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Camera di Commercio Cagliari – Imprese ed economia del sud Sardegna, un 2010 tra luci e ombre.

Luci e ombre nell'economia della provincia vasta di Cagliari per l'anno appena passato e per il 2011 che ha appena concluso il primo trimestre.

Se il 2010 ha fatto registrare buoni risultati soprattutto nel secondo semestre, il nuovo anno non è iniziato sotto i migliori auspici. Da un lato la natalità delle imprese conferma un tasso di crescita positivo, lasciando così intravedere anche un certo ottimismo tra gli imprenditori, ma dall'altro la mortalità si presenta in forte aumento. Sono i dati del rapporto annuale dell'Istituto Tagliacarne sullo stato dell'economia della provincia diffuso dalla Camera di commercio di Cagliari in concomitanza con la nona edizione della Giornata dell'Economia organizzata oggi a Roma da Unioncamere.

In provincia di Cagliari, dopo la flessione avvenuta nel 2009, si è registrata una timida ripresa dell'attività economica con un aumento della ricchezza prodotta pari al +0,6% rispetto all'anno precedente: si tratta di una variazione che, pur se manifesta una chiara inversione del ciclo congiunturale, mostra una minore dinamicità rispetto a quanto rilevato a livello nazionale. Anche in termini di Prodotto interno lordo pro capite, il livello del Pil stenta a crescere. La variazione positiva avvenuta durante il 2010 (+0,3%), infatti, è stata rilevata come la più bassa tra quelle in Sardegna. La provincia di Cagliari si posiziona al secondo posto tra le quelle sarde, dietro solo ad Olbia-Tempio che detiene il primato sull'Isola. Nel panorama nazionale, la provincia cagliaritana si classifica al 67° posto, ai vertici per ciò che riguarda le province meridionali.

Segno più per quanto riguarda il numero di imprese attive in provincia, tornato a crescere pur se a ritmi non certo sostenuti (+0,1%); in termini assoluti, il numero di attività economiche presenti in provincia è aumentato di appena 84 unità (da 61.958 a 62.042). L'incremento più evidente di imprese attive ha interessato il comparto della fornitura di energia elettrica, gas e vapore. Altri settori in evidente espansione sono stati quello delle attività immobiliari (+8,4%) e della sanità ed assistenza sociale (+5,9%). Tra i settori che contribuiscono maggiormente, in termini assoluti, alla crescita della base imprenditoriale, emergono quello agricolo (+0,5%) e le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione che, nonostante il calo delle presenze di visitatori nella stagione turistica 2010, hanno realizzato un incremento del +3,7%. In controtendenza, invece, le imprese manifatturiere che, al 2010, perdono l'1,8% della propria compagine, le costruzioni che presentano una riduzione del numero di imprese attive dello 0,5%.

Uno dei fenomeni che, negli ultimi anni, ha maggiormente contraddistinto l'evoluzione del sistema imprenditoriale italiano, è da associare al ruolo crescente che la popolazione extracomunitaria offre in termini di natalità di impresa. Un fenomeno da leggere certamente positivamente e che deriva dal veloce processo di integrazione che, almeno parte della popolazione interessata, sta evidenziando. Un processo che interessa da vicino anche la provincia di Cagliari dove, al 2010, il numero di extracomunitari che assume cariche d'impresa risulta pari a 3.457. Il tipo di carica varia a seconda del settore economico di competenza. Nelle imprese che svolgono la propria attività in impresse agricole, dell'industria in senso stretto e del commercio, esiste una prevalenza di stranieri che posseggono la titolarità dell'impresa, per oltre l'80% dei casi) mentre, per gli altri settori (costruzioni, utilities, altri servizi), prevale un ruolo più orientato verso profili di amministratore aziendale.

