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Liberatori Libici: Gheddafi è fuggito da Tripoli

Mentre si intensificano i raid della Nato e i ribelli sembrano riprendere l'avanzata, la sorte di Gheddafi continua a suscitare interrogativi. Secondo il sito israeliano Debka, il rais avrebbe lasciato Tripoli.

Il leader libico Muammar Gheddafi, la sua famiglia e i suoi più stretti collaboratori - dice Debka - hanno abbandonato Tripoli il 1 maggio scorso, dopo il raid Nato in cui sono rimasti uccisi il figlio Saif al Arab e tre nipoti del colonnello. A Washington e nel quartier generale della Nato si sospetta che Gheddafi abbia saputo in anticipo dell'attacco dell'Alleanza atlantica, riuscendo così a scappare.

Fonti di intelligence hanno rivelato a Debka che avvisare Gheddafi dell'imminente raid, sarebbe stato un nuovo sistema di difesa elettronico, fatto arrivare di recente in un'ambasciata straniera di Tripoli. Le stesse fonti sottolineano anche come nelle ultime due settimane, da quando è stato attivato questo sistema, la Nato ha colpito soprattutto edifici governativi vuoti e installazioni militari abbandonate.

Per il sito ufficiale del movimento '17 febbraio' dei ribelli libici il Colonnello Muammar Gheddafi sarebbe fuggito da Tripoli per rifugiarsi nell'area desertica di Ash Shurayf, circa 400 chilometri a sud della capitale. Gli insorti fanno anche sapere che da quel luogo il leader libico potrebbe decidere facilmente, in caso di necessità, di fuggire verso il vicino Ciad.

I ribelli hanno diffuso la notizia della fuga nel deserto di Gheddafi attraverso la loro pagina Facebook "Intifada del 17 febbraio". Comunicando gli ultimi spostamenti del rais, il movimento indica anche il 17 maggio come il "giorno della rabbia" in tutta Tripoli.

 Dal canto suo, l'alleanza atlantica non si sbilancia sulla sorte del leader libico. Ieri il generale di Brigata Claudio Gabellini, Chief Operations Officer della missione 'Unified Protector' ha detto che i bombardamenti della Nato della notte scorsa a Tripoli hanno preso di mira solo obiettivi militari, aggiungendo che l'alleanza non sa dove si trovi il colonnello.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini non ha idea di dove possa essere in questo momento il leader libico Muammar Gheddafi, di cui non si hanno notizie da dieci giorni. "Non ho idea di dove possa essere e non mi avventuro in ipotesi assolutamente azzardate", ha detto ai microfoni di radio1 il responsabile della Farnesina, il quale ritiene che l'eliminazione di Gheddafi "non è la soluzione del problema". "Io credo che la soluzione sia una soluzione politica che preveda l'abbandono del potere da parte del colonnello", ha proseguito Frattini. "Ci sono paesi che nelle scorse settimane hanno indicato indirettamente una disponibilità ad accoglierlo qualora lasciasse, cosa che noi auspicheremmo".

Gheddafi ''non è mai stato l'obiettivo della missione'' Nato che mira a ''proteggere i civili'', ha aggiunto Frattini intervenendo a 'Radio Anch'io'.

 Sul terreno libico le forze degli insorti sono avanzate ieri di una quindicina di chilometri a ovest di Misurata, avvicinandosi così a Zlitan. Zlitan, che conta circa 200.000 abitanti, si trova a 150 km da Tripoli. "Se l'avanzata delle ultime 24 ore si ripeterà, domani saremo alle porte di Zlitan", ha assicurato l'ex colonnello Haj Mohammad, capo delle operazioni sul fronte a ovest di Misurata.

Dalle 7.30 di stamattina e per circa un'ora nuove esplosioni hanno scosso la zone est di Tripoli, sorvolata da aerei secondo quanto raccontato da un testimone alla France Presse.  Dall'Onu arriva la richiesta di un immediato cessate il fuoco: il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha lanciato un appello affinché si fermino immediatamente i combattimenti "a Misurata e nel resto del paese", sottolineando la necessità di proseguire il dialogo politico.

Un nuovo riconoscimento arriva intanto agli insorti dall'Unione europea: la Ue aprirà presto un ufficio a Bengasi per garantire maggiore assistenza alle autorità provvisorie presenti nella seconda città libica. Il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton ha dichiarato davanti al Parlamento europeo che l'ufficio garantirà il sostegno del vecchio continente alla società civile e al consiglio nazionale di transizione.

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