Carlo Sechi (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha ricordato l’accordo tra i capigruppo saltato recentemente in Consiglio regionale su un ordine del giorno unitario sul tema dei trasporti marittimi e ha auspicato la riproposizione del documento, con una “limatura” delle differenze che, però, non riguardavano i contenuti centrali. “Abbiamo perso un altro anno – ha dichiarato – I sardi chiedono la libera circolazione per evitare di essere condannati agli arresti insulari”. L’on. Sechi ha auspicato una intesa anche se sono da capire quali strade percorrere: a sostegno di una compagnia di navigazione pubblica o di operatori privati “che spesso violano le regole del mercato”. Spiegando che “siamo ancora nel Medioevo dei trasporti” e che “i sardi sognano di uscirne”, ha parlato della continuità territoriale che non arriva. Non che la soluzione sul trasporto aereo, ha precisato, sia certa e senza incognite perché, a suo avviso, si sta facendo troppo affidamento sui collegamenti low cost. Per quanto riguarda il bonus vacanze, l’on. Sechi ha detto di non essere contrario, ma a patto di non pensare che sia l’unica soluzione in grado di risolvere un problema che resta in campo in tutta la sua drammaticità.
L’on. Pietro Pittalis (Pdl) ha elogiato il coraggio del presidente della Regione, Ugo Cappellacci, perché “anche chi crede nel libero mercato ha ritenuto opportuno mettere un freno ad una situazione che potrebbe pregiudicare la stagione turistica alle porte”. Evidenziando come si sia pure andati oltre quello che si poteva fare, ad esempio verificando l’infondatezza delle ragioni con le quali si è cercato di giustificare i rincari tariffari, l’esponente del Popolo della Libertà ha rilevato la “carica autonomistica” dell’esecutivo perché la soluzione prospettata con l’intervento diretto della Saremar è “di portata storica”. Precisando che si è in fase sperimentale e che ci si debba impegnare maggiormente nel traffico merci, l’on. Pittalis ha chiesto all’Assemblea di sostenere il presidente della Giunta: si è presentato di sua iniziativa per fornire dati precisi e correggere informazioni “spesso parziali se non addirittura distorte”, ad esempio sulla portata del coinvolgimento dell’Autorità anti-trust. Replicando all’intervento del capogruppo Pd Bruno (“una requisitoria che non ha lasciato spazio alle attenuanti generiche”), ha chiesto di proporre soluzioni alternative concrete per superare “una sorta di muro invalicabile” concretizzatosi in un “vero e proprio accordo di cartello”.
L’iniziativa della giunta regionale, ha detto all’inizio del suo intervento Franco Cuccureddu del gruppo Misto, “non si può definire di portata storica ma è comunque valida ed opportuna ed affronta con determinazione e tempestività una situazione di emergenza di fronte alla quale non sarebbe stato possibile restare fermi”. Cuccureddu ha poi ripercorso alcuni passaggi ritenuti centrali della vicenda del caro – tariffe, fra i quali la decisione della Tirrenia (in corso di privatizzazione) di bloccare le prenotazioni per la prossima stagione estiva, dando agli armatori privati l’opportunità di praticare i loro prezzi praticamente in regime di monopolio. “Su questo aspetto-ha aggiunto l’On. Cuccureddu-a mio giudizio c’è una responsabilità precisa del commissario della Tirrenia, anche a livello amministrativo, e dello stesso governo centrale che ha consentito ad una compagnia di navigazione pubblica fortemente assistita di violare, di fatto, il contratto di servizio.”
L’esponente del gruppo Misto si è poi soffermato sulle criticità che ancora permangono sia sulla stagione turistica che sulla scelta adottata di noleggiare attraverso la Saremar il naviglio necessario a coprire le tratte più importanti. “La decisione della regione, nei fatti, ha portato al blocco delle prenotazioni, che agenzie e privati hanno rinviato in attesa dei possibili vantaggi derivanti dalla nuova offerta”, cosa che potrebbe influire negativamente sul mercato turistico, di per se molto “volatile e guidato dall’emotività”.
Una convinta condivisione dell’azione della giunta regionale è arrivata anche di Renato Lai, del Pdl. “Si è trattato di una iniziativa valida ed opportuna-ha detto fra l’altro Lai-che si è resa indispensabile di fronte ad aumenti di tale spropositata quantità e, inoltre, si è rivelata l’unica soluzione per superare al più presto una grave emergenza. Sotto questo profilo, sono certamente apprezzabili le posizioni espresse dagli onorevoli Bruno e Porcu, dei quali devono essere colte molte indicazioni interessanti.”
