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Assad: “Da oggi riforme”.

Solo un breve accenno alle riforme da attuare "da oggi", ma nessun annuncio di revoca dello Stato di emergenza, in vigore in Siria dal 1963, richiesta con forza dalle manifestazioni di piazza in corso da oltre due settimane.

Il presidente era atteso per illustrare le riforme da lui stesso promesse, tra cui la revoca dello stato d'emergenza in vigore da 48 anni e la riforma della legge sui partiti e sui mezzi d'informazione, Assad si è limitato ad affermare: "Sono dispiaciuto per il sangue dei nostri concittadini. Intorno a noi sta cambiando il mondo con ripercussioni in tutta la regione, Siria compresa".

Per coloro che le credevano che le dimissioni di ieri del governo fossero segni di timido cambiamento e che attendevano la revoca dello stato d'emergenza per oggi, il discorso di Assad in Parlamento è sicuramente stato deludente e solo un apparizione di circostanza.

Il presidente ha poi parlato delle trame della rivolta con una chiara accusa: "La Siria è vittima di una grande cospirazione che viene dall'esterno e dall'interno fomentata dalle menzogne dei mezzi di informazione soprattutto delle televisioni satellitari". "Indagheremo sulle responsabilità dei morti, chi ha sbagliato pagherà".

Delle riforme solo un breve accenno: "A chi le chiede diciamo sì, abbiamo ritardato ma da oggi ripartiamo". "Il nuovo esecutivo - ha aggiunto - continuerà la discussione sulla riforma della legge sui partiti e sulla legge d'emergenza".

Nel corso del discorso il presidente è stato più volte interrotto da poesie di elogio allasua figura, e che ha concluso con una sfida: "Non accettiamo interferenze sulla nostra terra. Chi vuole la guerra l'avrà".

Ora bisognerà attendere la reazione della piazza. Già dalle prime ore del mattina, nella pagina Facebook del gruppo dell'opposizione 'The Syrian Revolution 2011' ha pubblicato una grande manifestazione di protesta dopo la consueta preghiera del venerdì.