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Lavoro in Sardegna – Timidi segnali di ripresa, ma non per costruzioni, manifatturiero e agricoltura.

L’Ufficio Studi di Confartigianato ha elaborato i dati ISTAT dell’occupazione a livello settoriale e provinciale, riferiti al periodo 2009- 2010 e dall’analisi dei vari settori produttivi, tra il IV trimestre 2009 e il pari trimestre 2010, emerge che l’occupazione in Sardegna è cresciuta del 2,7% anche se le piccole e medie imprese manifatturiere, edili e agricole hanno subito una perdita media del 3%. Segnali positivi, invece, per il commercio-turismo (+11,9%) e i servizi alle imprese e alle persone (+2,3%).

"Per il lavoro in Sardegna – ha affermato il Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianu - sembra esserci uno spiraglio di luce che, ancora una volta, non coinvolge le imprese artigiane e quelle agricole".

"Imprese, lavoratori e cittadini non possono più aspettare – ha continuato Murgianu – nella politica regionale vediamo ancora troppe incertezze, troppi tentennamenti, troppa poca incisività nelle azioni. Anche le recenti proposte della Giunta arrivano in ritardo. La crisi del lavoro viene, oltre che dalla situazione contingente, soprattutto dalla crisi del lavoro giovanile. Ci sono ancora troppe difficoltà per assumere i nostri giovani".

"Gli ultimi dati Eurostat (febbraio 2011) – ha poi ripreso il Presidente - dicono che il tasso di disoccupazione giovanile europeo è del 18,9% e quello italiano è del 28,1%. Confrontati con le Province della Sardegna si può cogliere immediatamente una grande differenza: nel 2010 (dati ISTAT) la percentuale dei giovani senza lavoro era pari al 54,7% a Carbonia-Iglesias e al 50% a Sassari. Solo Nuoro riduce il danno con il 27,6%".

Dalla elaborazione di Confartigianato Imprese si possono rilevare in anteprima i dati provinciali degli occupati (valori assoluti medi per il 2010), che indicano 205 mila nella provincia di Cagliari, seguita da Sassari con 120mila, da Olbia-Tempio con 65mila, Nuoro con 57mila, Oristano con 55mila, Carbonia-Iglesias con 39mila, il Medio Campidano con 34mila e l’Ogliastra con 18mila.

L’attività lavorativa nei servizi è preponderante in tutte le province con la punta massima di Cagliari (82,2%) seguita da Sassari (79,3%). La seconda è quella delle costruzioni; il Medio Campidano è primo (11,4%), seguito dall’Ogliastra (11,3%). La terza è il manifatturiero dove comanda Carbonia-Iglesias con il 21,6% degli occupati, seguita da Nuoro, con il 15,3%. Vista l’evoluzione delle crisi industriale a Carbonia questo dato è probabilmente il più delicato. La dinamica del tasso di occupazione (rapporto tra occupati e corrispondente popolazione di riferimento), indica che la provincia di Sassari è quella che, tra il 2008 e il 2010, a livello nazionale è cresciuta di più (+3,6%, dal 37,3% nel 2008 al 40,9% nel 2010). Dall’altra parte della classifica nazionale si nota il crollo di Carbonia-Iglesias con (-6,6%, dal 40,5% al 33,8%), che si classifica ultima tra 107 province. Male anche l’Ogliastra con -3,8% (da 40% a 36,2%), Cagliari con -3,6% (da 45,4% a 41,8%), Oristano con -2% (da 39,8% a 37,8%), Olbia-Tempio con -1,4% (da 39,8% a 37,8%). Invariati il Medio-Campidano (37,6%) e Nuoro (40,8%).

"I dati provinciali e settoriali - ha così concluso il Presidente Murgianu - ci preoccupano tutti, in particolare quelli della Provincia di Carbonia-Iglesias. Serve un’immediata iniziativa che passi tramite il coinvolgimento delle Associazioni Imprenditoriali. L’alternativa è la protesta, giusta, ma a rischio di essere sterile ed esplosiva, che già si agita tra i cittadini e gli imprenditori. La Confartigianato Imprese Sardegna è pronta ad assumersi le proprie responsabilità e a collaborare per un vero progetto di sviluppo". Com.