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Mario Diana (Pdl), La Giunta revochi con la massima urgenza il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali

Revocare la delibera del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino con cui è stato adottato in via preliminare il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali: lo chiede, in un’interrogazione urgente al Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, il capogruppo del Popolo della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana.

La predisposizione del Progetto di Piano Stralcio del Piano di Bacino, nel quale vengono individuate le tracce dello sviluppo dei corsi d’acqua sul territorio al fine di identificare la massima estensione delle aree inondabili in caso di piena e le conseguenti misure di salvaguardia, è stata aggiudicata dall’Assessorato regionale ai Lavori Pubblici ad un raggruppamento temporaneo di imprese il 30 dicembre 2005, con contratto perfezionato il 13 aprile 2006. Il Progetto è stato consegnato il 26 aprile 2010 e adottato dal Comitato Istituzionale il 31 marzo scorso.

Contestualmente all’adozione del Progetto di Piano Stralcio, si legge nell’interrogazione, l’Autorità di Bacino “ha apposto sulle aree interessate le massime misure di salvaguardia previste dalle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Paesaggistico Regionale, consistenti in un sostanziale divieto assoluto di edificazione, a partire dal 29 aprile, anche nelle fasce ritenute inondabili solo in caso di eventi eccezionali, caratterizzati da una frequenza media fino a una volta ogni duecento anni”.

Il regime vincolistico deciso dall’Autorità di Bacino “si traduce di fatto in un’espropriazione delle competenze dei Comuni in materia di pianificazione urbanistica, poiché comporta una sostanziale impossibilità a concedere licenze edificatorie per una gran parte dei Comuni della Sardegna, anche all’interno dei centri abitati consolidati in un numero elevato di Comuni il cui territorio è stato oggetto di interventi di bonifica e di protezione idraulica nel corso dell’ultimo secolo”. Il tutto, senza che i Comuni siano stati coinvolti, “né relativamente alla perimetrazione delle fasce fluviali, né relativamente alle misure di salvaguardia da apporre sul territorio”.

In conseguenza di ciò, le comunità locali “si trovano a patire un gravissimo danno”, “la cui durata, per giunta, non è minimamente preventivabile, considerato il lungo e complesso iter che il Progetto di Piano Stralcio dovrà affrontare prima di essere sottoposto all’approvazione definitiva da parte del Consiglio regionale e alla luce dei pesanti ritardi già accumulati nella sua redazione ed adozione preliminare”.

Diana chiede perciò al presidente Cappellacci che la Giunta regionale revochi, in regime di autotutela, la delibera del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino con cui è stato adottato in via preliminare il Progetto di Piano Stralcio delle Fasce Fluviali e che l’adozione “non sia accompagnata dall’apposizione di un regime vincolistico eccessivo ed immotivato, soprattutto senza che sia stata data ai Comuni la possibilità di esprimersi al riguardo per quanto concerne sia gli aspetti tecnici inerenti la sicurezza delle comunità locali in caso di eventi calamitosi che gli aspetti politici inerenti la pianificazione urbanistica”. Red.com