Roberto Capelli del Gruppo Misto ha voluto ricollegarsi alle riflessioni fatte dal collega Gian Valerio Sanna riguardo ai dubbi che l’Aula aveva posto sul caso del commissario straordinario del Comune di Olbia Mariano Mariani aggiungendo i riferimenti alle nomine dei direttori generali senza titoli e requisiti, citando anche la nomina del direttore generale della sanità. Per Capelli si tratta di una discussione politica: “L’aula non si è ancora svegliata sul fatto che noi dobbiamo essere gli attori principali del principio di legalità, invece siamo distratti”.
“In altra epoca – ha ricordato l’esponente del Gruppo Misto - quando si verificavano casi come quelli l’assessore competente si alzava dal proprio banco e rassegnava le dimissioni perché comprendeva che allora l’aula aveva il potere di dimetterlo. Questo passaggio si chiama democrazia”. Capelli ha anche appoggiato l’atteggiamento del collega Sanna che lo ha preceduto nella discussione annunciando di rendere “impraticabili i lavori finché non ci sarà una risposta reale su questo emendamento. Sarò al fianco di quelli che vorranno ricostituire valori e principi seri e dignità per quest’assemblea”.
Giulio Steri, Udc-Fli, ha voluto smorzare le polemiche riportando “la questione ai contenuti dell’articolo che è estremamente significativo e che riguardano la partita con lo Stato non solo sull’articolo 8 dello Statuto ma anche sul mancato trasferimento delle risorse”. Per Steri si tratta di un emendamento estremamente importante proprio perché dà la possibilità all’Aula di esprimere la volontà di porre in essere una posizione di conflitto rilevante nei confronti dello Stato: “Vi sono i presupposti per sollevare il conflitto di attribuzioni fin da ora”, ha concluso Steri.
A prendere la parola poi l’assessore all’Urbanistica Nicola Rassu che ha voluto chiarire “un equivoco sull’emendamento 255”. Rassu ha spiegato che l’intendimento dell’assessorato nel presentare quell’emendamento è soltanto quello di richiamare l’Aula su una fondamentale questione di principio: la competenza della Regione Autonoma della Sardegna a legiferare in materia paesaggistica. “Non si vuole in alcun modo favorire chicchessia – ha affermato l’assessore - Ma solo per capire se questo Consiglio regionale ha potestà di legiferare in questa materia: una sentenza della Corte Costituzionale dice di sì”. Rassu ha chiarito che la volontà del suo assessorato non è quella di entrare nella fattispecie del paventato abuso edilizio su cui si è espresso il Tar ma porre la questione di principio. Rispondendo agli attacchi della minoranza Rassu ha sostenuto che in questo “non ci sono sfide anarchiche e eversive contro nessuna corte e non c’è nessuna interferenza”.
Adriano Salis, capogruppo dell’Idv, nel prendere la parola subito dopo Rassu ha ammonito l’assessore sul continuo utilizzo da parte della Giunta di strumenti come gli emendamenti agli emendamenti: “Non si possono inserire con emendamenti correzioni e valutazioni di principio, è un trucchetto molto pericoloso”. Sull’articolo 15 bis Salis ha sottolineato come “articoli come questo facciano risaltare sempre di più il fatto che le competenze della Regione sono sempre disapplicate dallo Stato. Emendamenti come questi rischiano di essere un ululato alla luna”. Salis ha poi fatto riferimento alle dichiarazioni rilasciate da Elio Vito sul referendum sul nucleare in Sardegna che per Salis presentano “toni sprezzanti e offensivi nei confronti del popolo e delle istituzioni sarde”.
La presidente Lombardo ha poi messo in votazione, tramite voto elettronico palese, l’articolo 15 bis che è stato approvato con 38 voti favorevoli, 19 contrari e 1 astenuto.
Riprendendo il dialogo con l’Assessore Rassu, Gianvalerio Sanna (Pd) suggerisce al rappresentante dell’esecutivo di “stare attento ai suoi uffici, perché le cose le cose non stanno come riferito all’aula”. In altre parole, ha detto Sanna, “si sostiene che il piano paesistico regionale può essere modificato a prescindere da procedure di cambiamento fissate dall’art. 144 del codice Urbani, con particolare riferimento alla concertazione istituzionale, ma questo è impossibile”. Ci deve essere qualcuno, ha ironizzato Sanna, che “ha un amore pazzesco per legge 4 del piano casa, ed è chi l’ha pensata, superando ogni livello di ragionevolezza”.
In effetti, secondo l’esponente del Pd, “la seconda parte della legge 4 non è mai stata applicata per le stesse ragioni. Possiamo trovare una formula ma rispettosa delle leggi e della pianificazione, nell’interesse generale. Ma ci deve essere sempre lealtà e trasparenza, perchéla buona politica si regge sulla legittimazione reciproca”.
Non si capisce bene cosa si debba riprogrammare, ha affermato con forza Francesca Barracciu (Pd). E’ vero invece che “la spesa va completamente ristrutturata perché la situazione è insostenibile e non si risolve di certo affastellando norme su norme, senza chiarezza su entità e contenuti.”
La verità, a suo giudizio, è “che siamo di fronte ad un provvedimento inconsistente e inconcludente, che riflette la situazione di maggioranza, giunta e presidente, da cui emerge che non c’è alcuna volontà di mettere mano davvero alle esigenze della Sardegna con leggi strutturali”. Molte norme, peraltro, hanno “solo l’obiettivo di rispondere a promesse elettoralistiche, ma sardi non ci credono più come hanno dimostrato le amministrative”. E’ particolarmente preoccupante, inoltre, l’assenza di una qualsiasi idea di rilancio dell’azione di governo, segno che nemmeno la maggioranza crede in se stessa. “Molti territori sono in sofferenza-ha dichiarato Barracciu citando il caso dell’area industriale di Ottana e delle zone interne, “ed è ormai chiaro che la propaganda sparsa a piene mani dal centro-destra era vuota ed ha lasciato invasa la domanda di fondo, che è sul nuovo lavoro”. Annuncia quindi voto contrario del suo gruppo. (Segue) Red