In risposta all’on. Sanna è intervenuta la presidente del Consiglio regionale, on. Claudia Lombardo, che ha sottolineato come si stia facendo molto per il contenimento delle spese e la gestione oculata del Bilancio del Consiglio regionale, senza che la stampa ne dia adeguata notizia preferendo fare, a volte, disinformazione piuttosto che informazione. La presidente ha evidenziato come quanto realizzato in materia di tagli e di risparmi da questo Consiglio regionale negli ultimi due esercizi non ha eguali in alcuna regione d’Italia né alla Camera né al Senato. Poi i numeri: il risparmio dall’inizio della legislatura è stato di oltre il 15 per cento, pari a circa 13 milioni di euro di tagli ai costi d’esercizio, che si aggiungono ai 9 milioni del biennio precedente attestandosi in un risparmio complessivo negli ultimi quattro anni di oltre il 23 per cento.
La presidente ha poi dato la parola alla Giunta. L’assessore degli Enti locali, Nicola Rassu, ha chiesto all’Aula di non andare oltre il testo in esame e di rimandare la predisposizione di una normativa generale di riordino solo dopo le amministrative. L’assessore ha affermato: “Gli interventi sono stati di alto livello e vorrei che potessero continuare anche in altre occasioni. La Giunta si atterrà a quanto deciderà l’Aula”.
La presidente Lombardo ha messo, quindi, in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 61 voti favorevoli, uno contrario e tre astenuti.
Si passa quindi alla discussione degli emendamenti alla proposta di legge 242/A
L’On. Claudia Zuncheddu, del gruppo I comunisti-la Sinistra sarda, chiede il voto segreto sull’emendamento n° 1
La Presidente On. Claudia Lombardo dichiara inammissibili gli emendamenti n° 11, 12 e 15
Pietro Pittalis (Pdl) interviene per segnalare che sugli emendamenti 11, 12 e 16 si è registrata una convergenza dei gruppi e rimette alla presidenza la valutazione sull’ammissibilità al voto dell’aula.
La presidente Lombardo chiarisce che l’emendamento 16 non è in discussione e ribadisce la linea precedentemente annunciata, nel senso che può essere ammessa una deroga singola se su di essa vi è il consenso di tutti i gruppi, ma ciò non significa aprire la strada ad una deroga generalizzata che darebbe origine a norme intruse e a leggi “omnibus”.
Luciano Uras, capogruppo de I comunisti-la Sinistra sarda, annuncia il ritiro di tutti gli emendamenti presentati e si chiede cosa debba considerarsi “intruso”. Esistono problemi aperti-afferma-per i quali se non si trova una soluzione legislativa se ne troverà una amministrativa.
La presidente Lombardo chiarisce che si intendono ritirati gli emendamenti n° 11, 13 e 16 presentati dall’On. Luciano Uras.
Lo stesso On. Uras, chiesta e ottenuta la parola, annuncia il suo voto contrario ad ogni articolo della legge. Che ritiene un provvedimento di controriforma. “Non mi convince-dichiara-la sobrietà che viene dichiarata e praticata solo per gli altri, mentre la sobrietà deve essere di tutti. Abbiamo detto-ha ripreso-che occorre riformare il nostro apparato pubblico in profondità perché non corrisponde più alle esigenze reali della società sarda e si adatta bene, invece, “al governo del consenso”. Dopo essersi espresso in modo critico nei confronti di un sistema regionale che non fa né produzione né manutenzione legislativa, l’On. Uras si è dichiarato favorevole al titolo ma ha ribadito il voto contrario sul provvedimento.
La presidente Lombardo mette in votazione il titolo che viene approvato. Si passa all’esame degli emendamenti. Sull’articolo due sono presenti gli emendamenti n. 2, 5, 7, 9 e 14
Luciano Uras (capogruppo Comunisti-La Sinistra sarda): “Il comma 2 lascia immutata la precedente normativa relativamente al prossimo turno delle amministrative e introduce per la tornata successiva il nuovo regime, che è quello previsto dalla legge dello Stato. Questo diverso regime è la ragione per la quale alcuni di noi anziché fare una battaglia campale hanno lavorato a creare un clima positivo attorno a questo provvedimento”.
Gianvalerio Sanna ha illustrato gli emendamenti 7 e 9, su entrambi è stato chiesto il voto segreto. Secondo Sanna “una legge deve dare ai cittadini gli strumenti di regolazione della loro vita, quando invece la legge serve a regolare la stessa vita dei legislatori non dà affidabilità”. Per questo Sanna ha chiesto di sostituire il comma con un ordine del giorno unitario che impegni il Consiglio.