Il presidente Cappellacci inoltre, ritiene l’On. Lai, “ha anche saputo interpretare il sentimento comune dei sardi, giustamente e fermamente contrari a chi ha voluto lucrare sulla condizione di isolamento della nostra regione”. A giudizio dell’esponente del Pdl, dunque, “tutti devono avere a cuore la soluzione del problema della vera continuità territoriale per i passeggeri e le merci, fondata sulla sana concorrenza e sulla qualità del servizio”.
Queste non sono posizioni propagandistiche, ha concluso il consigliere del Pdl, “rappresentano anzi l’interpretazione corretta di uno spirito autonomistico autentico e moderno, che ci deve vedere tutti dalla stessa parte, impegnati a vincere una grande scommessa.”
Per Giampaolo Diana (Pd) si è giunti a questa proposta in una condizione di totale emergenza, dimostrando che il tempo a disposizione non è stato utilizzato per definire una politica dei trasporti che avrebbe dovuto coinvolgere il Consiglio regionale e le forze sociali. “A me pare – ha dichiarato - e lo dico con il massimo rispetto, che non ci fosse da inventare chissà cosa. Il modello al quale richiamarci era quello della continuità aerea”. Un modello che avrebbe permesso, secondo Diana, di restituire al nostro sistema produttivo quel fattore di competitività perso a causa degli elevati costi del trasporto marittimo delle merci. Su quest’aspetto, in particolare, ha domandato al presidente della Regione se esista un progetto di continuità territoriale e quali sia l’entità delle risorse che si pensa di investire nella gestione del servizio di mobilità marittima delle merci e delle persone. Diana ha chiesto chiarimenti su quali standard di sicurezza e qualità del servizio sono stati richiesti alla Saremar. “Nel riconfermarvi la volontà di non metterci di traverso – ha concluso - non possiamo sottacere le preoccupazioni che ci obbligano a denunciare alcuni limiti e insufficienze, perché vorremmo che venissero superati anche attraverso questo dibattito in Aula”.
Gian Valerio Sanna (Pd), commentando il tenore del dibattito, ha detto di avere il sospetto di assistere a una “deriva psichiatrica”. “Una classe dirigente che si dispone al buon governo – ha chiarito - deve avere un requisito: non deve perdere al memoria dei fatti. Deve saper ricostruire gli eventi”. Ha quindi spiegato che le vicende che hanno portato a questo provvedimento sono figlie della “travagliata storia” della privatizzazione della Tirrenia e del mancato trasferimento della compagnia marittima alla Regione Sardegna “Se leggiamo i fatti senza questo assunto operiamo un falso storico”, ha detto. Per il consigliere del Pd, c’è poi da rilevare il mancato rispetto da parte dello Stato delle disposizioni di cui all’art. 3 della legge 87/90, che “parla espressamente di contrastare l’abuso di posizione dominante”, e da ricordare quando i sardisti presentarono un documento “chiedendo di fare sul serio e mettere 10 milioni di euro per entrare nella partita della privatizzazione. Qui ci fu detto – ha proseguito - mettiamone un milione. E non si era capito che si stava giocando una partita che riguardava l’autorevolezza del soggetto autonomista”. Nonostante il provvedimento della Giunta sia giudicato “fuori tempo massimo, debole perché pensa solo all’emergenza e perché è fuori da un contesto strategico”, non si vuole “da persone responsabili” rallentare il tentativo di recuperare terreno ma è necessario – ha aggiunto – agire al di là del contingente per tutelare la Sardegna da rischi o costringere lo Stato a farlo. “Altrimenti, la soluzione tappa la falla ma non risolve il problema”. E per risolverlo occorre non fare un “errore di messaggio politico”, dando l’idea di voler tutelare solo la stagione turistica e non il cittadino sardo. Come con il bonus vacanza che, secondo Sanna, rappresenta un “doppio scippo” perché toglie soldi ai sardi per difendere dei diritti che ci sono stati scippati. “Dobbiamo trovare forme diverse di utilizzo di quelle risorse. – ha commentato. Perché quei soldi servono a liberare la condizione di prigionia insulare dei sardi. Siamo disposti a darle una mano – ha concluso, rivolgendosi al presidente Cappellacci - a condizione che al più presto si strutturi una soluzione che rimetta il diritto di cittadinanza statuale di ogni sardo al primo posto delle scelte che noi facciamo”.
