La seduta è aperta dal vicepresidente del Consiglio regionale, on. Michele Cossa, che ha dato la parola al relatore di maggioranza, Paolo Maninchedda (Psd'Az). Il presidente della Commissione Bilancio si è rimesso alla relazione scritta, ma ha annunciato di voler fare alcune precisazioni sulla copertura finanziaria del provvedimento.
Il capogruppo Pd on. Mario Bruno, vista la scarsa presenza in aula, ha chiesto la verifica del numero legale. Riscontrato il numero insufficiente dei presenti, il vicepresidente Cossa ha sospeso i lavori per 30 minuti.
Alla ripresa, Maninchedda, contestando un "clima rilassato", ha rilevato che il Consiglio dovrebbe essere chiamato a diminuire le spese e a orientare le risorse disponibili verso le attività produttive. Il Collegato, però, "non si muove in questa direzione" perché la portata complessiva dell'ammontare complessivo è tale da imporre una riflessione: "Non sono dell'avviso - ha aggiunto - che si possa far finta di non accorgerci che siamo in una situazione di grave, gravissima crisi finanziaria". "Non è tempo di leggerezza", ha ammonito citando le entrate in calo, il debito di 402 milioni di euro delle società partecipate dalla Regione, la ragionevole stima di una spesa sanitaria sui 3,3 miliardi alla fine dell'anno. La spesa del Collegato, ha spiegato l'esponente sardista, viene coperta con 41,444 milioni del Fondo nuovi oneri legislativi (Fnol) e con 18,525 milioni frutto di diminuzioni di precedenti stanziamenti.
Chicco Porcu (Pd), relatore di minoranza, ha detto di essere stato da chi l'aveva preceduto: "Sostanzialmente prende le distanze dal Collegato, non lo spiega, non lo difende, non se ne assume la paternità, denuncia una leggerezza della Giunta e della maggioranza nell'affrontare le emergenze della Sardegna". Per il consigliere di minoranza il provvedimento non ha alcun senso, ancor di più in un momento nel quale non si è ancora risolta la vertenza entrate e non è stato rinegoziato il Patto di stabilità. Il disegno di legge è stato stravolto dalla Commissione Bilancio con articoli dove "c'è tutto e di più", dai finanziamenti alle gare sportive ai contributi alle onlus e alle fondazioni, dalle modifiche di altre leggi regionali agli interventi per i Consorzi di bonifica. Non si è voluto, ha proseguito Porcu, seguire il suggerimento dell'assessore al Bilancio La Spisa che aveva illustrato alcune priorità per arrivare a delle misure immediate. Invece, si è scelto di "accontentare tutti in modo facilone e approssimativo" con una legge che "è espressione del malessere di una maggioranza che non trova accordi se non con il metodo dell'accontentare tutti". Auspicando la messa in moto di un insieme di riforme di profilo elevato che siano utili per l'isola , infine, ha denunciato il mancato coinvolgimento del Consiglio delle Autonomie locali, ad esempio sulla "introduzione di una specie di piano casa delle edicole", sollecitando una riflessione del vicepresidente dell'Assemblea Cossa.
Cossa ha risposto sottolineando la correttezza regolamentare seguita nelle fasi di predisposizione del provvedimento in esame. (MM)
È abbastanza sconcertante che nessuno chieda di parlare in quest'aula, nonostante il collegato susciti grandi attese all'esterno del consiglio regionale". È la prima notazione di Luciano Uras (Comunisti-Sel-Indipendentistas) che ha insistito sulla necessità "di dare immediatamente una risposta al profondo malessere della società sarda". Fuori di qui-ha affermato-ci sono tre manifestazioni: "gli operatori delle pulizie che lavoravano nelle scuole e ora sono sulla strada, i precari dei beni culturali che attendono la stabilizzazione da almeno 20 anni, gli addetti della sanità colpiti dal blocco delle assunzioni, per non parlare della situazione dell'industria. Sono questi i problemi veri ai quali dobbiamo pensare."
Uras ha poi sottoposto a dura critica "l' "apparato" della regione, che non riesce ad entrare in sintonia con i bisogni e le attese della società sarda, soffermandosi in particolare su alcuni settori della burocrazia che ritiene responsabili della mancata attuazione di molte leggi regionali, comprese alcune "dalle quali dipende la vita delle persone".
"Noi faremo quello che abbiamo sempre fatto" - ha concluso l'esponente della sinistra, annunciando un forte impegno indirizzato alla soluzione dei problemi concreti della comunità regionale, ed invitando l'assemblea "ad una precisa assunzione di responsabilità".
Polemizzando con Chicco Porcu (Pd), che aveva definito "di minoranza" la sua relazione, il presidente della commissione bilancio On. Paolo Manchedda (Psd'Az) ha stigmatizzato "l'espediente retorico, che forse può essere efficace nel mondo della pubblicità, ma in politica non è una cosa seria".
