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Alla Nato il controllo della no-fly zone

Il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha annunciato che l'alleanza "agirà per proteggere i civili contro il regime di Gheddafi" e farà rispettare la no-fly zone.

Nella missione libica dunque entra in campo l'Alleanza atlantica. Ma il ruolo non sarà quello di comando in assoluto, ma sarà limitato esclusivamente alla no-fly zone. Una soluzione che appare di mediazione tra le diverse posizioni in campo. 

Come ha spiegato Rasmussen alla Cnn, il passaggio arriverà entro un paio di giorni.

Della crisi libica si è discusso oggi anche al Consiglio di sicurezza dell'Onu, a New York, e al Consiglio europeo, sempre a Bruxelles. 

La notizia del passaggio dell'operazione 'Odyssey Dawn' sotto l'ombrello Nato era stata anticipata dagli Stati Uniti, che oggi avevano confermato di voler cedere "nel giro di pochi giorni" il comando delle operazioni militari: "Questione di giorni, non di settimane", aveva precisato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney.

La Farnesina è soddisfatta l'accordo di massima raggiunto a Bruxelles per il passaggio del comando delle operazioni militari sulla Libia dagli Usa alla Nato. Secondo fonti del ministero degli Esteri si tratta di un'intesa politica che va nella direzione di quello che aveva chiesto l'Italia.

Intanto, i caccia occidentali, dopo aver neutralizzato le difese aeree di Gheddafi, hanno martellato per tutto il giorno obiettivi militari libici ma non sono riusciti ad impedire che i tank del Colonnello rientrassero nella città di Misurata, dove si combatte ferocemente strada per strada e si contano 109 morti e 1.300 feriti, secondo medici del locale ospedale. 

La situazione e' migliorata in serata, quando alcuni abitanti del posto hanno riferito che dopo i raid aerei di oggi della coalizione l'artiglieria e i tank delle forze leali al rais hanno smesso di sparare. 

"Colpiremo i mezzi militari e nient'altro con l'obiettivo dichiarato di proteggere le popolazioni civili. E questo continuerà per tutto il tempo che sarà necessario", ha annunciato oggi il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè. 

Un caccia francese ha anche distrutto un piccolo aereo da addestramento libico che era atterrato all'aeroporto di Misurata, violando la no-fly zone. Le prime notizie parlavano di abbattimento in volo dell'aereo libico, un monomotore G-2 Galeb, ma un portavoce militare francese, il colonnello Thierry Burkhard, ha precisato che l'aereo è stato colpito da un missile aria-terra sganciato da un caccia 'Rafale' poco dopo l'atterraggio a Misurata. 

Decine di missili della coalizione hanno anche colpito installazioni militari del regime in tutta la Libia con l'obiettivo di impedire alle forze del Colonnello di lanciare attacchi contro le popolazioni insorte. La tv di stato ha riferito di raid aerei alleati anche ad Al Jamil, in Tripolitania. "La città di Al Jamil ha subito un attacco colonialista e crociato", ha annunciato la tv. 

In serata, anche a Tripoli si sono tornate ad udire forti esplosioni seguite dalle raffiche della contraerea. Secondo la tv satellitare panaraba Al Arabiya, i caccia della coalizione hanno attaccato nuovamente la caserma di Bab Al Azizia, dove si trova il bunker di Gheddafi. La notte era stata bombardata una base militare di gheddafiani a Tajoura, alla periferia orientale della capitale. 

La situazione piu' drammatica appare quella di Misurata, terza città della Libia a circa 170 chilometri ad est di Tripoli, da giorni ormai sotto il fuoco incrociato delle artiglierie e dai tank di Gheddafi. La battaglia è infuriata oggi per il controllo del porto. In mattinata, alcuni abitanti del posto hanno detto che le forze lealiste avevano preso il controllo dello scalo marittimo della città, sul golfo della Sirte. 

Alcune ore dopo, gli insorti hanno annunciato di aver ripreso il controllo del porto e di aver respinto l'esercito regolare. Il colonnello Ahmed Beny, portavoce dell'esercito rivoluzionario, ha detto che "il porto di Misurata è sotto il nostro controllo", in una conferenza stampa organizzata per i giornalisti stranieri.
 Beny ha anche rivelato di aver chiesto alla coalizione internazionale armi anti-carro e munizioni per livellare la disparità di armamenti con le truppe di Gheddafi. "Ci troviamo di fronte T-72 e T-92, per questo ci servono armi anti-carro", ha detto. 

Gli insorti di Misurata hanno anche annunciato di aver ucciso 30 cecchini delle forze di Gheddafi che da giorni sparavano contro il locale ospedale e contro civili. 

A Tripoli, invece, il portavoce del regime, Moussa Ibrahim, ha denunciato la morte di "circa cento civili" sotto le bombe della coalizione internazionale. 

Sulle possibili vittime civili causate dagli alleati oggi vi sono state dichiarazioni contraddittorie da parte americana: il generale Usa Carter Ham, responsabile dell'Us Africa Command, ha detto oggi a Sigonella di non poterlo escludere. Il portavoce del Pentagono William Gortney ha detto invece di non avere avuto notizie di vittime civili.