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Gheddafi: sono vivo, non potete prendermi

Il leader libico Muammar Gheddafi ha detto in un audio messaggio trasmesso in tv di essere vivo dopo gli attacchi Nato e "in un posto dove non potete prendermi".

Gheddafi era apparso in tv dopo l'attacco alla sua residenza di Tripoli, ma non aveva parlato. Nella registrazione di oggi ha preso in giro i suoi avversari dicendo di aver ricevuto molte telefonate di gente preoccupata dopo il raid a Bab al-Aziziya, suo compound nella capitale. "Lo dico ai crociati vigliacchi. Vivo in un posto dove non potete prendermi. Vivo nei cuori di milioni di persone".

Il Portavoce del regime libico, Ibrahim Moussa ha smentito che Gheddafi sia ferito e si trovi lontano da Tripoli, come aveva riferito poco fa nel corso di un
convegno, il capo della Farnesina, Franco Frattini. Lo ha reso noto la televisione panaraba al-Arabiya.

"Noi non abbiamo nessun elemento sull'attuale sorte di Gheddafi. Tendo ad accreditare come credibile la frase del vescovo di Tripoli monsignor Martinelli che ci ha detto che Gheddafi è molto probabilmente fuori da Tripoli e probabilmente anche ferito. Non sappiamo però dove". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, a margine del Convegno 'Crescere tra le righe' a Bagnaia.

L'Italia è "tenuta ad accogliere con dignità e generosità gli immigrati senza fare tragedie: se il Consiglio europeo ci dara' una mano bene, altrimenti non facciamo tragedie su una cosa che possiamo tranquillamente risolvere da soli". Lo ha detto Silvio Berlusconi durante il comizio di chiusura della campagna elettorale a Latina. Berlusconi ha ribadito che "l'accoglienza fa parte della nostra storia perche' siamo un popolo di emigranti e ci sono milioni di italiani in giro per il mondo" e dunque "dobbiamo accoglierli con dignita' e non dobbiamo chiedere l'elemosina a nessun paese europeo".

Almeno 16 civili sono morti in un attacco della Nato su Brega, citta' della Libia orientale. Lo ha annunciato la tv di stato libica.

"Certamente il cessate il fuoco non può essere finalizzato a dividere la Libia in due", e nel caso in cui dovesse essere fatto oggi "sarebbe uno strumento" con cui il regime di Gheddafi potrebbe "rafforzare il suo pezzo di territorio". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un'intervista video su corriere.it.

In merito ai tempi relativi alla fine dei combattimenti, il capo della diplomazia italiana ha detto: "Credo che non manchi molto: la rassicurazione che tutti noi vogliamo è che si possa arrivare in tempi ragionevoli ad un governo provvisorio di unità nazionale".