Maninchedda ha quindi voluto precisare meglio il senso del suo intervento precedente: "ho voluto dire che la situazione della Sardegna richiede un quadro politico diverso, ed un consiglio regionale che colga la drammaticità del momento in cui viviamo. In concreto, il collegato fa quello che può in alcuni settori, come il precariato e l'università, ma è indubbio che servirebbe il coraggio di tagliare altri posti letto nella sanità, di chiudere molti consorzi di bonifica, e di rivedere profondamente il nostro ruolo nelle partecipate, che manteniamo con una montagna di risorse. Su queste cose bisognerebbe decidere oggi"
Citando un grande scritture turco, che diceva "non so se il potere rende sciocca la gente o gli uomini sciocchi diventano potenti", Maninchedda ha affermato che "non è il momento delle strumentalizzazioni", ribadendo comunque la sua totale sfiducia nei confronti "del bipolarismo italiano", che potrà essere superato "da una nuova alleanza federalista costruita assieme a chi ha davvero voglia di cambiare".
Per Giampaolo Diana (Pd) la condizione economica dell'Isola dovrebbero imporre all'Aula una condotta "più attenta, responsabile e meno distratta". Sul collegato alla manovra finanziaria 2011-2013, il commento non è stato positivo. In particolare, il giudizio sugli articoli 22 (Interventi nei settori produttivi) e 22 bis (Politiche di sviluppo) è estremamente critico: non assolvono il loro intento poiché privi di qualsiasi indicatore economico. Diana si è domandato in che modo, per la parte di competenza della Regione, si possa tentare durante la discussione in Aula di affrontare argomenti ignorati nel collegato.
La proposta è di intervenire sul tasso di disoccupazione, in particolare quello giovanile ("il più alto di tutta Europa, con il suo quasi 45%") e sulla riqualificazione del lavoro, a partire dagli oltre 100 mila precari in Sardegna, molti dei quali - ha precisato - anche nell'amministrazione pubblica. Ma vanno ricercate soluzioni, ha sostenuto, anche per arginare il fenomeno "preoccupante" del flusso emigratorio. "È un fenomeno odioso - ha dichiarato - perché vanno via in questi anni le risorse migliori, quelle che abbiamo contribuito a formare con i fondi pubblici e non siamo stati capaci di mantenere". Non è sufficiente quanto si sta facendo, ha continuato il consigliere di opposizione, ricordando che nel collegato non esiste alcuna risposta che cerchi di intercettare le questioni poste dallo sciopero generala previsto per domani. "È mortificante - ha aggiunto - dirci queste cose in 25 su 80 consiglieri. È una vergogna che non ci sia nessuno durante la discussione su uno degli strumenti più importanti". Ha quindi proposto che, il prima possibile, si apra una sessione straordinaria del Consiglio regionale per affrontare i temi tralasciati dal collegato. In conclusione, commentando sulle società partecipate, ha sottolineato che sono "tante" e che "andrebbero perseguiti penalmente quelli che avevano il compito di liquidare Sigma Invest S.p.a., mentre noi magari ancora oggi li paghiamo profumatamente. Quando impegniamo risorse pubbliche per le partecipate - ha concluso - dobbiamo chiedere agli amministratori dei risultati, perché non è possibile che continuiamo a discutere di Carbosulcis, Sotacarbo e Silius in questa maniera".
Roberto Capelli (Gruppo Misto) ha esordito esprimendo il proprio dispiacere nel constatare che l'assessore Giorgio La Spisa sia firmatario di quella che "io giudico, forse, una delle peggiori leggi presentate in Consiglio". Una legge "non necessaria", definita "uno dei peggiori minestroni approdato nell'Aula". Dopo avere sottolineato che la Sardegna avrebbe bisogno di interventi di altro tenore, Capelli ha chiarito che per lui questo collegato alla manovra finanziaria segna il ritorno alla politica degli impegni senza progetti, perché - ha spiegato – "si impegnano dei denari senza perché". "Qualche settimana fa si sono stanziati, se non sbaglio, - ha poi aggiunto - 21 milioni di euro per l'abbattimento delle liste d'attesa per le prestazioni sanitarie. A cui non so se si aggiungano o già comprendano altri 10 milioni". Rivolgendosi poi all'assessore La Spisa, ha richiamato le vicende relative al progetto Sisar (Sistema informativo sanitario integrato): 24 milioni di euro investiti, a cui si sommano altri 6 milioni e, oggi, ancora altri 2 milioni e mezzo. Uno "scandalo" secondo Capelli, non solo perché sono stati "salvati" gli esecutori del progetto "senza richiamarli alle loro responsabilità", ma anche perché si tratta di "denari pubblici". Anche alla riforma del Sistema sanitario regionale, il consigliere del Gruppo Misto ha indirizzato dure critiche, auspicando una sua bocciatura in Aula. Sulla manovra finanziaria ha infine suggerito che sarebbe stato più utile impiegare i 59 milioni di euro stanziati "in due tre progetti mirati" che dare invece solo una "risposta di campanile". Segue.
