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Elezioni amministrative: dopo il primo turno PdL – Lega Nord alla ricerca del consenso perduto e caccia al colpevole

Ad Arcore il clima è quello della quiete che precede la tempesta. Il premier Silvio Berlusconi, investito dal risultato negativo di Milano, negativo al di là di ogni previsione, proverà nelle prossime ore a serrare le fila fra i dirigenti PdL prima del confronto con Umberto Bossi. Che non si annuncia facile.

 Ieri sera i vertici leghisti provavano a tracciare un bilancio complessivo della tornata elettorale: tra amministrazioni vinte e perse la Lega Nord ha conquistato una ventina di amministrazioni, i consensi sono in aumento, ma... Bovolone nel veronese ed Albizzate nel varesotto, con amministrazione uscente leghista, sono perse.

 Umberto Bossi a caldo avrebbe sbottato: "Una volta si diceva che il Pdl vince grazie alla Lega. Oggi si può dire che la Lega perde per colpa del Pdl". Ma Roberto Calderoli si affretta a smentire dopo una manciata di minuti.
c'è il secondo turno delle Amministrative, non è il momento di nuovi attacchi al PdL.

Roberto Castelli davanti ai giornalisti prova a riassumere la linea 'ufficiale' del partito: "Da una parte c'è il voto di Milano, sicuramente non positivo. Dall'altra, c'è il resto della Padania, dove abbiamo aumentato il numero dei sindaci" .

"Non c'è stato l'effetto-amministrative. Non si è verificato quell'effetto
positivo legato al sindaco uscente... sia chiaro, io non conosco e non giudico l'operato della Moratti e della giunta uscente, registro un dato...", dice Gaetano Quagliarello, esperimento il disagio avvertito da molti nel PdL. Dove, proprio come nella Lega Nord, l'uscita della Moratti contro Pisapia non aveva convinto tutti: "La campagna elettorale è stata zigzagante, senza una linea coerente, certe radicalizzazioni improvvise pagano per altri, non per un partito moderato come il nostro".

Ma non è questo anche un 'no' di Milano a Silvio Berlusconi, che aveva difeso in toto la Moratti? Secondo il senatore "è il complesso delle cose che va analizzato, è tutta la campagna elettorale che non ha avuto un indirizzo lineare", "è stato chiesto al premier un impegno diretto, e Berlusconi ci ha messo la faccia come fa un vero leader". E la Lega? "Ha 'odorato' che una parte del suo elettorato rischiava di essere preso dal voto protesta, ha avuto una linea, diciamo così, di lotta e di governo, accentuando le disarmonie. Ma siamo entrambi forze di governo, le scelte impopolari che si prendono quando si governa le paghiamo insieme. Non abbiamo alternative a stare insieme".

Marcello Sorgi su La Stampa azzarda: "La strada di un governo Tremonti, o se si preferisce Tremonti-Maroni, vagheggiato a più riprese nel corso della legislatura, ma mai concretizzatosi seriamente, ieri d'improvviso s'è riaperta. Dopo i risultati a sorpresa delle elezioni amministrative - con Berlusconi sconfitto a Milano, la Lega in calo e in fibrillazione, e i Responsabili in preda al si salvi chi può - quello di un governo di fine legislatura che punti a una ricostituzione dell'originaria maggioranza di centrodestra, con dentro Casini e Fini, e a una rimonta al Nord, è diventato per il Pdl l'unico rimedio possibile, oltre che il più a portata di mano".

"La verità - scrive Stefano Folli sul Sole 24 Ore - è che Berlusconi e certi suoi consiglieri stavolta hanno sbagliato i calcoli. Forse il premier avvertiva che il terreno gli sfuggiva sotto i piedi e allora ha reagito con la forza della disperazione, sforzandosi di mobilitare gli elettori intorno al proprio carisma. Ma i miracoli non si ripetono in eterno" e "il silenzio cupo e irritato di Bossi dovrebbe preoccupare Berlusconi più delle percentuali uscite dalle urne". E aggiunge: "Nessuno s'illude che la vecchia intesa Berlusconi-Bossi possa sopravvivere agli eventi di ieri come se nulla fosse.

I riflessi sugli assetti nazionali ci saranno e non saranno trascurabili. Solo un esempio: è impensabile che il governo possa navigare alla giornata di qui
al 2013, con la sola preoccupazione di non incorrere in incidenti".