La presidente Lombardo ha dato la parola all’on. Pietro Pittalis (Pdl) per sentire il parere del relatore sull’emendamento. “Bisogna rimettersi alle decisioni dell’Aula. Ma vorrei sottolineare – ha affermato il presidente della Prima commissione Autonomia – che l’emendamento 9 prevede la soppressione del capoverso comma 2 dell’articolo 2, che è stato oggetto di un accordo raggiunto tra tutte le forze politiche in Commissione. Se questo emendamento sarà approvato - ha avvisato l’on. Pittalis - la votazione potrebbe prendere altre vie perché prevedeva l’accordo sulla successiva riduzione dei componenti dei Consigli comunali”. La presidente Claudia Lombardo ha chiesto poi il parere alla Giunta. L’assessore degli Enti locali, Nicola Rassu, ha affermato: “Parere conforme al parere del relatore”.
L’emendamento 9 è stato votato e approvato dall’Aula a scrutinio segreto (35 favorevoli, 22 contrari, 2 astenuti on. Claudia Lombardo e on. Claudia Zuncheddu, 1 voto nullo).
La presidente Lombardo ha messo in votazione l’emendamento 7 (Agus e più) a scrutinio segreto. Il testo è stato approvato dall’Aula (36 favorevoli, 23 contrari, 1 astenuto on. Claudia Lombardo, 1 nullo).
La presidente ha messo in discussione l’emendamento 5. E’ intervenuta l’on. Francesca Barracciu (Pd): “Questa legge nasce per salvaguardare partecipazione. Un problema di rispetto della democrazia. Per questo spero che l’Aula approvi anche l’emendamento 5, che pone la questione di parità di genere: prevede una rappresentanza del 40 per cento nelle costituzioni delle Giunte”. Per l’on. Barracciu con questo emendamento si potrebbe dare un segnale vista la sottorappresentanza delle donne nelle Istituzioni. In particolare, l’esponente del Pd ha ricordato quello che è successo anche nella attuale Giunta regionale, dove non è più presente alcun assessore donna. L’on. Barracciu ha quindi rivolto un appello alle colleghe, indipendentemente dal partito di appartenenza.
Adriano Salis, dell’Italia dei valori, ricorda che la mancata applicazione del principio della parità di genere è una anomalia della politica italiana. Dichiara il voto favorevole all’emendamento e chiede che su di esso sia inserita anche la firma del suo partito.
Sostegno all’emendamento anche da parte dell’On. Roberto Capelli (Api), “nonostante la collega Barracciu non me l’abbia chiesto: se lo accetta, chiedo anche di poter mettere la mia firma sul testo”. Capelli ha motivato la sua posizione “anche alla luce di quanto accaduto in occasione della composizione della giunta regionale: da qualche parte bisogna iniziare e dobbiamo recuperare le tante occasioni perdute”.
Sono contento-ha concluso- di aver provocato un dibattito. “Segno che questa non è una leggina. Si vede che qualcuno si è svegliato…”
Sull’emendamento 5, sulla parità di genere; hanno espresso voto favorevole Marco Meloni (Pd), Carlo Sechi (Comunisti-La Sinistra sarda), Luigi Lotto (Pd), Pietro Pittalis (Pdl), Claudia Zuncheddu (Comunisti-La Sinistra sarda), Mario Bruno (Pd), Alessandra Zedda (Pdl). L’emendamento non è stato approvato (presenti 60, votanti 54, Si 27, No 27, astenuti 6)
La presidente del Consiglio ha messo in discussione l’emendamento 14. L’on. Luciano Uras ha evidenziato che l’emendamento prevede che le disposizioni si applichino a tutti tranne al Comune di Castelsardo. “E’ un emendamento burla – ha detto – siamo un circo. Che figura facciamo”. L’emendamento, messo in votazione, è stato bocciato a voto palese (53 contrari 2 astenuti).
L’emendamento 2 è stato ritirato dal proponente on. Franco Cuccureddu, dopo che l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha evidenziato che la norma inserita nel comma 1 è “già presente nella legislazione corrente della Regione Sardegna”.
La presidente Lombardo dichiara che, dalle verifiche effettuate, risulta che i rilievi dell’On. Gianvalerio Sanna sono corretti, nel senso che il primo comma dell’emendamento dell’On. Cuccureddu riproduce una parte della legge 10. Non potendo procedere autonomamente, la presidenza si rimette al presentatore dell’emendamento o in alternativa all’aula
Uras (I comunisti-la Sinistra sarda) definisce l’emendamento in discussione “inutile”
Steri (Udc-Fli) ricorda che in commissione si era raggiunto un accordo che prevedeva di non sottoporre l’emendamento all’esame dell’aula.