Nell'apertura del suo intervento, Gian Valerio Sanna (Pd), riferendosi all'intervento di Paolo Maninchedda, ha affermato: "In questo Consiglio c'è una parte della maggioranza che dichiara l'errore della scelta fatta davanti agli elettori, ma poi non è conseguente. Chi non è d'accordo esca dalla maggioranza ed eviti così la corresponsabilità di quanto sta accadendo per costruire con i tempi dovuti un progetto diverso. Se no è solo retorica". Rivolgendosi poi a Roberto Capelli ha aggiunto: "Il partito del popolo sardo non può nascere da un fallimento, ma da una visione della società e da un progetto".
Sanna ha ribadito la sua contrarietà alla riduzione del numero dei consiglieri regionali ma ha sottolineato, riferendosi anche all'assenza del presidente della Giunta, che "è l'assetto di quest'Aula che dimostra il disonore delle persone che dovrebbero partecipare dall'inizio alla fine alla seduta". Critiche anche all'assessore regionale della Programmazione, Giorgio La Spisa: "Se avvalora questo andazzo è corresponsabile". Secondo l'esponente del Pd "manca una visione strategica in un momento drammatico: c'è solo una visione bottegaia e populista. Questo Collegato altro non è che uno scontrino fiscale, non c'è alcun progetto". Sanna ha anche esortato la Giunta e la maggioranza a esercitare il ruolo di controllo degli obiettivi e della buona gestione degli enti e delle società partecipate, che ha definito "appaltate", e ha definito quello attuato da questa maggioranza "un sistema immorale di esercitare l'azione politica perché non guarda ai bisogni alla gente". "Bisogna smettere di stare dietro al sindacato come pecore, perché lo si fa soltanto per cercare consenso. Rispettandoli, ascoltandoli, ma dicendogli la verità in faccia. E' un lavoro impopolare che deve essere fatto. Molto di quel lavoro impopolare – ha proseguito l'esponente dell'opposizione - noi lo abbiamo fatto e l'abbiamo anche pagato. Dobbiamo essere noi a far cambiare il modello culturale della società". In conclusione l'on. Gian Valerio Sanna ha aggiunto: "La bottega è finita. Bisogna che voi della maggioranza diate all'Esecutivo il segnale di una esigenza diversa e potreste trovare anche la nostra collaborazione. E' necessaria una visione generale e non da bottega. La politica è una cosa diversa, se ci fossero veramente dei riformisti all'interno della Giunta il movimento partirebbe da lì".
Per Carlo Sechi (Sel – Comunisti – Indipendentistas): "Siamo davanti a un quadro delle entrate non chiaro, che ci porta davanti a una proposta di legge inadeguata, senz'anima e senza prospettiva, senza scelte perché non le può fare. Abbiamo avuto difficoltà ad entrare nel merito della legge per il non contenuto di questa testo. Ogni giorno qui sotto ci sono lavoratori in situazioni di crisi. Ricordo in particolare quelli della Vinyls. Quello che è evidente è l'incapacità di questa Regione di dare risposte a una società in sofferenza. Dovremmo essere in grado – ha affermato l'esponente dell'opposizione - di garantire il lavoro a tutti, perché è un diritto sacrosanto di tutti e per fare questo è necessario che si faccia un dibattito serio in quest'Aula, programmatico, con progetti che diano risposte".
Sechi ha poi aggiunto: "Il collegato è il peggior minestrone mai approdato in quest'Aula, come l'ha definito l'on. Capelli, ma contiene anche qualche tema condivisibile, come interventi a favore del lavoro e del precariato e dell'Università. Dovremmo avere la capacità, nell'insufficienza delle risorse, di gestire questi fondi con maggior oculatezza apportando tagli agli sprechi e alle inutilità. Questo strumento può dare, comunque, alcune risposte, magari migliorato con emendamenti che presenteremo". Sulla possibilità, poi di fondare il Partito del popolo sardo l'on. Sechi propone invece "un'Assemblea straordinaria del Consiglio regionale per percorrere insieme una via nonostante i punti di partenza siano diversi diverse. Bisogna ripensare a una rifondazione della politica che è allo sfascio, partendo dai giovani".
Per Elia Corda (Pd) questo collegato è debole. Ho apprezzato – ha detto - le parole di Maninchedda perché rivelano una condizione di disagio in cui si trova quando richiama l'esigenza di un quadro politico diverso. Nel provvedimento in discussione – ha aggiunto Corda - non ci sono note di coraggio. L'orizzonte è angusto, non va oltre qualche concessione demaniale. Maninchedda parla di taglio dei consorzi di bonifica, ma perché non si ha il coraggio di proporli? Si assumano provvedimenti coraggiosi e noi li sosterremo.
Sull'intervento di ieri del presidente Cappellacci l'esponente del Pd è stato chiaro: "lo ritengo sospetto per il periodo elettorale in cui è stato fatto. E' poco serio e non riguardoso dell'istituzione-Consiglio venire a fare in aula propaganda spicciola durante la campagna elettorale. Una proposta che potrebbe avere una sua validità si rivelerà un bluff".