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Ministeri al nord? Polemica nel Pdl.

Dopo il pienone sulle televisioni nazionali oggi Silvio Berlusconi si rivolge direttamente agli elettori di Milano e in un'intervista a Telelombardia, il premier conferma l'intenzione, discussa anche con Umberto Bossi, di "decentrare" al Nord "alcune funzioni di governo".

Un annuncio che serve ad evidenziare l'asse con il Senatur ("la Lega e' un alleato solido", ribadisce ai microfoni dell'emittente lombarda) ma forse piu' sfumata rispetto all'annuncio del Senatur ("Porteremo a Milano due ministeri").

L'idea del "decentramento" ha come primo effetto quello di dividere il Popolo della Libertà. Sul piede di guerra c'è innanzitutto lo stato maggiore romano, a partire dal sindaco Gianni Alemanno che definisce "balle" l'ipotesi di uno spostamento di alcuni dicasteri dalla Capitale. La guerra di nervi interna al partito arriva in una giornata segnata prima dalle critiche dell'agenzia di rating Standar&Poor's all'operato del governo ("Le attuali prospettive di crescita sono deboli - si legge nella nota - e l'impegno politico per riforme che aumentino la produttività sembra incerto") e poi dall'ennesimo scontro tra Giuliano Pisapia e Letizia Moratti.

Dopo la smentita del governatore della Lombardia Roberto Formigoni di far parte del ticket con Roberto Maroni pronto a sostituire il premier, ad alzare il livello della tensione e' l'aggressione (ad opera di alcuni sostenitori dell'esponente dell'opposizione secondo i resoconti del Pdl) alla madre di Alan Rizzi, assessore della giunta uscente. La signora è stata ricoverata in ospedale e non e' escluso che domani Berlusconi vada a farle visita.

Nella maggioranza la tensione in vista dei ballottaggi e' palese ed è il segno, confidano alcuni dirigenti del Pdl, che la preoccupazione per l'esito del voto di Milano è tanta. Ed è proprio per evitare la debacle nel capoluogo lombardo e le conseguenze sulla tenuta dell'esecutivo che Berlusconi studia le contromosse. Non è chiaro se l'annuncio dello spostamento di alcuni dicasteri sia la "sorpresa" a cui il Cavaliere starebbe lavorando con il Senatur. Le ipotesi allo studio sono diverse. c'è chi parla ad esempio di una sanatoria delle multe che il candidato sindaco potrebbe annunciare alla chiusura della campagna elettorale insieme all'abolizione dell'eco-pass. Così come allo studio ci sarebbero una serie di provvedimenti a livello fiscale. Il Cavaliere ne avrebbe già discusso nella riunione con Umberto Bossi di due giorni fa a palazzo Chigi. Incontro a cui erano presenti anche il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e Roberto Calderoli. La priorità resta sempre quella della tenuta dei conti anche se il Cavaliere ed il Senatur si sarebbero detti d'accordo nell'imprimere un'accelerata al decreto sviluppo: rendere operativo il dl insieme alla semplificazione fiscale per le piccole e medie imprese e il sostegno all'occupazione con la detassazione delle assunzioni.

Misure che a detta di molti esponenti di primo piano della stessa maggioranza hanno sicuramente più appeal dell'annuncio dello spostamento dei ministeri che, a detta di un dirigente di primo piano del partito, potrebbe essere addirittura un booomerang. Occorrerebbe piuttosto, è la sua tesi, concentrare la campagna elettorale sulle esigenze dei cittadini.

Che il voto di Milano segni una sorta di spartiacque lo dimostra l'idea di una mobilitazione dei big del Pdl lombardo pronti, in caso di vittoria, a ricoprire incarichi nella giunta comunale. Tra i nomi che circolano ci sono quelli di Maurizio Lupi, Ignazio La Russa e Maria Stella Gelmini. L'argomento sarà approfondito lunedì quando Berlusconi riunirà ad Arcore lo stato maggiore del partito.

A pesare è poi l'atteggiamento della Lega Nord. Ufficialmente l'asse tra il Cavaliere e il leader del Carroccio è saldo: "Mi impegnerò contro Pisapia", promette il Senatur a cui fa eco Berlusconi sottolineando come "La Lega sia un alleato solido e leale e che ha la consapevolezza della non esistenza, al di fuori dell'alleanza con noi, di possibilità per dare all'Italia un governo stabile che eènecessario". Una presa di posizione che mette in chiaro come, oltre al Carroccio, anche il premier sia con la mente già a dopo i ballottaggi.