Cuccureddu, dopo aver chiesto lumi sulle conseguenze di un eventuale bocciatura dell’emendamento, ne annuncia il ritiro.
La presidente Lombardo annuncia l’inammissibilità degli emendamenti 12 e 15, mentre il 16 è stato ritirato. Aggiunge che gli art. 3 e 4 della proposta di legge sono soppressi e che gli art. 5 ed 8 sono stati ritirati.
La presidente Lombardo chiede Uras (I comunisti-la Sinistra sarda) se intende mantenere la richiesta di voto segreto sull’emendamento n° 1 formulata da Claudia Zuncheddu, del suo stesso gruppo.
Uras conferma di voler mantenere la richiesta. Ricorda il lungo lavoro in commissione per la ricerca di un equilibrio fra le diverse esigenze e sensibilità. Polemizza col Pd che, a suo avviso, in alcuni casi si dimostra lontano dagli effettivi bisogni dei cittadini.
A parziale rettifica delle proprie dichiarazioni precedenti, annuncia il voto di astensione sulla legge.
Adriano Salis ha sottolineato la necessità di dover velocemente dare dei segnali sulla riforma di tutto l’apparato della Regione: “Invito anche il presidente della Prima Commissione ad interloquire con gli altri consiglieri sul tema del numero dei consiglieri regionali perché credo che ci sia un’ampia sintonia con gli altri consiglieri”.
La presidente Lombardo ha messo in votazione l’emendamento 10 che è stato approvato.
Sull’emendamento 6 Gavino Manca (Pd) e Gianvittorio Campus (Pdl) hanno dichiarato il loro voto favorevole. Per la votazione è stato chiesto il voto elettronico palese, l’emendamento è stato respinto (presenti 57, votanti 49, si 18, no 31, astenuti 8).
La presidente Lombardo ha aperto la discussione sull’emendamento n. 3. Ha preso la parola l’on. Franco Cuccureddu (Gruppo Misto) : “Si tratta di una mera precisazione perché il Patto di Stabilità vieta ai Comuni che non l’abbiano rispettato di fare qualunque assunzioni”. Posto in votazione l’emendamento è stato approvato. (30 fovorevoli, 19 contrari, 7 astenuti). Successivamente l’on. Uras (Comunisti – La Sinistra sarda) ha chiesto una precisazione sul regolamento in merito all’ammissibilità degli emendamenti. L’emendamento 17 è stato ritirato dal proponente, l’on Cuccureddu, mentre sono stati bocciati gli emendamenti 4 e numero 1 (16 favorevoli, 39 contrari, 1 astenuto). (E.L.N.)
Intervenendo sull’art. 7 il capogruppo de I Comunisti-la Sinistra sarda Luciano Uras ha affermato che “il consiglio regionale non ha scritto una bella pagina. E’una legge che non riforma, che non riordina, che non risolve problemi e forse ne crea degli altri”. Ha concluso annunciando il suo voto contrario, pur non volendo vincolare il gruppo alle proprie decisioni.
Per l’On. Carlo Sechi, sempre del gruppo I Comunisti-la Sinsitra sarda “quello venuto fuori dal dibattito è un grande pasticcio che contraddice su tutta la linea gli accordi raggiunti dai gruppi in commissione autonomia”. Anche Sechi ha annunciato il voto contrario
Chiusa la discussione, la presidente Lombardo ha messo in votazione l’articolo 7 con il seguente esito: presenti 56, votanti 55, favorevoli 40, contrari 15, astenuti 1. L’articolo 7 viene approvato.
Successivamente si è proceduto al voto finale sulla legge 242/A con il seguente esito: presenti 56, votanti 52, favorevoli 47, contrari 5, astenuti 4. La legge viene approvata.
Infine, è stato sottoposto al voto dell’assemblea un ordine del giorno, sottoscritto dai gruppi Pd, Idv, Udc-Fli e I Comunisti-la Sinistra sarda con cui si chiede al governo centrale di accorpare al prossimo turno amministrativo del 15 e 29 maggio anche i referendum nazionali (ora previsti per il 12 di giugno), in modo da risparmiare circa 300 milioni di euro. Questo l’esito della votazione: presenti 55, votanti 48, favorevoli 29, contrari 19, astenuti 1. L’ordine del giorno viene approvato.
La presidente Lombardo dichiara quindi chiusa la seduta. I lavori vengono aggiornati a domani alle 9.30 per la seduta solenne in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia. Red