E’ poi intervenuto Pierpaolo Vargiu (capogruppo Riformatori sardi – Liberaldemocratici): “La continuità territoriale non è un problema dei sardi, ma degli italiani. Da qui si deve partire. E’ un diritto dei cittadini sardi e che devono essere garantiti dall’Italia”. Vargiu ha evidenziato che prima la continuità territoriale marittima veniva onerata dallo Stato che ripianava i debiti della Tirrenia. “Nessuno ha cercato di spacciare il bonus per i turisti e il noleggio delle navi come una soluzione definitiva, ma è una giustissima reazione di una Regione che ha visto venir meno i diritti fondamentali dei suoi cittadini. Noi Riformatori riteniamo che la continuità territoriale – ha proseguito - non è soltanto un diritto dei sardi, ma anche uno snodo fondamentale per lo sviluppo economico della Sardegna e per questo deve essere messa sul tavolo del confronto con lo Stato. E’ un argomento strategico per lo sviluppo della nostra Isola”. Secondo Vargiu, in materia di continuità territoriale marittima, “la Regione deve dare il contributo economico per singolo passeggero non per tratta, così si creerà una sana concorrenza che offrirà anche migliori servizi agli utenti”. “L’obiezione – ha proseguito – è sempre stata quella che in questo modo non è quantificabile il contributo a carico della Regione: ma se quello dei trasporti è un settore strategico non ci deve spaventare la spesa, perché più gente verrà in Sardegna, più denaro porterà, più crescerà il pil della regione”. Secondo il capogruppo dei Riformatori sardi bisogna togliere soldi ad altri settori come la sanità, “che con l’assestamento di bilancio mangerà altri 300 milioni di euro che vengono meno ai settori produttivi. Serve la riforma sanitaria”.
Per il capogruppo dell’Idv, Adriano Salis, l’iniziativa del presidente della Giunta non può essere la risposta per risolvere il problema della continuità territoriale e lo sviluppo del turismo. “Oggi dobbiamo tornare al fondamentale problema già proposto dieci giorni fa in un ordine del giorno specifico: quale politica vogliamo attivare per i trasporti”. Salis si è detto favorevole a una direzione e controllo del pubblico nei settori strategici per lo sviluppo dell’Isola, quale quello dei Trasporti. “Bisogna fermare l’asta privata per l’aggiudicazione delle rotte della Tirrenia, e sono preoccupato per le frasi del ministro delle Infrastrutture che auspica che la prossima asta non vada deserta. Credo che sia un’ipotesi deleteria per la Sardegna. Secondo me si presta troppa attenzione alle cosiddette regole del mercato. Non sono disponibile a immolare i diritti dei sardi sull’altare del libero mercato. Secondo me – ha aggiunto l’on. Salis - la Sardegna potrebbe entrare a far parte della compagine societaria della Tirrenia. L’articolo 14 dello Statuto della Regione Sardegna può essere utilizzato in questo frangente, con il trasferimento dei beni della Tirrenia dallo Stato alla Sardegna”. L’on. Salis ha poi concluso ricordando l’Intesa di Programma del 1999, quando era stato evidenziato l’elemento dell’insularità: “Un elemento da riprendere in mano con convinzione”. Il capogruppo dell’Idv ha annunciato che riproporrà all’Aula l’ordine del giorno presentato 10 giorni fa sulla politica da attuare in materia di trasporti.
Il capogruppo Psd’Az, on. Giacomo Sanna ha spiegato che si sta conducendo una battaglia storica perché riguarda i diritti dei sardi e ha annunciato la riproposizione dell’ordine del giorno sulla privatizzazione della Tirrenia, quello che due settimane fa non aveva ottenuto un unanime consenso. L’esponente sardista ha rimarcato come la trattativa privata non debba andare avanti nel silenzio a vantaggio di tre armatori napoletani, Aponte, Onorato e Grimaldi “che stanno strangolando” l’isola. Parlando di operazione appoggiata dalle banche che porterà alla spesa di 200 milioni di euro per ottenere una flotta dal valore di un miliardo, l’on. Sanna ha accusato gli armatori di aver aumentato le tariffe per “ingordigia”, ma di aver fatto un errore: non aver messo la Sardegna davanti al fatto compiuto. “Noleggiare tre navi – ha detto – serve a tenere viva l’attenzione perché questa partita si può ancora giocare”. Secondo Sanna, per avere un risultato occorre combattere: e l’uso della Saremar è un primo passo: “Se da 15 giugno daremo l’immagine di qualcosa che può funzionare andando a sfatare tutti i dubbi e pregiudizi, porteremo a casa qualcosa di storico”. Infine il capogruppo Psd’Az ha chiesto che tutti sostengano il presidente della Regione nella battaglia con il Governo sulla Tirrenia perché su quella trattativa “ci giochiamo tutto”.
