Press "Enter" to skip to content

Fiducia alla Camera sul decreto Omnibus

Il governo ha posto alla Camera la questione di fiducia sul decreto Omnibus. La richiesta, "considerati i tempi ristretti", è stata avanzata dal ministro Elio Vito alla ripresa dell'esame del testo, dopo che la settimana scorsa si era tenuta la discussione generale. 

Il testo su cui si chiede la fiducia, ha spiegato Vito, è lo stesso uscito dal Senato, con la moratoria sul nucleare, il reintegro del Fus, l'aumento delle accise sui carburanti. Su richiesta di Roberto Giachetti, del Pd, il ministro ha poi chiarito che la fiducia è stata autorizzata dal consiglio dei Ministri il 19 maggio.

Le opposizioni hanno criticato la decisione del governo. Renato Cambursano e Federico Palomba di Idv hanno detto che il decreto vuole "eludere" il referendum sul nucleare per far fallire anche quello sul legittimo impedimento. Critiche anche da Pier Paolo Baretta (Pd) e Gianluca Galletti (Udc), che ha ricordato che quella di oggi è la quarantesima fiducia in tre anni. Carmelo Briguglio ha parlato, in questo senso, di un "preoccupante segnale di degrado istituzionale".

La decisione del governo di porre la fiducia è stata difesa da Simone Baldelli (Pdl) mentre Peppino Calderisi ha affermato che il testo del decreto non vuole eludere il referendum sul nucleare, perché esso "abroga in modo espresso tutte le norme della legge" sul nucleare stesso. La conferenza dei Capigruppo, convocata immediatamente dal presidente Gianfranco Fini, deciderà il calendario dei lavori per il voto di fiducia.

 Stella Bianchi, responsabile Ambiente del Partito Democratico, in una nota afferma che "con la decisione di mettere la fiducia sul decreto Omnibus, il governo le prova tutte per sfuggire al voto degli italiani nel referendum indetto per il 12 e 13 giugno. Nelle norme che l'esecutivo vuole imporre non c'è nessun abbandono del piano nucleare ma solo un rinvio per evitare il giudizio dei cittadini che, come già dimostrato dal voto in Sardegna, è nettamente contrario al ritorno delle centrali nucleare in Italia. Siamo di fronte all'ennesimo tentativo di scippo del voto ai cittadini che non avrà successo dal momento che si tratta solo di un espediente che non cambia la sostanza delle cose".