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Forze di Gheddafi in ritirata verso Brega

Con la riconquista di Agedabia da parte dei ribelli libici, in Cirenaica la situazione si è completamente ribaltata: a detta degli stessi insorti, le forze fedeli a Muammar Gheddafi "sono in rotta", si stanno ritirando in direzione di Marsa el-Brega, 80 chilometri a sud-ovest, e adesso sono proprio gli avversari, finora assediati, che si sono messi al loro inseguimento.

"Agedabia è al 100 per cento nelle nostre mani", ha rivendicato un portavoce dei rivoltosi, Shamsiddin Abdulmollah. "Stiamo inseguendo i governativi sulla strada per Brega". Le parole del portavoce sono state confermate da testimoni oculari, compresi giornalisti presenti in zona. I combattimenti più intensi si sono consumati all'ingresso occidentale di Agedabia, ridotto a un cumulo di rovine. 

Lo riferiscono giornalisti della France Presse sul posto. Le posizioni delle forze pro-Gheddafi alla porta est della città, colpite ieri dai bombardamenti aerei della coalizione, sono deserte. Non restano che delle carcasse di carri armati bruciati. La città, ormai calma, risuona dei clacson dei mezzi degli insorti, che fanno con le dita il segno "V" di vittoria. I governativi avevano ripreso Ajdabiya la settimana scorsa, nel corso della loro controffensiva. La città, 160 km a ovest di Bengasi, è la porta d'accesso alla capitale della rivolta. La sua riconquista da parte dei lealisti era stata giudicata da molti il prologo alla sconfitta definitiva degli insorti. L'avanzata dei governativi è stata però bloccata dall'intervento internazionale, iniziato il 19 marzo. 

 Dopo aver ripreso il controllo della strategica città costiera di Ajdabiya, gli insorti libici puntano ora verso Marsa el Brega, un importante porto petrolifero più ad ovest. Lo afferma l'inviato di Al Jazeera, James Bays. L'inviato ha confermato che le forze di Gheddafi sono però ancora posizionate alle porte di Ajdabiya, ad ovest. "Le forze di opposizione mi hanno detto che potrebbero esserci alcuni governativi nascosti in città, forse dei cecchini, e ci dicono di stare attenti", ha detto Bays, pur assicurando che Ajdabiya "è solidamente nelle mani dei combattenti dell'opposizione". "La strada oltre Ajdabiya è aperta e gli insorti stanno affluendo lungo la strada... sono in strada e stanno avanzando", ha riferito l'inviato. 

 Sono continuati nella notte e all'alba di stamane i raid della coalizione sulla Libia. Gli alleati hanno colpito "siti civili e militari" della città di Zliten, a 160 chilometri da Tripoli, ha fatto sapere la tv libica. Anche la regione di al Watia, a sudovest di Tripoli è stata colpita da missili di lunga gittata mentre la zona di Tajura, periferia est della capitale, è stata colpita da tre esplosioni in successione su un sito militare di radar che attualmente è in fiamme. Nel corso delle ultime ore i caccia bombardieri della coalizione hanno effettuato raid anche su Adigiabia dove sono asserragliati i soldati di Gheddafi. 

Ieri il governo del rais ha reso noto un bilancio ufficiale delle vittime: 114 persone da domenica a mercoledì scorso.

Parigi cede: la 'coalizione dei volenterosi' che sabato scorso ha sferrato il primo attacco militare contro la Libia passerà la guida di tutte le operazioni alla Nato. Tra oggi e domattina il Comitato militare dell'Alleanza atlantica ultimerà la pianificazione e domani sera il Consiglio metterà l'ultimo timbro. Martedì invece, ha annunciato il presidente francese Nicolas Sarkozy, si riunirà a Londra il 'gruppo di contattò sulla Libia, dove la Francia presenterà con la Gran Bretagna una soluzione "politica e diplomatica" alla crisi. Ma la Farnesina sottolinea: "Anche l'Italia ha le sue idee e le sue proposte".

Il presidente francese Nicolas Sarkozy "ha detto che ha delle idee. Siccome le abbiamo anche noi, a Londra presenteremo un nostro piano di azione. Ne parleremo assieme e assieme troveremo una quadra, mi auguro". Il ministro degli esteri, Franco Frattini - in un'intervista dalle colonne del Quotidiano Nazionale - rilancia così sulla posizione di Parigi e la proposta di mediazione annunciata ieri dai francesi. 

L'Italia "sarà certamente nel gruppo di contatto per la Libia" spiega così Frattini annunciando che sarà martedì a Londra, alla riunione del gruppo di contatto e che presenterà "un piano diplomatico alternativo a quello anglo-francese". 

"E' evidente che bisogna portare a termine con successo l'iniziativa internazionale. Noi abbiamo fortemente voluto che la Nato assumesse il comando e che la responsabilità politica fosse data a un gruppo di contatto. L'Italia ne farà parte e per questo io sarò a Londra martedì", rilancia il capo della diplomazia italiana ribadendo che Parigi "ha detto che ha delle idee". 

Ma "siccome le abbiamo anche noi, a Londra presenteremo un nostro piano". "A Bengasi sono pragmatici: ho avuto un colloquio con il professor Jibril, il capo del governo provvisorio, e mi ha garantito non solo che manterranno tutti gli impegni internazionali verso i partner che vogliono una Libia unita, ma anche che rispetteranno i contratti petroliferi", ha poi sottolineato Frattini rispondendo ad una domanda sul rischio che gli insorti libici guardino con più favore verso i francesi. "Non siamo affatto fuori dai giochi" aggiunge così il ministro rassicurando gli "investitori come l'Eni".