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Esplosioni a Tripoli. Attacco al bunker di Gheddafi

Nuovi attacchi della coalizione anti-Gheddafi nel quarto giorno di operazioni militari sui cieli della Libia, che oggi hanno preso di mira le postazioni del Rais che assediano Misurata, Ajdabiya, Zawiya e Zenten, dove gli insorti resistono strenuamente nonostante l'inferiorità sul terreno. Colpita anche una caserma dell'esercito a Tajura, un quartiere periferico di Tripoli, dove si sono udite in serata otto forti esplosioni. La coalizione colpisce quindi anche le truppe di terra del colonnello per impedire attacchi alle citta' in mano ai ribelli.

Da parte sua Tripoli, attraverso l'attivissima Tv di Stato che cita fonti militari, sottolinea che i raid aerei hanno colpito anche obiettivi civili non meglio identificati. Infatti testimoni riferiscono che dopo i raid della coalizione le artiglierie e i tank di Gheddafi hanno ripreso a sparare contro obiettivi civili nel centro di Misurata, colpendo anche l'ospedale. Le stesse fonti parlano anche di cecchini pro-Gheddafi appostati sui tetti della città da dove sparano contro l'ospedale: i ribelli contano solo oggi 16 morti.

I carri armati del regime bombardano Misurata da giorni e, secondo gli abitanti del posto, hanno causato un "massacro". I medici dell'ospedale denunciano che le forze lealiste hanno staccato luce ed acqua e sono costretti a curare le centinaia di feriti nelle corsie. Nonostante i nuovi bombardamenti delle forze fedeli a Gheddafi, il presidente Usa Barack Obama ha affermato oggi in una intervista alla Cnn che "l'intervento della coalizione ha evitato una catastrofe umanitaria".

Al 'Day 4' dell'operazione 'Odyssey Dawn', i caccia della coalizione hanno annientato la difesa aerea del Colonnello. "La loro forza aerea non esiste piu' come forza combattente. Il loro sistema integrato di difesa e le reti di controllo sono state cosi' gravemente danneggiate che possiamo operare con relativa impunita' sulla Libia", ha detto il vice capo di stato maggiore dell'aeronautica britannica, Greg Bagwell. Bagwell ha aggiunto: "le forze terrestri di Gheddafi sono costantemente sotto controllo e le attacchiamo ogni volta che minacciano civili o attaccano centri abitati".

Sulla durata della missione è intervenuto il segretario alla Difesa Usa, Robert Gates, secondo il quale non esiste al momento un calendario per la fine della operazioni. "Il Consiglio di sicurezza dell'Onu non fornisce date limite sulla no-fly zone - ha detto Gates - per questo penso che non c'e' un calendario sulla fine" delle operazioni. Quanto al futuro della Libia, il segretario alla Difesa Usa ha detto che è una questione che riguarda i libici. "Se una mediazione deve essere fatta, questo deve avvenire tra i libici. E' una questione che deve essere risolta dai libici.

E' il loro paese", ha detto Gates. Sul fronte diplomatico si continua intanto a discutere sui dettagli del passaggio di testimone alla Nato. Con la Francia che ribadisce che l'Alleanza non avra' comunque il comando politico, ma interverra' - secondo il ministro degli Esteri Alain Juppe' - "come strumento di pianificazione e guida operativa" per garantire il rispetto della no-fly zone.

A Juppè ha risposto il ministro Franco Frattini in un intervento al Senato. "Era necessario partire con una azione urgente per evitare danni gravissimi" ma ora "dobbiamo tornare alle regole con un unica catena di comando unificato alla Nato", ha detto Frattini. "Abbiamo sperato che Gheddafi andasse in esilio per evitare un massacro" avevamo lavorato e "volevamo una soluzione pacifica alla crisi. Non si tratta di fare la guerra, ma di impedire la guerra", ha aggiunto il ministro.

La Nato ha intanto deciso di affidare all'Italia il comando militare della missione navale incaricata di fare rispettare l'embargo sulle armi imposto al regime di Gheddafi. Il Consiglio nazionale degli insorti - secondo la tv Al Jazira - ha intanto incaricato Mahmud Jabril di formare un governo ad interim. "Il Consiglio nazionale è un organo legislativo ma abbiamo bisogno di un organo esecutivo per assumere il controllo e mettere in atto una forma di amministrazione", ha detto ad Al Jazira uno dei portavoce del Consiglio, Nisan Gouriani, precisando che "la posizione degli insorti è stata chiara sin dall'inizio: la Libia e' indivisibile".

"La nostra capitale e' e sarà per sempre Tripoli. Stiamo lottando per liberare la parte ovest del paese e la capitale per mantenere il paese unito", ha aggiunto Jabril, noto a livello internazionale per il suo ruolo di inviato del Consiglio a Parigi e Bruxelles.