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Consiglieri regionali Bruno e Espa (Pd) – MarioSalute Mentale: La Regione Sardegna copia le linee guida del Veneto e l’Assessore Liori non se ne accorge.

In una nota i consiglieri regionali del Partito Democratico hanno dichiarato: “L’Assessore Liori copia e confermiamo che copia: dovrebbe prendere fiato prima di offrire repliche superficiali e generiche alla nostra interrogazione urgente (vedi il testo integrale su http://www.consregsardegna.it/XIVLegislatura/Interrogazioni/Irg0573.asp) che riguarda un delicatissimo tema come il Trattamento Sanitario Obbligatorio. Rimane come è suo solito maldestramente a disquisire sul ruolo dei consiglieri regionali di opposizione (invece di dare le risposte richieste, nelle forme istituzionali a lui dovute) e tenta una difesa d’ufficio totalmente smentita dai fatti (vedi tabella sotto con i testi paragonati Sardegna – Veneto). Oramai siamo abituati ai proclami inconsistenti di Liori: la riforma sanitaria sarà

completata entro marzo, e siamo ancora qui ad aspettare con la sua maggioranza sempre spaccata e che lo attacca periodicamente, le legge 162 non ha subito alcun taglio , e mezza Sardegna è in rivolta per i danni subiti ad ogni progetto. Oggi smentisce ciò che è letteralmente evidente. Ci faccia la cortesia di leggere il testo dell’interrogazione e approfondire le tematiche rappresentate, così da rispondere nel merito ai punti sollevati.

Le sue raccomandazioni sul TSO Trattamento Sanitario Obbligatorio (del 2011), a differenza di quelle della Conferenza Stato Regioni (del 2009) alla quale dice di ispirarsi, sono “decontestualizzate”. Esse non si muovono assolutamente nel solco dell’azione promossa dalla Dirindin da lui curiosamente per una volta richiamata in positivo: non si riallacciano né fanno riferimento alcuno alla necessità di promuovere la presa in carico precoce delle persone da parte dei servizi, alla necessità dello sviluppo e dell’organizzazione dei servizi, alla necessità di abbattere i fattori di rischio per l’aggravamento dei disturbi mentali e per l’inevitabile ricorso al trattamento sanitario obbligatorio. Esse ricalcano invece, ma con due anni di ritardo, le indicazioni della Regione Veneto, che a differenza di altre regioni (tra le quali la Toscana alla quale l’Assessore Liori fa riferimento), non si è limitata a recepire le indicazioni della Conferenza, ma ha prodotto (nel 2009) le proprie.

Ma il Veneto, a differenza della Sardegna, spiega almeno come è arrivato a produrle.

Nel frattempo la stessa conferenza delle regioni ha prodotto un documento sulla riduzione e prevenzione della contenzione (29 luglio 2010), documento del quale nella DGR della Regione Sardegna non si rileva traccia.

Sulla base di queste premesse sono state formulate le domande contenute nella interrogazione: quali sono le strategie, i programmi, le azioni e i provvedimenti adottati o che si intende adottare per promuovere la qualità degli interventi per la salute mentale; in che modo si intende agire per promuovere l’abbattimento del ricorso al TSO ed alle altre forme

di coercizione; quali realtà operative, sociali e sanitarie sono state coinvolte nella redazione delle linee guida sarde (ricordiamo a questo riguardo che le direttive sul TSO emanate dalla precedente

Giunta Regionale su proposta dell’Assessore Dirindin, come correttamente riportato nella relativa delibera (DGR n. 51/41 del 20.12.2007), erano state commisurate alle necessità rilevate in Sardegna e pertanto elaborate con il contributo di rappresentanti degli operatori del 118, dei servizi di salute mentale e delle dipendenze, degli Enti locali, delle associazioni dei familiari);

- quali valutazioni sullo stato della salute mentale in Sardegna, sulla operatività dei servizi hanno suggerito che le indicazioni elaborate dalla Regione Veneto potessero essere recepite, perfino

nella forma espressiva e nella sintassi, dalla Regione Sardegna (si veda a questo riguardo, il confronto degli stralci riportati, a titolo di esempio, nel riquadro 1).

Ci attendiamo a questo riguardo le sue risposte alle nostre semplici domande. Ci spieghi anche eventualmente: cosa non ha recepito dal Veneto, oltre alla ovvia diversa denominazione dei servizi; cosa avrebbe recepito dalle altre regioni che non fosse già presente nel documento della Conferenza Stato - Regioni; perché, nonostante la Conferenza Stato – Regioni disponga che “In fase applicativa le Regioni, e le Province autonome di Trento e di Bolzano, garantiranno, sul proprio territorio, una diffusa conoscenza di

queste raccomandazioni e ne promuoveranno l’applicazione”, raccomandazioni fondamentali del documento della Conferenza Stato - Regioni non siano presenti nella delibera della Regione Sardegna (si veda, a questo riguardo lo stralcio del Documento Stato – Regioni riportato nel riquadro 2), Ma soprattutto, ci vuole spiegare l’Assessore dove va la Regione Sardegna in tema di interventi per la salute mentale? L’inerzia operativa in questo settore è allarmante. Liori ritiene a quanto pare di dover fare a meno dei saperi sociali dei diretti interessati, delle loro famiglie e delle loro organizzazioni, la salute mentale ritorna qualcosa per soli “esperti”: un passo indietro funesto per le politiche di inclusione della Sardegna”.Red-com