La lenta ripresa dell'economia nazionale e locale non ha ancora fatto sentire i suoi positivi effetti sui livelli occupazionali. Nel 2010, pertanto, è proseguito il trend negativo registrato negli ultimi due anni a causa del contesto internazionale. In particolare, nella provincia di Cagliari, la forza lavoro si è andata riducendo rispetto al 2009 da circa 239 mila a 233 mila unità, con conseguente riduzione del tasso di attività dal 60,2% del 2009 al 58,9% del 2010. Una dinamica comunque in linea con quella nazionale dove, nel 2010, il tasso di attività si è ridotto di 0,2 punti percentuali rispetto all'anno precedente (62,2% contro  62,4%). Dall'analisi degli occupati per settore di attività economica emerge, poi, che circa il 74% della riduzione totale del numero di occupati nella provincia di Cagliari è da attribuire al settore dei servizi (riduzione del -3,3%), il quale concentra al suo interno circa l'82% dei lavoratori. Una situazione che si traduce in un aumento del tasso di disoccupazione che, in provincia di Cagliari, passa dall'11% del 2009 al 12,4% del 2010, con un incremento leggermente superiore a quello regionale (dal 13,3% al 14,1%) e nazionale (dal 7,8% all'8,4%).

Le esportazioni italiane rappresentano il principale impulso al rilancio dell'attività economica e grazie alla crescita del commercio mondiale esse hanno mostrato segni di ripresa. Sulla scia dell'espansione della domanda mondiale, le esportazioni provinciali di Cagliari hanno ripreso a crescere dopo la forte contrazione del 2009, aumentando del +70,6%. Ripresa dipesa in larga parte dal settore dei prodotti petroliferi raffinati che incidono con una quota superiore al 90% del totale dell'export. Nell'analisi di medio termine (dal 2006 al 2010), il ritmo delle esportazioni appare in crescita, con un incremento del 35% in provincia di Cagliari e del 21% in Sardegna. I principali mercati di sbocco per le esportazioni della provincia di Cagliari sono quelli europei con un'incidenza rispetto al totale provinciale del 59,1%, seguiti da quelli dei Paesi africani (18,8%), asiatici (13,9%) e dell'America (7,6%). Rispetto all'anno predente, nel 2010 si è assistito ad un forte incremento delle esportazioni nei paesi dell'Asia e nei Paesi non appartenenti all'UE, con un incremento del 161% e del 150%.

Sulla base dei dati Infocamere, le imprese registrate nella Camera di commercio di Cagliari al termine del primo trimestre 2011 sono 71.248 (-0,6% rispetto al trimestre precedente, ma +0,4% rispetto a quanto osservato al termine del primo trimestre 2010), pari all'1,17% del totale nazionale e al 42,06% di quello regionale. Le nuove iscrizioni sono, invece, 1.399, vale a dire il 33,5% in più del quarto trimestre 2010 e il 6% in più del pari periodo dell'anno precedente. Le imprese cessate sono 1.854, in aumento sia rispetto al quarto trimestre 2010 (+43,7%) che al primo trimestre 2010 (+4,4%), e pari all'1,3% del totale nazionale e al 43,4% del totale in Sardegna. Le nuove iscrizioni sono, invece, 1.399, vale a dire il 33,5% in più del quarto trimestre 2010 e il 6% in più del pari periodo dell'anno precedente. Inoltre, esse rappresentano l'1,1% del dato nazionale e il 43,8% dell'ammontare delle iscrizioni in Sardegna. Il saldo tra imprese iscritte e cessate si attesta a -455, registrando così un consistente peggioramento rispetto allo scorso trimestre, quando si registrava un saldo negativo (-242) ma comunque in controtendenza rispetto a quelli osservati negli ultimi anni; ciò nonostante, nel confronto con il primo trimestre dello scorso anno, il saldo risulta in aumento, anche se solo di un'unità. La distribuzione settoriale delle imprese registrate nella Camera di commercio di Cagliari mostra come i settori che contribuiscono maggiormente alla base imprenditoriale siano come sempre il commercio (19.677), il settore agricolo (12.442) e le costruzioni (9.131), in flessione rispetto all'ultimo trimestre del 2010 ma in leggero aumento rispetto ad un anno fa, quando il commercio contava 19.507 unità, il settore agricolo 12.417 e le costruzioni 9.078. In termini assoluti, il maggior numero di esercizi cessati nel corso del primo trimestre del 2011 si rileva ancora una volta nel commercio (429), il settore agricolo (320) e delle costruzioni (290). Al termine del primo trimestre 2011, il saldo è negativo in tutti i settori, esclusi quelli che non hanno fatto registrare iscrizioni e cessazioni e gli unici due settori (istruzione e sanità) in cui il saldo è nullo perché natalità e mortalità si equivalgono. Red-com