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Regioni: no alle tendopoli.

No dalle Regioni alle tendopoli per ospitare gli immigrati irregolari sbarcati a Lampedusa o in arrivo dal nord Africa. È sostanzialmente fallita la 'cabina di regia' sull'emergenza immigrazione svolta questa mattina a Roma tra il premier Silvio Berlusconi, i ministri Raffaele Fitto (Affari regionali), Roberto Maroni (Interno), Ignazio La Russa (Difesa) e i rappresentanti di Regioni e Province.

Nella riunione il governo ha illustrato agli enti locali l'elenco di siti - sette sarebbero al Nord - per accogliere i clandestini, previsti in tutte le regioni tranne l'Abruzzo, ma le Regioni hanno negato la loro disponibilità ad ospitare tendopoli e, più in generale, ad accogliere i migranti clandestini. 

Al termine del vertice il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha formalizzato così la contrarietà delle Regioni: "No a situazioni di ingestibilità per quanto riguarda l'emergenza umanitaria che stiamo affrontando e le tendopoli non sono gestibili. Berlusconi ci ha detto che lunedì sarà in Tunisia e in base ai risultati ci incontreremo nuovamente martedì e vedremo di proseguire nella risoluzione dei problemi. L'emergenza - ha aggiunto Errani - comunque va gestita con senso delle istituzioni". 

Il premier ha assicurato che "le tendopoli e i Centri di espulsione sono una soluzione assolutamente provvisoria", ma lasciando palazzo Chigi diversi governatori hanno ribadito la loro posizione negativa. "Nessuno di noi vuole le tendopoli", ha detto la presidente del Lazio Renata Polverini, invocando invece la strada di un coinvolgimento delle organizzazioni, come la Protezione civile, del volontariato e anche religiose, nell'accoglienza degli immigrati.

Per Nichi Vendola, presidente della Puglia, "è necessario evitare la concentrazione degli immigrati in pochi luoghi come ad esempio nelle tendopoli che rischiano di diventare luoghi ingestibili e di paura sul territorio". No ai clandestini anche dal presidente della Lombardia Roberto Formigoni: "Per gli immigrati che in questo momento sono da considerarsi illegali, e quindi probabilmente clandestini, valgono le regole che prevedono il rientro nei paesi di origine".

E mentre il ministro Fitto ha cercato di ricucire le due posizioni ("la volontà precisa del governo - ha detto - è quella di condividere con il sistema delle autonomie locali e delle Regioni, le scelte e il percorso individuato"), anche i Comuni tramite il presidente dell'Anci Sergio Chiamparino hanno annunciato a Maroni "la sospensione della nostra disponibilità" all'accoglienza, almeno fino a quando il governo abbia chiarito "se si tratta di persone che vengono considerate rifugiati oppure clandestini".

Una nuova riunione tra governo e enti locali è fissata per martedì, dopo il viaggio in Tunisia di Berlusconi e Maroni.

 Sulle coste del nostro Paese è in arrivo "uno tsunami umano" ed è per questo che è necessario fermare l'ondata di sbarchi e rimpatriare i migranti che sono già arrivati in Italia. Silvio Berlusconi scende in conferenza stampa a palazzo Chigi dopo aver presieduto la cabina di regia con gli enti locali e alla vigilia della sua visita a Tunisi di lunedì prossimo, chiede alla Tunisia un impegno per i rimpatri.

"L'incontro di Tunisi previsto lunedì con il governo tunisino - dice - deve portare all'impegno della Tunisia per l'accettazione dei rimpatri".

"Quello che abbiamo di fronte - aggiunge Berlusconi - è uno tsunami umano che può assumere dimensioni importanti: più di 20 mila clandestini hanno raggiunto il nostro Paese. Stiamo affrontando la situazione in modo da sgravare Lampedusa da questa massa di persone. Il mare è agitato e questo ha ritardato operazioni di imbarco che riprenderanno il prima possibile".

Il premier premette che l'Italia è disposta ad aiutare Tunisi anche sul piano finanziario, "a fronte dell'impegno a fermare l'uscita illegale di loro cittadini dal loro Paese" e spiega che l'Italia si è impegnata "in linee di credito ed equipaggiamenti a forze di polizia impegnate nel controllo per un valore vicino ai 100 milioni dalla metà del mese di aprile".

Berlusconi torna a sottolineare che la questione immigrati non è solo un problema italiano e chiede ancora l'aiuto dell'Unione Europea: "Anche l'Europa deve intervenire e dare il suo apporto - ribadisce - noi continuiamo a esercitare pressioni sulla Commissione europea. Nell'ultima riunione abbiamo fatto introdurre l'impegno di un intervento diretto nei confronti dei Paesi che sarebbero stati toccati da questa immigrazione".

Critiche all'Europa arrivano dal presidente del Senato, Renato Schifani, che dopo aver invitato le forze politiche ad accogliere l'appello del Capo dello Stato, sottolineando che "questo clima quasi blocca le riforme e questo non ce lo possiamo consentire", ha aggiunto: "Non valuto positivamente l'atteggiamento dell'Unione Europea - dice - penso che in questi momenti l'Europa e suoi componenti non siano molto vicini al pressante problema che stanno affrontando Lampedusa e tutto il Paese".

Fughe in massa si stanno registrando dalla tendopoli di Manduria attraverso un varco che si trova all'altezza di un cancello della piccola recinzione, alta non più di due metri. Il varco è stato fatto nelle scorse ore dai vigili del fuoco che stanno compiendo lavori nell'area.

Gli immigrati lo hanno scoperto e lo stanno utilizzando per fuggire: si nascondono per alcuni minuti in vecchi ruderi diroccati di ex dormitori di quello che era un aeroporto militare e che ora ospita la tendopoli e poi vanno via nelle campagne dopo aver attraversato la strada provinciale che collega Manduria con Oria.

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