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Napolitano: basta scontri

Appena rientrato dal suo viaggio ufficiale negli Stati Uniti, il presidente Giorgio Napolitano ha deciso di convocare al Quirinale i capigruppo di Pdl, Pd e Udc alla Camera e al Senato. Oggi toccherà ai presidenti degli altri gruppi parlamentari. Non sono piaciute al capo dello Stato le notizie che arrivavano dalla Camera nelle giornate di mercoledì (lo scontro tra il presidente Gianfranco Fini e il ministro Ignazio La Russa) e di ieri (le polemiche sul ruolo di Fini per le modalità di voto sulla non approvazione del processo verbale). 

Da qui l'iniziativa di convocare i presidenti dei gruppi parlamentari per segnalare la necessità di abbassare al più presto la temperatura del confronto politico. Già ieri pomeriggio la situazione alla Camera era tornata pressoché alla normalità, dopo la decisione presa dalla conferenza dei capigruppo di rinviare la discussione sul cosiddetto ''processo breve'' e di votare martedì prossimo il conflitto di attribuzione sollevato da Pdl e Lega affinché delle imputazioni riguardanti il presidente del Consiglio sul ''caso Ruby'' si occupi il tribunale dei ministri e non quello di Milano. Da New York, il presidente Napolitano era tornato a segnalare l'eccesso di tensioni tra le forze politiche: ''Non faccio commenti su nessuna personalità politica italiana. Parlo in generale, il più grande problema della politica è l'iper-partigianeria che produce una guerriglia quotidiana e rende impossibile il dialogo e il confronto determinando una delegittimazione reciproca dei competitori politici''. 

 Al capo dello Stato preoccupa inoltre l'effetto di delegittimazione delle istituzioni politiche che episodi come quelli avvenuti nelle ultime quarantott'ore a Montecitorio possono avere sull'opinione pubblica. Il richiamo ai presidenti dei gruppi alla Camera e al Senato incontrati ieri in modo irrituale (Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, Pdl; Gianpiero D'Alia e Pier Ferdinando Casini, Udc; Anna Finocchiaro e Dario Franceschini, Pd) è stato chiaro: occorre tornare a una normale dialettica parlamentare tra maggioranza e opposizione, oltre che al rigoroso rispetto istituzionale. Il premier Silvio Berlusconi chiede intanto unità e compattezza ai suoi deputati. Ai parlamentari del Pdl incontrati ieri ha ribadito il proprio giudizio negativo su come Fini esercita il suo ruolo di presidente della Camera ma ha sottolineato che in questa fase e' importante approvare la riforma della giustizia, a iniziare dal processo breve. Ieri sera Berlusconi si è riunito a Palazzo Grazioli con i ministri Roberto Maroni, Ignazio La Russa e Raffaele Fitto per fare il punto sull'emergenza immigrazione.

Nell'incontro si è anche preso atto che il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano non ha intenzione di ritirare le proprie dimissioni, annunciate mercoledì in dissenso con l'eccessivo invio di migranti nella tendopoli pugliese di Manduria. Il vertice ha deciso che Berlusconi si recherà a Tunisi lunedì prossimo per discutere con le autorita' di quel paese un nuovo impegno per lo stop alle partenze degli immigrati, la disponibilità per il rimpatrio di parte dei clandestini e il controllo delle coste.

 

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