Nel corso del convegno "Chernobyl 25 anni dopo", svoltosi quest'oggi a Cagliari, il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha dichiarato: "L’incontro è stato voluto dalla giunta per avviare, alla luce dei tragici eventi che si verificarono 25 anni fa, una riflessione sull’importanza e l’attualità della tematica dell’energia e per rafforzare i legami di amicizia e collaborazione che da tempo uniscono il territorio sardo alla Bielorussia e all’Ucraina, di cui sono testimonianza le attività che da alcuni anni vedono la Regione impegnata in prima linea".
Per il presidente Cappellacci è anche l’occasione per riaffermare la netta contrarietà della Sardegna all’opzione nucleare. "Una posizione – ha evidenziato il governatore - che non è frutto di una reazione istintiva ai tragici eventi verificatisi in Giappone, ma è un orientamento coerente, fortemente motivato. Vogliamo affermare un’idea diversa: quella di una Sardegna come regione modello nel campo della green economy e delle energie rinnovabili. La nostra è pertanto una posizione qualificata dal fatto di aver già intrapreso una strada diversa, adeguata al nostro sistema di valori e rispettosa del nostra straordinario patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale e identitario".
"Siamo, infatti, convinti che non ci possa essere vero sviluppo – ha aggiunto Cappellacci - se non vi è un miglioramento della qualità della vita di ciascuno di noi. Per questo pensiamo che il referendum in programma i prossimi 15 e 16 maggio sia più che mai opportuno per scolpire una volta per tutte sul granito un messaggio, che valga per oggi e per il futuro: la Sardegna non può e non deve essere la sede di una nuova centrale o di stoccaggio dello scorie nucleari".
"Il nucleare - ha concluso il presidente – appartiene al passato. Noi abbiamo il dovere di costruire un futuro pulito per la nostra terra e per le prossime generazioni, di guardare al futuro". Red.