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Nocciolo reattori parzialmente scoperto: Fukushima come Three Miles Island, livello 5

L'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) ha innalzato il livello di gravità 
del disastro nucleare nella centrale di Fukushima-Daiichi, da 4 a 5. La scala internazionale, dal punto di vista della sicurezza, di un evento radiologico o nucleare -la Ines- va dal livello 1 ("anomalia") a 7 ("incidente gravissimo). Ogni
livello della scala prevede una gravità 10 volte maggiore del precedente. L'incidente di Chernobyl, nel 1986, fu classificato di livello 7, Three Miles Island di livello 5.

Nei reattori 1, 2 e 3 della centrale giapponese di Fukushima n.1 il nocciolo è parzialmente scoperto e parzialmente fuso. I contenitori che racchiudono le barre di
combustibile sarebbero invece integri, secondo fonti italiane a diretto contatto con il gestore della centrale di Fukushima 1 (Tepco) e l'Autorità giapponese per la sicurezza nucleare e industriale.

L'entità del danno al momento non è nota. La fusione parziale del nocciolo era avvenuta in passato nell'incidente nella centrale statunitense di Three Mile Island (1979).

 Tre giorni fa, il presidente dell'Autorità francese di sicurezza nucleare André-Claude Lacoste, aveva dichiarato che l'incidente a Fukushima era già al livello 6.
Intanto, il direttore generale dell'Aiea, Yukiya Amano, arrivato in Giappone ha detto che i tecnici sono impegnati in una "corso contro il tempo" per raffreddare i reattori della centrale nucleare.

 Le autopompe militari stanno continuando per il secondo giorno consecutivo a gettare acqua sui reattori della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, la più danneggiata dal terremoto in Giappone, per prevenire la fusione del nucleo che porterebbe alla dispersione di radiazioni nell'aria.

 I tecnici giapponesi sperano di riuscire entro oggi a rimettere parzialmente in funzione il sistema elettrico della centrale nucleare di Fukushima. Ciò permetterebbe di accelerare le operazioni di raffreddamento dei reattori surriscaldati, che rischiano di rilasciare una forte dose di radioattività.

 Per raffreddare i reattori, intanto, le autorità nipponiche hanno ordinato di sparare con cannoni ad acqua sui reattori, in particolare sul numero 3 quello considerato più pericoloso per la miscela uranio e plutonio. Nelle ultime ore altro fumo bianco è uscito dai n.2, 3 e 4 e potrebbe provenire, ha detto un portavoce dell'Agenzia per sicurezza nucleare, da un'esplosione nel n.2 o nella vasca di raffreddamento del combustibile esausto. Non è esclusa l'ipotesi di chiudere i reattori in un sarcofago di cemento armato e di seppellirli, come fu fatto a Cernobyl nel 1986.

Ma "e' una soluzione quasi impossibile". E' il parere di Ezio Puppin, ingegnere nucleare al Politecnico di Milano. "A Chernobyl", ricorda Puppin, "misero un sarcofago che pesa 100.000 tonnellate e che ha già fessure e crepe. Inoltre visto il peso sta sprofondando nel terreno. Insomma, è instabile e li dovevano ricoprire solo un reattore, mentre a Fukushima sono almeno quattro". Si tratterebbe, dal punto di
vista ingegneristico, "di un'operazione senza precedenti per quantità di cemento impiegato e di metri quadri da ricoprire, un lavoro ciclopico al confronto del quale la piramide di Cheope è uno scherzetto. Le uniche opere paragonabili sono le grandi dighe, e ci vogliono degli anni". Ma a Fukushima il vero problema è il nemico silenzioso e mortale che continua a uscire dai reattori lesionati, cioè le radiazioni: "Ammesso che un'opera così gigantesca si possa davvero realizzare in
tempi relativamente brevi, cioè quattro o cinque anni, mi chiedo chi la dovrebbe costruire e come: apriamo un cantiere, mandiamo le betoniere a rotazione giorno e notte, impieghiamo centinaia di operai? Ma lavorare vicino alla centrale oggi significa la morte. Gli elicotteri che la sorvolano e ci inviano le immagini drammatiche che vediamo in tv passano a 100 metri di altezza e solo per pochi secondi, e anche così
raggiungono una soglia di radiazioni che già mette a rischio l'organismo. Che turni dovrebbero fare gli operai addetti al sarcofago, due minuti, cinque minuti? Ci dovrebbero essere centinaia di migliaia di lavoratori...". 
 

 La polizia nipponica ha aggiornato oggi il bilancio delle vittime: i morti confermati sono più di 6.500 e ha superato dunque quello delle vittime del sisma di Kobe del 1995, nel quale persero la vita 6.434 persone. I dispersi più di 10.200. Si teme che il bilancio finale possa superare le 20.000 vittime.

