Due operai della Fincantieri di Genova Sestri Ponente sono rimasti feriti da manganellate durante gli scontri tra polizia e lavoratori scoppiati davanti alla
prefettura a Genova. Uno dei due sanguina dalla testa. Alcuni lavoratori hanno intanto portato e rovesciato dei cassonetti della spazzatura davanti al palazzo del governo, lanciando l'immondizia contro gli agenti di polizia in tenuta antisommossa. Lancio di bottiglie contro i muri del palazzo.
Dopo avere attraversato in corteo il centro di Sestri Levante, dove i commercianti hanno abbassato le serrande in segno di solidarietà, i manifestanti che
protestano contro il piano industriale dell'azienda si stanno ora dirigendo verso il casello dell'A12 Genova-Livorno presidiato dalle forze dell'ordine
Sono circa una decina gli operai di Fincantieri e dell'indotto che mantengono un presidio all'interno della sede del Comune di Castellammare di Stabia, nel napoletano. Da ieri, dopo l'incontro tra sindacati e azienda e l'annuncio della chiusura di due cantieri, Castellammare appunto e Sestri Ponente, e il ridimensionamento di quello siciliano, i lavoratori attuano forme di protesta contro le decisioni di Fincantieri.
Un centinaio di lavoratori ha trascorso la notte nel Municipio della città, occupato
dalla tarda serata di ieri. Oltre a proseguire nell'occupazione del Municipio, gli operai intendono attuare un blocco stradale lungo la statale sorrentina che rischia di far rimanere isolati i comuni della fascia costiera. I manifestanti ieri sera hanno provocato danni alle strutture del Municipio, fracassando vetri, rompendo mobili ed anche i banchi della sala del consiglio comunale.
La rabbia e la tensione che nelle prime ore della nottata erano altissime si sono andate stemperando con il trascorrere delle ore anche per l'intervento del sindaco Luigi Bobbio, del vicesindaco Giuseppe Cannavale, del comandante dei vigili
urbani, dei capigruppo dei partiti e di alcuni consiglieri comunali che sono rimasti a lungo asserragliati negli uffici.
L'altro fronte della protesta Fincantieri è al Nord. Tensione oggi davanti alla prefettura di Genova, tra i lavoratori Fincantieri che protestano contro il piano industriale dell'azienda e le forze dell'ordine. Dal corteo è partito un fitto lancio di pietre, bottiglie di plastica e fumogeni contro il palazzo del governo, presieduto
dalle forze dell'ordine in assetto antisommossa che hanno impedito ai manifestanti di sfondare il portone della prefettura.
I manifestanti scandiscono slogan e insulti contro Giuseppe Bono, amministratore delegato dell'azienda, e hanno esposto uno striscione contro Bono e il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani.
Il taglio di 2.500 posti di lavoro previsto nel piano Fincantieri, dice Raffaele Boananni, "è una cosa incresciosa: noi faremo la nostra parte: se c'è da fare accordi più stringenti per la produttività" saranno valutati, "ma l'azienda non può dare forfait". Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni ribadisce che "ogni posto di lavoro è fondamentale per una città in difficoltà, che da 400 anni costruisce navi: perdere quelle professionalità sarebbe un vero delitto. Ora si tratta di mettere insieme le strutture pubbliche per sostenere quelle produzioni, attrarre più investimenti e anche la Regione può fare qualcosa per le commesse".
"L'Ugl ha indetto un pacchetto di sciopero di otto ore che potrà articolarsi, in base alle diverse esigenze territoriali, da oggi fino al 6 giugno, data del prossimo incontro con i vertici di Fincantieri", dice il vicesegretario nazionale dell'Ugl metalmeccanici con delega alla cantieristica, Laura De Rosa. "Da oggi - aggiunge - inizia un periodo di
mobilitazioni che non avrà fine finché non riceveremo segnali rassicuranti da parte dell'azienda".
"Ciò che sta accadendo in queste ore alla Fincantieri - dice Antonio Di Pietro - è solo la punta dell'iceberg di uno scenario tragico in cui abbiamo 600 mila lavoratori in cassa integrazione straordinaria o in deroga, che rischiano, nel 2011, il licenziamento".