Press "Enter" to skip to content

Militari schierati in centro a Sanaa

Alcune migliaia di persone si sono radunate a Daraa, città della Siria meridionale, per partecipare ai funerali dei manifestanti uccisi negli scontri dei giorni scorsi con le forze di sicurezza. Lo riferisce la Bbc, spiegando che la folla scandisce slogan con cui chiede maggiori libertà, mentre i militari impediscono ai giornalisti locali e stranieri di raggiungere la città e hanno sequestrato loro l'attretura e gli effetti personali.

Intanto, ha preso il via anche nel centro della capitale Damasco una manifestazione in sostegno degli attivisti di Daraa. Alcune centinaia di persone scandiscono slogan e, secondo al-Arabiya, le forze di sicurezza hanno già arrestato tre dei manifestanti scesi in piazza.

Migliaia di siriani hanno sfilato stamani a Homs, città 180 km a nord di Damasco e luogo di nascita della first lady Assam al Assad, scandendo slogan "per la liberta"'. Lo si vede in un video diffuso poco fa su Internet dal canale "ShamsNN" che trasmette su Youtube. Nel video sono ben riconoscibili alcuni edifici di una piazza centrale di Homs.

Le forze di sicurezza yemenite sono schierate in gran numero nel centro della capitale Sanaa, in attesa di una massiccia manifestazione contro il presidente
Ali Abdullah Saleh, annunciata per oggi dagli attivisti come 'Giornata dell'addio'. Per i manifestanti, la protesta sara' la piu' grande di sempre ed è destinata a dare una spallata definitiva a Saleh. Risale a venerdi' scorso la piu' violenta delle giornate di protesta in Yemen, in cui almeno 50 manifestanti sono stati uccisi.

Per placare la piazza, Saleh ha promesso di non ricandidarsi e ha convocato elezioni anticipate entro un anno. Solo ieri sera, inoltre, ha annunciato l'amnistia per tutti i militari passati dalla parte degli oppositori. 

Secondo l'inviato della Bbc, la capitale e' disseminata di checkpoint creati tanto dai militari quanto dagli organizzatori delle proteste. Le vie della città, inoltre, sono piene di uomini armati e c'è un timore concreto di un nuovo venerdì di sangue.

Lasciare il paese, per i pochi stranieri che vi sono rimasti, è diventato quasi impossibile, perché i voli sono pieni da giorni, dopo che gran parte delle ambasciate ha deciso l'evacuazione del loro personale e hanno consigliato il rimpatrio dei connazionali