 L'Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che le radiazioni fuoriuscite
dall'impianto nucleare di Fukushima siano limitate e non costituiscano un immediato rischio per la salute "oltre la zona immediata dei reattori stessi", ha detto Michael O'Leary
.
Fukushima, lotta contro il tempo: Le radiazioni salgono

La giornata di ieri e la notte tra speranza e paura. Infatti, la giornata di ieri era cominciata con una cattiva notizia, una delle tante in questa lotta contro il tempo per scongiurare la catastrofe nucleare, quando con fiducia si pensava al contenimento del reattore n4, messo a 'dormire' e risvegliatosi per la concentrazione radioattiva degli altri. 

Nella centrale di Fukushima il vero mostro è il n3 con il suo potenziale di morte, costituito dal mox, il combustibile che è una miscela di uranio e plutonio, altamente radioattivo. La messa in sicurezza del reattore n3 "e' la priorità", ha messo in chiaro il portavoce del governo, Yukio Edano, poco dopo l'intervento 'disperato' degli elicotteri della Self-Defence Forces, le Forze armate nipponiche, sui reattori 3 e 4, con lo scopo principale di fornire acqua alle vasche di stoccaggio degli elementi di combustibile. La stessa operazione e' stata poi effettuata con gli idranti fino al tardo pomeriggio. 

La radioattività era data in aumento, almeno nell'immediato, ma progressivamente anche le temperature sono scese, concedendo agli esperti il tempo prezioso per completare domani il ritorno dell'elettricità e dell'acqua nelle piscine di stoccaggio. 

Nel mentre crescono i dubbi sulle informazioni diffuse dal governo giapponese, messe ad esempio sotto accusa dal New York Times e definite "insufficienti, poco chiare e tempestive", il rischio di contaminazione dal sito resta significativo e diversi Paesi, come Usa (che hanno autorizzato l'evacuazione delle famiglie del personale d'ambasciata) e Corea del Sud, hanno invitato i propri cittadini ad allontanarsi almeno dal raggio di 80 km dalla centrale di Fukushima. Anche il Governo italiano, dopo Francia e Regno Unito, "sta considerando la possibilità di facilitare il rimpatrio di connazionali in situazioni di elevata vulnerabilità". 

Le scosse di assestamento ancora in piena attività (l' ultima di 5.8 nella prefettura di Ibaraki) hanno ricordato le migliaia di persone ancora senza adeguati aiuti, disseminati tra le prefetture del nord-est, alle prese anche con i giorni più duri dell'inverno, tra temperature rigide e abbondanti nevicate, attese fino a un metro. 

Se il bollettino meteo prevede una tregua per sabato, quello di vittime e dispersi continua a salire, oltre quota 20.000, in base ai dati ufficiali della polizia. La prefettura di Miyagi, tra le più violentemente colpite dal devastante sisma/tsunami di venerdì, ha deciso di rinunciare alle cremazioni e di passare alle inumazioni nelle località in cui i numeri macabri di corpi sono diventati decisamente consistenti. 

Nell'annunciare i piani d'emergenza per destinare da centro e sud del Paese il carburante sufficiente per accelerare i lavori di soccorso, per cui sono stati richiamati anche i riservisti, il ministro dell'Industria, Banri Kaieda, ha lanciato l'allarme blackout su larga scala, se i consumi non saranno ridotti per il calo della produzione di elettricità. 

Edano è stato più dettagliato e ha menzionato in uno dei suoi briefing il rischio che Tokyo potesse finire al buio. Detto fatto. La risposta dei cittadini non si è fatta attendere: via le insegne luminose, sono ricomparsi i vigili a regolare il traffico (o piccoli generatori ad alimentare le luci), sono sparite insegne luminose a Ginza (il salotto buono della città) e perfino il ministro della Rifornimenti del governo, Rehno, ha passato in rassegna i 'conbini' i negozi aperti 24 su 24, apprezzando la disattivazione di frigo e luci superflue. 

Ebbene, missione compiuta: la domanda di elettricità è scesa a 3.050 kilowatt alle 18 ora locale da 3.290 tra le 8 e le 9 del mattino, evitando cosi il blackout. 

Un altro fronte riguarda quello delle turbolenze finanziarie: la Borsa di Tokyo ha contenuto le perdite (-1,44%), al termine di un'altra seduta turbolenta, grazie alle iniezioni di miliardi di yen di liquidità sui mercati della Bank of Japan (BoJ). La moneta nipponica ha toccato i record storici contro il dollaro, sceso a 76,25, spingendo il ministro delle Finanze, Yoshihiko Noda, a puntare il dito contro "la speculazione". In serata era in programma una riunione in videoconferenza del G7 finanza sulla crisi nipponica. Il ministro nipponico dell'Economia, Karou Yosano, l'ha detto anche oggi: "L'economia è sana e i danni delle devastazioni della scorsa settimana avranno un impatto limitato".