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Energie rinnovabili – Adriano Salis (IdV): “Facciamo nostro il grido d’allarme lanciato dal presidente di Confagricoltura Sardegna, Gigi Picciau”.

Adriano Salis, capogruppo IdV in Consiglio regionale, ha così risposto all'appello-denuncia lanciato da una delle principali sigle del comparto agricolo in Sardegna: "Facciamo nostro il grido d’allarme lanciato dal presidente di Confagricoltura Sardegna, Gigi Picciau, sul blocco dei 7 milioni di euro stanziati dalla L.R 15 per gli impianti di energie rinnovabili nelle aziende agricole".

"La lentezza della Giunta regionale si accompagna, drammaticamente – ha continuato Salis - per gli agricoltori sardi, con il decreto del Governo nazionale che poche settimane fa ha strangolato il settore delle energie pulite e sicure. Con il decreto Romani, infatti il Governo ha manifestato con chiarezza la volontà di chiudere il fotovoltaico colpendo così sia l’industria del comparto, che sta cercando di sopravvivere con i suoi 150.000 lavoratori, che le aziende agricole e artigianali che in questi mesi hanno investito nel fotovoltaico".

"Il blocco dei finanziamenti al 31 Maggio per il fotovoltaico, deciso impropriamente dal decreto Romani, - ha sottolineato il capogruppo - si trasformerà in un danno incalcolabile per le imprese agricole sarde. I loro progetti rischiano la decadenza perché non riusciranno ad avere accesso agli incentivi per le energie rinnovabili. Siamo a fianco delle aziende agricole sarde che avevano chiesto con forza un provvedimento per l’abbattimento dei loro costi energetici. Richiesta accolta dalla L.R. 15, che oltre al sostegno agli agricoltori avrebbe creato in Sardegna un indotto stimato in 1500 nuovi posti di lavoro".

"Italia dei Valori si schiera a fianco delle aziende produttrici che hanno deciso di ricorrere per danni all’Alta Corte di Giustizia – ha concluso Salis - Chiederemo inoltre alla Giunta che anche la Sardegna si schieri con le altre Regioni che hanno già manifestato la volontà di ricorrere alla Corte costituzionale per chiedere l’annullamento del decreto Romani". Red.