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Arrestato il capo degli Ultrà del Milan, aveva una bomba

Gli agenti della Digos di Milano hanno arrestato allo stadio Meazza il leader del gruppo Commando Ultra Tigre, di fede milanista, in quanto, a bordo della sua
auto, sono stati trovati un ordigno artigianale, definito "dal potenziale micidiale" dagli artificieri, quattro coltelli, una mazza da baseball e una bomboletta di spray urticante. Marco Righetto, 35 anni, e' quindi stato arrestato per detenzione di materiale esplodente e violazione della legge sulle armi.

I superlativi si sprecano, ma il derby di stasera non vale lo scudetto. Lo dicono in coro Leonardo e Massimiliano Allegri, che si accomoderanno in panchina nella stracittadina milanese più importante degli ultimi 20 anni. 

Il Milan si presenta all'appuntamento con 2 punti di vantaggio sui cugini, protagonisti di una rimonta che potrebbe essere coronata dal clamoroso sorpasso nel confronto diretto. Il menù è ricco e diventa ricchissimo se si pensa alle questioni 'extra-tecniche'. 

I riflettori ovviamente saranno puntati soprattutto su Leonardo. Dopo 13 anni rossoneri tra campo, scrivania e panchina, il brasiliano ora si trova a guidare l'Inter. "Non penso sia la mia gara, una partita del genere è dei giocatori", dice il verdeoro nella conferenza della vigilia. 

"Quando ho lasciato il Milan, non sapevo cosa potesse succedere. Non scrivo mai il copione della mia vita. Se dovessi tornare indietro, rifarei tutto", dice. E pazienza se domani buona parte dello stadio lo accuserà di 'tradimento'.

"Ho fatto una scelta basata solo sulle mie sensazioni. Porto con me tante emozioni, per una serie di motivi. Ma non sono la cosa più importante in questo derby. Tengo a quello che ho vissuto, ci tengo tantissimo". 

Chi vorrà, potrà fischiarlo. Lui non si sorprenderà troppo nemmeno se qualche giocatore del Milan lo guarderà storto. 

"Rispetto il giudizio e il coinvolgimento emotivo di tutti. Attorno ai 30 anni, ho avuto un momento di introspezione nella mia vita e ho deciso di vivere il calcio in maniera positiva. Ho le mie certezze e i miei valori, questo mi dà molta tranquillità”, dice mostrando serenità. 

"Nessuno mi ha fatto favori, non ho fatto compromessi: ho scelto in maniera chiara davanti a tutti e ne sono fiero -ribadisce-. Ho la mia linea e non la lascio: nemmeno domani. Io mi lego alle persone e sono già legatissimo alle persone dell'Inter". 

Se dovesse arrivare una preziosissima vittoria, come reagirà? Perderà l'aplomb odierno? "Io cerco sempre di reagire in maniera naturale. Se sentirò di gioire, lo farò. Lavoro per arrivare al gol e alla vittoria: non ho nessun blocco". 

L'aspetto prettamente tecnico della sfida rischia di passare in secondo piano. "Inter e Milan -spiega- si conoscono fin troppo bene, non c'è niente da scoprire o da inventare. Il Milan non avrà Ibrahimovic? Davanti avrà comunque elementi in grado di tenere alto il livello del gioco. Credo che andranno in campo due squadre intenzionate a giocare, più portate a creare che a distruggere". 

I 90 minuti non produrranno un verdetto definitivo per la classifica: "A livello matematico, il risultato non sarà decisivo. Il Napoli e l'Udinese stanno volando, ci sono ancora gli scontri diretti. Il Milan non si è inceppato, nell'arco di una stagione è normale avere un periodo in cui i risultati non arrivano con regolarità”. Il diavolo, dice Leonardo, non è in panne. 

Ci tiene a sottolinearlo, con un pizzico di polemica, anche Allegri. "Mi dà fastidio sentire che il Milan è in crisi, ogni tanto guardo il giornale per capire se siamo ancora in testa", dice l'allenatore della capolista, che non abbandona la linea seguita nelle dichiarazioni degli ultimi giorni. 

"Il derby è una partita straimportante ma il campionato non finisce qui. La sfida, ad ogni modo, è più decisiva per l'Inter", dice il tecnico livornese. 

"Mancano 7 partite, ci sono 21 punti in palio. Non sarebbe male andare a +5, ma è altrettanto vero che nelle ultime 2 giornate gli altri ci hanno rosicchiato 5 punti", dice ripensando agli ultimi passi falsi.

"Siamo in testa da 21 giornate, non pensavamo certo di vincere scudetto con un mese e mezzo d'anticipo. Il campionato si vince solo quando lo dice la matematica, gli altri discorsi sono inutili. Parlare ora non ha senso", prosegue.

Otto mesi di Milan sono bastati per giurare fedeltà al diavolo. Nessun giudizio, però, sulla 'metamorfosi' di Leonardo. "Con lui ho avuto solo un paio di conversazioni a maggio dello scorso anno, quando sono andato a Coverciano per dire due 'bischerate' a chi stava per diventare allenatore", racconta prima di aprire l'album dei ricorsi. 

"Io sono andato dal Livorno al Pisa nel 1988, ma sono passato dalla C1 alla A. Ma il derby si sente quando si gioca nella stessa categoria", dice descrivendo il 'tradimento' che ha caratterizzato la sua carriera da calciatore. 

"Meglio pensare al presente e il presente è la prossima partita", dice tornando rapidamente all'attualità. In un match fondamentale, avrebbe voluto a disposizione tutti big. 

"Mi sarebbe piaciuto poter scegliere tra tutto l'organico per una partita così importante. Ibrahimovic, che sta disputando la miglior stagione della carriera, manca per squalifica, altri sono assenti per infortunio: bisogna farne a meno, per forza. Il Milan ha dimostrato di essere capace di grandi prestazioni anche quando deve fare i conti con molte assenze".

Inter-Milan? "Mi dispiace, non farò in tempo a vedere il derby, nemmeno in tv. Mi piacerebbe, ma non posso" confessa Josè Mourinho. "E' un bel derby - continua - Ne ho giocati quattro, ne ho vinti tre. E mi sono piaciuti tutti, anche quello che ho perso. Quest'anno sarà ancora più bello perché negli ultimi due anni non c'era il titolo in palio: oggi invece gioca la prima contro la seconda, in ballo c'è lo scudetto".