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Gheddafi: “Con l’Italia è guerra”

C'è anche un duro riferimento all'Italia nel discorso pronunciato nelle prime ore di oggi dal leader libico Muammar Gheddafi. "Tra noi e l'Italia è guerra aperta", ha detto il colonnello nel discorso trasmesso dalla tv di stato. "Il governo italiano oggi attua la stessa politica fascista e coloniale dei tempi dell'occupazione", ha proseguito Gheddafi, affermando che nel 2008 l'Italia "ha fatto le sue scuse e ha detto che il colonialismo è stato un errore che non si sarebbe ripetuto, ma ora sta facendo lo stesso errore".

"Con rammarico prendiamo atto che l'amicizia tra i due popoli è persa - ha concluso Gheddafi - e che i rapporti economici e finanziari sono stati distrutti".

Bombe della Nato sono cadute su Tripoli nei pressi degli studi della tv dove stamattina il leader libico Muammar Gheddafi stava rilasciando una dichiarazione. Lo rende noto la tv di Stato, parlando di un tentativo da parte della coalizione di attentare alla vita del Colonnello. 

"Un edificio adiacente alla sede di al-Jamahiriya è stato bombardato mentre Muammar Gheddafi stava tenendo il suo discorso: questo significa che l'obiettivo era lo stesso leader della rivoluzione", ha affermato l'emittente dopo le dichiarazioni del Colonnello. La ricezione del segnale da al-Jamahiriya è stata più volte disturbata durante il discorso di Gheddafi.

Il leader libico Muammar Gheddafi ha lanciato stamani un appello alle forze Nato per avviare negoziati che mettano fine i raid aerei sulla Libia. "Noi non li abbiamo attaccati, né abbiamo oltrepassato i loro confini: perché allora ci stanno attaccando?", ha detto il Colonnello in un'apparizione in diretta tv. "Paesi che ci attaccate, fateci negoziare con voi", ha chiesto Gheddafi.

"Mi sono rattristato quando ho sentito oggi i figli del popolo libico nei loro discorsi minacciare di trasferire la guerra in Italia. Hanno detto che orami è una guerra tra noi e l'Italia perché l'Italia ammazza i nostri figli adesso nel 2011 come ha fatto nel 1911. Quindi i libici hanno ragione in quel che dicono e io non posso porre un veto sulle decisione dei libici che vogliono difendere la loro vita e la loro terra e trasferire la battaglia nei territori nemici".

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