Renato Soru (Pd), definendo “opportuna e apprezzabile” la comunicazione del presidente della Regione, ha concordato sulla necessità di tutelare il diritto alla mobilità dei cittadini ma con un mandato dell’Aula che dovrà essere rispettato: “La esorterei a concentrare l’azione sulle risposte di lungo periodo e non su quello che va facilmente sui giornali”. Ha sottolineato che nel 2009 non si proseguì l’azione della Giunta da lui guidata per ottenere la continuità territoriale marittima. Soru ha dichiarato che affittare le navi è simbolico, da non ostacolare se lo si ritiene importante, ma che soprattutto occorre garantire i servizi alle persone, magari coinvolgendo gli operatori privati sardi che hanno già espresso disponibilità: “Concordo che se siamo in grado di far girare 500-600 pullman in buone condizioni e in economia, forse potremo anche garantire il corretto funzionamento di alcune navi”. Ricordando che la Regione avrebbe potuto gestire le quote Tirrenia sulle rotte da e per l’isola e che, invece, si assiste ad un’applicazione del “federalismo regionale a tinte leghiste” in base al quale ognuno si deve salvare da sé, Soru ha definito inaccettabile una trattativa privata che corrisponderà ad una diminuzione e non ad un aumento della concorrenza. Infine, ha fatto un parallelo con la vertenza entrate rimarcando il coraggio dei siciliani che, a differenza dei sardi, quando hanno messo le mani nelle loro tasche, si sono subito rivolti alla Corte Costituzionale per vedere riconosciute le loro ragioni.
Per il capogruppo del Pdl Mario Diana il presidente Cappellacci va in primo luogo ringraziato “perché ha riferito al consiglio regionale in un tempo brevissimo, dando spazio ad un dibattito ampio e partecipato”. Dopo aver ricordato che l’assemblea si era già occupata di trasporti marittimi in tempi molto recenti, Diana ha invitato tutti a concentrarsi sul “cuore” del problema. Se si mantiene questo atteggiamento-ha osservato-“non si può non riconoscere che è stata fatta una cosa giusta, magari risolvendo una questione e non la questione principale ma fronteggiando comunque una emergenza grave”.
Soffermandosi poi sul caro-tariffe, Diana ha citato il contesto europeo in cui operano gli stessi armatori che ora hanno fatto “cartello”, attraverso le stesse società o altre in cui detengono significative partecipazioni. “E’molto strano-ha aggiunto-che nel mare del Nord gli stessi imprenditori applicano tariffe molto diverse, e soprattutto molto più basse, di quelle che stanno cercando di imporre alla Sardegna. Evidentemente il problema è un altro.” Dopo aver criticato alcuni atteggiamenti dell’opposizione che, in modo a suo giudizio incomprensibile, “critica l’esecutivo per aver rispettato il mandato ricevuto dal consiglio regionale”, Diana ha sostenuto che “con l’iniziativa della giunta, si sta dando una prima grande risposta al problema dei trasporti, che deve diventare un problema dello Stato e non dei sardi. Ed è su questo che occorre battersi sostenendo la linea tracciata dal Presidente Cappellacci.”
In tutto il dibattito, ha rilevato in apertura l’On. Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) “si è fatto un costante riferimento all’economia di mercato. Ma proprio questa è l’origine dei nostri mali. Prima c’erano una compagnia di bandiera, l’Alitalia, una società pubblica di navigazione, la Tirrenia, e le Ferrovie dello Stato: ora non esiste più niente ma è stato pesantemente messo in discussione il diritto dei sardi alla mobilità.”
L’attuale contesto economico, oltretutto, è secondo l’On. Uras “quello che crea le migliori condizioni per la formazione di monopoli e cartelli fra imprese.”
Soffermandosi in modo più puntuale sul tema in discussione, Uras ha ricordato che il consiglio regionale si è già occupato di trasporto marittimo e solo la posizione del Pdl, in quella circostanza, “ha impedito che si arrivasse all’approvazione di un ordine del giorno unitario”. Una convergenza di tutte le forze politiche, a suo parere, “resta comunque auspicabile, ma non a tutti i costi. Non certo, ad esempio, appiattendosi sulla relazione del Presidente che non può certo pretendere di rappresentare tutto il consiglio.”
In conclusione, l’esponente della sinistra si è espresso in modo fortemente critico sul “bonus”, ritenendo che “non risolverà certo il problema del turismo e metterà la Sardegna nella singolare condizione di essere l’unica regione che paga mentre le altre introducono la tassa di soggiorno.” (Segue)