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Una figlia di bin Laden accusa: mio padre è stato preso vivo e disarmato e poi ucciso dalle forze speciali americane.

Fonti di sicurezza pachistane hanno detto ad al Arabiya, che una figlia di Osama Bin Laden sostiene che suo padre fu catturato vivo e poi ucciso dalle forze speciali americane nei primi minuti dell'operazione di Abbottaba. "Non penso che ci sia alcun dubbio che una foto sarà resa pubblica", ha detto il direttore della Cia Leon Panetta in un'intervista alla NBC Nightly News. Panetta ne ha parlato proprio mentre alla Casa Bianca si discute ancora se rendere pubbliche le immagini che, per la loro crudezza, potrebbero scatenare la rabbia delle frange più estremiste dell'Islam radicale. "Non c'è dubbio che c'erano preoccupazioni e domande che sono state a lungo analizzate, sul tipo di impatto che queste immagini potrebbero avere", ha aggiunto. "Ma il dato di fondo è che abbiamo preso Bin Laden e io penso che dobbiamo rivelare al resto del mondo il fatto che siamo stati in grado di farlo e di ucciderlo".

Una volta che le squadre di militari americani sono entrate nel compound, c'è stato "un periodo di tempo di almeno 20 o 25 minuti in cui veramente non sapevamo cosa stesse succedendo. E ci sono stati alcuni momenti davvero carichi di tensione mentre stavamo aspettando per sapere qualcosa", ha raccontato Panetta, che ha spiegato che il presidente americano Barack Obama e il suo team non hanno seguito l'operazione dei Navy Seals ad Abbottabad in diretta, né hanno visto il momento della morte di Osama bin Laden. La Casa Bianca rifiuta di rivelare che cosa stesse accadendo nel momento in cui Pete Souza, il fotografo ufficiale della Casa Bianca, ha scattato la foto che ritrae il presidente e i suoi collaboratori in attesa dell'esito dell'operazione nel corso della quale è stato ucciso Bin Laden. Funzionari spiegano che rivelare i dettagli significherebbe illustrare a tutti il modo in cui vengono condotte simili azioni. "Il presidente e i suoi consiglieri sulla sicurezza presenti nella Situation Room della Casa Bianca venivano aggiornati tutto il tempo sulla situazione e la foto è stata scattata durante l'operazione, non posso dire di più", ha commentato Jay Carney, il portavoce di Obama.

L'altro interrogativo, più politico, che domina il confronto pubblico in America è quello sul 'peso' delle informazioni ottenute da sospetti terroristi con tecniche di interrogatorio poco ortodosse, da molti considerate tortura, come il waterboarding.

 Donald Rumsfeld, che fu segretario alla Difesa durante gran parte dei due mandati di George Bush, ha deluso le aspettative dei 'falchi' repubblicani. Queste informazioni, ha detto in un'intervista concessa al sito conservatore Newsmax.com, sono state ottenute "con un normale approccio d'interrogatorio". Ed è "una leggenda",
l'affermazione che il waterboarding sia stato usato a Guantanamo. Alcuni repubblicani, come il deputato di New York Peter King, hanno difeso il rocroso al waterboarding dichiarando che grazie a questa "tecnica di interrogatorio rafforzato" si è appreso il nome del corriere di bin Laden.

 Sul punto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama continua ad avere la stessa idea. Lo ha precisato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, rispondendo alle domande dei giornalisti. Sulle "tecniche di interrogatorio potenziate" ('enhanced interrogation techniques', come vengono definite), Carney ha detto che l'operazione Bin Laden "non cambia la posizione del presidente sulla tortura".

Obama in più occasioni ha dichiarato di essere "assolutamente contrario" al ricorso alla tortura.

E ancora, ha detto il portavoce della Casa Bianca Jay Carney, le informazioni ottenute dai detenuti hanno aiutato l'intelligence americana ad arrivare a bin Laden, ma non vi sono state "singole informazioni più importanti di altre". Secondo alcune ong che si battono per il rispetto dei diritti umani, Khaked Sheikh Mohammed, considerato la mente dell'11 settembre, e Abu Faral al Libi, considerato il capo esecutivo di Al Qaida (arrestato nel 2005), sarebbero stati sottoposti a waterboarding decine di volte.

Sul piano geopolitico, l'interrogativo più pressante per l'amministrazione Obama, ora, è che cosa fare con il Pakistan. Pakistan che definisce "inquietante" il fatto che gli Usa non si fidino dell'alleato Islamabad. Parole pronunciate dal ministro degli Esteri pakistano, Salman Bashir, in risposta a Leon Panetta, secondo cui gli Usa non hanno avvertito Islamabad del raid nella villa-fortezza di Abbottabad per timore che i pakistani informassero proprio Osama bin Laden. Intervistato dalla Bbc, Bashir ha detto che "in gran parte degli eventi che sono accaduti in termini di anti-terrorismo il Pakistan ha giocato un ruolo fondamentale, e dunque è inquietante sentire affermazioni del genere". Bashir ha aggiunto che l'Isi, i servizi segreti
pakistani, avevano identificato come "sospetto" il compound di Abbottabad già due anni fa, ma ha riconosciuto che è stata la Cia a scoprire che appartenesse al leader di al-Qaeda.

Il luogo in cui si nascondeva Osama Bin Laden, non lontano da un'accademia militare pachistana, e' testimonianza del fallimento dei servizi di intelligence di tutto il mondo, compresi quelli americani, e non solo di quelli del Pakistan. Lo ha dichiarato a Parigi il Primo ministro pachistano Yousuf Gilani. 

 A fianco del Pakistan, osserva il Wall Street Journal, negli ultimi tempi c'è la Cina: anche ieri il ministro degli Esteri di Pechino ha salutato la morte di Bin Laden come uno "sviluppo positivo nella lotta internazionale contro il terrorismo", e un portavoce dello stesso ministero ha lodato gli sforzi "vigorosi" del Pakistan nella lotta al terrorismo. E' il segno che i rapporti tra la Cina e il Pakistan sono diventati profondi, con il colosso asiatico che ormai fornisce un significativo sostegno militare al suo alleato, con l'obiettivo di riequilibrare i rapporti di forza con l'India.

 L'ex presidente Usa, George W. Bush, ha declinato l'invito del suo successore, Barack Obama, a partecipare all'evento organizzato a Ground Zero, giovedì, dopo il raid delle forze speciali Usa che hanno ucciso Osama Bin Laden. "Ha apprezzato l'invito, ma ha deciso che nel dopo-presidenza vuole rimanere lontano dai riflettori", ha segnalato un suo portavoce. A Ground Zero, la zona di New York tragica testimonianza del crollo del World Trade Center a New York, Obama incontrerà le famiglie delle vittime degli attentati alle Torri Gemelle. 

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