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Regione Sardegna, riduzione numero consiglieri.

“Non si tratta di una arrogante operazione “di palazzo”, verticistica e noncurante del ruolo fondamentale del Consiglio regionale, bensì di un azione di sensibilità e responsabilità che la Giunta aveva il dovere di avviare e approfondire a vantaggio sia della società civile che del riequilibrio tra l’esecutivo e la massima assemblea sarda, per far riacquistare al Consiglio regionale la centralità nella definizione degli indirizzi politici”.

E’ quanto rimarcato dall’assessore degli Affari generali, personale e riforma della Regione, Mario Floris, all’indomani dell’approvazione in Giunta della proposta di modifica statutaria per la riduzione da 80 a 60 del numero dei consiglieri regionali, in un’ottica anche di contenimento dei costi della politica.

“Non vi è stata e mai vi sarà alcuna volontà di interferire e di condizionare i lavori del Consiglio regionale e della Commissione Autonomia – ha puntualizzato Floris - bensì il provvedimento va inteso come propedeutico a una più ampia modifica del nostro Statuto speciale. In particolare l’assessore tiene a precisare che “l’argomento era già stato calendarizzato in Giunta e che la mancata audizione in Commissione è dovuta unicamente alla contestualità degli impegni”. “L’esecutivo regionale, infatti, lungi dall’influire sulle prerogative del Consiglio e dei singoli consiglieri – ha ribadito l’esponente della Giunta Cappellacci – è disponibile a collaborare attivamente con l’organo assembleare per la definizione di percorsi e processi di riforma che richiedono il massimo coinvolgimento. D’altronde, lo stesso dibattito scaturito in seguito all’approvazione del provvedimento, testimonia l’esigenza di evitare che la difesa delle proprie prerogative determini rallentamenti che, considerati i tempi di attuazione dei procedimenti, non ci possiamo permettere”. Red