una moschea risponde al "diritto fondamentale della liberta' religiosa e di poter disporre di luoghi di culto", ma non essendo la moschea solo luogo di culto, ma anche di "aggregazione sociale", deve rispondere anche "alle esigenze di vita sociale e comunitaria secondo la nostra comunita' civile, la nostra Costituzione e le leggi che in Italia regolano la convivenza". Lo ha detto il segretario generale della Cei, Mons. Mariano Crociata, rispondendo a una domanda sul dibattito sulla costruzione di una moschea a Milano. Mons. Crociata illustrava ai giornalisti i lavori della 63.ma Assemblea generale della Cei, in corso in Vaticano

"Non credo che ci sia affatto il pericolo di una islamizzazione. Noi a Mazara del Vallo saremmo dovuti essere islamizzati già da qualche decennio e non è accaduto e non penso che potra' accadere". Lo ha detto il Mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e presidente del Consiglio Cei per gli Affari giuridici.

"E poi non dimentichiamo - ha aggiunto - che le campagne elettorali in Italia sono fatte unicamente per catturare voti, non per dire cose che poi seriamente si pensano o, menomale in questo caso, che seriamente si abbia intenzione di attuare. Distinguiamo i messaggi propagandistici dalle vere scelte, dai veri orientamenti politici".

"Il problema vero - ha spiegato - è che bisogna percepire che in questo anelito di liberta"' proveniente dal Nordafrica "l'Europa sempre attenta ai valori umani non può starsene passiva o in secondo piano perché c'è di mezzo la causa della democrazia e della libertà, se noi oggi ci distraiamo da questi fenomeni e consideriamo tutto questo il preludio di un islamizzazione dell'Europa o di una guerra santa non abbiamo capito nulla di quello che sta succedendo".