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Libia, pressing di Bossi sulla mozione: “Se Silvio non la vota il governo salta”

L'ha definita «costruttiva» il premier Silvio Berlusconi la mozione in sei punti preparata dalla Lega in vista del passaggio parlamentare di martedì sulla missione italiana in Libia. Eppure Umberto Bossi non molla e avverte: «Se Berlusconi non la vota, vuol dire che vuol far saltare il suo governo».

Il leader della Lega, insomma, unisce a doppio filo il destino dell'esecutivo all'appoggio del Pdl alla mozione che il Carroccio ha preparato sulla Libia, per fissare limiti alle operazioni militari italiane. A Menaggio, dove si è imbarcato per la tradizionale «battellata» organizzata dal Sindacato Padano, Bossi ha detto che «prima o poi» vedrà il premier, Silvio Berlusconi, comunque, «prima» del passaggio parlamentare delle mozioni. Il leader del Carroccio è comunque tornato a condannare i raid armati in Libia. «Non serve a niente bombardare - ha spiegato -, ammazzi solo la gente. Poveracci, poi scappano».

Intanto, il ministro dell'Interno Roberto Maroni torna sul rifiuto del Pd di appoggiare la mozione del Carroccio. «Tocca fare a noi, come Lega, anche la parte della sinistra», che sembra aver rinunciato ai valori del pacifismo, attacca il titolare del Viminale. «Mi sono sorpreso - ha sostenuto Maroni all'inaugurazione di una sede della Lega Nord - quando ho letto la mozione del Pd, perché mi aspettavo un richiamo ai principi della pace ma invece ho trovato chi dice "Vanno bene i bombardamenti" e invita il governo ad andare avanti. È incredibile, pensavo fosse la mozione del Pdl». Il ministro del Carroccio ha quindi ribadito i punti della mozione già annunciata da Umberto Bossi, in cui la Lega chiede l'impegno del governo a stabilire una data di conclusione della guerra in Libia.

«Penso - ha spiegato Maroni - che sia un testo completo, corretto e condivisibile da tutti, che rappresenta una via d'uscita a chi si è messo nella strada complicata dei bombardamenti». Il ministro dell'Interno, come già fatto sabato, ha dato atto al premier di aver fatto «una dichiarazione positiva, che ci permette di lavorare». Non ci sarebbe ancora, invece, un incontro stabilito con Berlusconi prima di martedì, come ha risposto lo stesso Maroni a chi glielo chiedeva.