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Bersani punta ad una “fiondata” contro il premier torna la tregua nel Pd

Il premier sarà mandato via da una «fiondata» e non una spallata e questo colpo di fionda, silenziosa ma efficace, potrebbe arrivare dal voto di domenica e lunedì. Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, non solo ci spera ma ostenta ottimismo. «Sono consapevole che è come essere Davide di fronte a Golia, ma la fiducia non mi manca», dice Bersani a proposito della sproporzione dei mezzi in campo ma «chi ha detto che alla fine Davide non tiri fuori la fionda?». Un auspicio per il partito e non solo.

Il segretario del Pd insiste sull«uso privato delle istituzioni da parte del premier Berlusconi». In questi giorni di campagna elettorale mi sono divertito a fare un test chiedendo alle persone di associare qualcosa al nome di un politico. Quando ho detto Prodi, la risposta è stata la riforma dell'euro.

Sul mio nome hanno detto la liberalizzazione; quando invece ho detto Berlusconi, tutti hanno associato il nome di Silvio a Ruby...». «Al di là della battuta - prosegue - questa è la dimostrazione di come il premier in questi anni, pur avendo un potere illimitato, di fatto non ha deciso niente e ha distolto il Paese dai problemi reali con le sue vicende personali».

Bersani è convinto che Berlusconi sia ormai al capolinea e altro che Quirinale per il Cavaliere. «Silvio Berlusconi al Quirinale? Credo che siamo arrivati al suo tramonto. Sarà un tramonto fiammeggiante ma queste elezioni amministrative rappresenteranno una tappa importante per guardare oltre». Un'opera di ricostruzione a cui Bersani chiama tutte le forze di opposizione. Ma i centristi chiedono che prima il Pd di fare chiarezza.

«Invece di lanciare appelli a noi - dice Lorenzo Cesa in un'intervista a Il Mattino, perché non prova a mettere ordine nel suo partito, a partire proprio da Napoli dove, dopo il pasticcio delle primarie, il centrosinistra è diviso?». Ribatte Bersani: «Non chiedo matrimoni indissolubili ma chiedo una convergenza su un programma di riforme fra il centrosinistra e le forze moderate che siano saldamente costituzionali».

L'esito del voto delle amministrative sancirà, ovviamente, la piega della «discussione» che Modem, la minoranza del Pd, con Walter Veltroni ha chiesto di aprire dopo le elezioni. Ma ogni confronto è rinviato.

A una manciata di giorni dalla tornata elettorale si rinsalda la tregua che l'intervista dell'ex-segretario al Foglio aveva movimentato. Gli stessi veltroniani ribadiscono che nessuno ha chiesto una verifica, «termine da Prima Repubblica che Veltroni mai utilizzerebbe. Tutto è nato da una sintesi giornalistica dell'intervista alFoglio. Si è chiesto di aprire una discussione sul futuro del Pd e lunedì Bersani a «Porta a Porta» ha detto esattamente la stessa cosa. Quindi per noi il caso è chiuso».