Ieri è stata ancora una giornata di scontri tra Italia e Francia sulla Libia, con le tensioni che dalle operazioni militari si spostano sul fronte diplomatico.
Dopo giorni di estenuanti trattative, Parigi è costretta a cedere sul comando unico Nato della missione. Silvio Berlusconi plaude "soddisfatto", consapevole che in questo modo l'attivismo dell'Eliseo puo' essere imbrigliato nei meccanismi decisionali dell'Alleanza. Ma a Bruxelles Nicolas Sarkozy rilancia, annunciando "un'iniziativa politica e diplomatica" comune con David Cameron che Francia e Gran Bretagna - auspicabilmente insieme alla Germania - presenteranno al vertice dei ministri degli Esteri della coalizione in programma martedi' a Londra.
Quando l'inquilino dell'Eliseo prova a riprendersi la scena durante la conferenza stampa conclusiva del summit europeo, Berlusconi ha appena lasciato Bruxelles con un laconico "è andato tutto bene". Niente conferenza stampa, nessuna domanda.
L'irritazione per la nuova mossa di Sarko', ancora una volta 'ad excludendum', trapela pero' dalla Farnesina. "Anche l'Italia ha le sue idee e le sue proposte, e le fara' valere nelle sedi opportune e nei prossimi appuntamenti, discutendole con i partner". "Qualsiasi soluzione politica d'altra parte - osservano le stesse fonti - dovrà necessariamente passare per il consenso dei Paesi Ue, della coalizione e dunque anche dell'Italia".
Berlusconi, insomma, non vuole restare indietro, ne tantomeno essere messo davanti al fatto compiuto, come avvenuto a Parigi. Inoltre, l'iniziativa dell'Eliseo rischia di sovrapporsi ai tentativi italiani. Il premier su questo è stato molto chiaro: serve arrivare quanto prima ad un cessate il fuoco, e solo dopo sarà possibile tentare una mediazione, che conduca all'addio del Colonnello, magari attraverso l'esilio. Non con un'azione unilaterale dell'Italia nei confronti di Gheddafi - che, almeno al momento, Berlusconi ritiene impossibile - bensi' con un'iniziativa multilaterale, da affidare eventualmente alle Nazioni Unite e soprattutto all'Unione Africana. Un sentiero che tuttavia appare stretto, visto che al vertice dell'Ua di Addis Abeba si sono seduti oggi i rappresentanti del regime di Tripoli, ma non degli insorti.
Il fastidio per i continui personalismi di Sarkozy non riguarda d'altra parte solo l'Italia, come dimostrano le parole del turco Erdogan. Il capo di Stato francese e' nel mirino di molti: 'sconfitto' nella battaglia sulla Nato, e' il ragionamento che si fa in ambienti diplomatici a Bruxelles, l'Eliseo sta cercando ora di intestarsi il processo politico. Un percorso per il quale pero' Roma ha da tempo avanzato proposte, come quella di un dialogo di riconciliazione nazionale che comprenda le tribu' libiche piu' influenti, escludendo ovviamente il colonnello: "Il discorso con lui - hanno ribadito anche oggi fonti diplomatiche italiane - e' chiuso: non e' piu' un interlocutore". Anche il Cavaliere sarebbe dunque ormai persuaso che la 'conditio sine qua non' per superare l'impasse e' che il rais lasci.
I margini per l'Italia restano comunque stretti: da un lato il premier non può esimersi dal partecipare alla coalizione; dall'altro, proprio l'amicizia con Gheddafi gli impedisce, paradossalmente, di assumere il ruolo di mediatore. Ecco perche', in questa due giorni brussellese, il Cavaliere ha ridotto al minimo i contatti con i giornalisti. Tanto che la soddisfazione per la "vittoria" sulla Nato arriva attraverso un comunicato. Le immagini del circuito chiuso lo mostrano mentre saluta la Merkel, parlotta con Cameron, batte amichevolmente il pugno sulla spalla dell'olandese Mark Rutte. Ma niente che lo ritragga con Sarkozy: le riprese, anzi, li mostrano ai due lati opposti del grande tavolo del Justus Lipsius.