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Alta tensione a Lampedusa e fuga in massa dalla tendopoli di Manduria

Poco ottimista sulla missione di lunedì in Tunisia con il premier Berlusconi, il ministro dell'Interno Roberto Maroni si prepara allo scenario peggiore. Il tempo migliorerà, gli sbarchi riprenderanno e ci sarà da sistemare nel giro di pochi giorni 10-20mila persone in tendopoli da allestire in ogni regione, escluso l'Abruzzo. Anche in quelle governate dal Lega, come Piemonte e Veneto. La data chiave è quella di martedì prossimo, quando la cabina di regia Governo-Regioni-Enti locali farà il punto della situazione.

E intanto è caos a Lampedusa, dove il vento ha rimandato le partenze e sull'isola ci sono ancora più di tremila africani ed a Manduria, dove sono proseguite le fughe di massa di migranti dalle tendopoli. Ieri Berlusconi si è detto fiducioso di raggiungere un accordo con Tunisi per il blocco delle partenze di migranti ed il rimpatrio di quelli già arrivati (sono 20mila). Sul primo punto l'Italia e' pronta a mettere sul piatto mezzi (motovedette, fuoristrada, motori, visori notturni ed altri equipaggiamenti) e l'addestramento alle forze di polizia per una quota di circa 100 milioni di euro.

Le prime forniture potrebbero partire già tra un paio di settimane. Quanto ai rimpatri, l'obiettivo, probabilmente velleitario, è strapparne 100 al giorno (l'accordo in vigore ne prevede al massimo quattro). In cambio, Roma offre linee di credito supplementari fino a 150 milioni di euro per incentivare il reinserimento dei migranti e l'avvio di attività economiche. Ma da Tunisi è gelo. Nessun accordo sull'immigrazione clandestina - puntualizza il ministero degli Esteri del Paese nordafricano - è stato firmato con l'Italia lo scorso 25 marzo durante la missione a Tunisi dei ministri Frattini e Maroni.

Viene quindi rivolto l'appello al governo italiano affinché mostri "solidarietà con il popolo tunisino in questo importante periodo di transizione" sul fronte dell'immigrazione e ricorda che la Tunisia stessa sta facendo i conti con un afflusso di oltre 150mila rifugiati dalla Libia che "sono stati accolti dal popolo tunisino" malgrado "la difficile situazione che attraversa il Paese". Secca la replica dall'Italia. Fonti del Governo fanno sapere Maroni e Frattini hanno concordato con le autorità tunisine il rimpatrio immediato e progressivo - nel giro di un mese con navi e aerei - di tutti i cittadini del paese nordafricano arrivati a Lampedusa quest'anno, sulla base dell'accordo tra i due Paesi sottoscritto il 6 agosto 1998 e rinnovato nel gennaio del 2009. Non c'era dunque da firmare un nuovo accordo. Ma quell'impegno non è stato rispettato. Da Roma è stata infatti inviata a Tunisi la richiesta per il rimpatrio dei primi mille già identificati, senza avere risposta.