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Gli insorti libici riprendono il controllo del porto di Misurata

Continuano le incursioni aeree delle forze armate della coalizione anti-Gheddafi e gli scontri tra i miliziani del regime del dittatore libico e gli insorti. Nuovi attacchi aerei hanno colpito zone militari e aree residenziali a Tripoli e nel sobborgo di Tajoura.

Lo ha riferito la tv di Stato libica. La coalizione internazionale ha condotto intensi raid aerei anche sulla città di Sabha, 750 km a sud di Tripoli, feudo della tribù a cui appartiene Gheddafi. Un jet francese ha poi abbattuto un aereo militare libico che aveva violato la no-fly zone. Gli insorti, dal canto loro, nel pomeriggio hanno comunicato di avere ripreso il «completo controllo» del porto di Misurata, una delle città simbolo della rivolta anti-Gheddafi e dove le truppe fedeli al Colonnello anche nelle ultime ore avevano condotto diverse azioni di repressione. «Le navi della coalizione internazionale si stanno avvicinando al porto della città» ha spiegato Ahmed Beny, uno dei portavoce delle forze antigovernative.

I carri armati di Gheddafi erano tornati a Misurata nella notte e avevano iniziato e sparare sulla zona vicino all'ospedale riprendendo con il favore dell'oscurità un attacco che era stato bloccato alla luce del giorno dai raid aerei. Gli abitanti della città costiera hanno detto alla Reuters che le forze di Gheddafi hanno preso il porto e migliaia di lavoratori stranieri sono così rimasti bloccati nello scalo. Ma nel pomeriggio lo scalo sarebbe appunto tornato sotto il controllo degli insorti. Nella città la situazione resta in ogni caso particolarmente gravosa. L'ufficio del coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per la Libia, Rashid Khalikov, ha detto che 45 persone, compresi quattro bambini, sono stati uccisi da lunedì a Misurata in scontri fra ribelli e forze governative. Khalikov è tornato da una visita in Libia durata dal 12 al 16 marzo, e ha raccontato quanto ha visto ad alcuni giornalisti a Ginevra. Secondo la sua testimonianza non gli è stato permesso di entrare a Misurata, dove sarebbero stati usati scudi umani. Il coordinatore Onu ha anche detto di aver visto tanti edifici danneggiati a Zawiya, nella Libia occidentale.

Alcuni ufficiali dell'esercito fedele al leader libico hanno intanto mostrato ai giornalisti presenti a Tripoli 18 corpi carbonizzati, in un ospedale della capitale. Secondo quanto riferito, si tratterebbe di militari e civili rimasti uccisi nei bombardamenti compiuti giovedì dalle forze della coalizione internazionale. Secondo il regime, sarebbe stata colpita Tajura, un sobborgo «residenziale» di Tripoli: «I bombardamenti dell'aggressore colonialista hanno provocato un numero importante di morti fra i civili», ha fatto sapere l'agenzia ufficiale Jana. Nel tardo pomeriggio fonti del governo libico hanno parlato di oltre 100 morti causati dai bombardamenti della coalizioen. Gli alleati hanno compiuto 175 missioni aeree in 24 ore, 113 delle quali realizzate dagli americani. Mercoledì un attacco delle forze alleate aveva colpito ad Ajdabiya uno dei bunker di Gheddafi.

Nel frattempo, una delle brigate del colonnello Muammar Gheddafi presenti ad Ajdabiya, in Cirenaica, starebbe trattando la resa con i ribelli libici che assediano da giorni la città. Secondo quanto riferisce l'inviato della tv araba «Al-Jazeera», la brigata è stata circondata dagli insorti presso la porta orientale di Ajdabiya. La conquista di quella zona è considerata importante dal punto di vista strategico perché da lì transitano i rifornimenti che giungono da Tripoli , dove si trova il contingente più numeroso di militari pro-Gheddafi.