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Entrate: Cappellacci, massima coesione per ottenere il risultato

Occorre far sentire forte la voce dell'intera società sarda, bisogna esercitare la pressione necessaria affinché, dopo il passaggio fondamentale in commissione paritetica, si arrivi al risultato finale”. Così il presidente Cappellacci ha aperto il suo intervento in Consiglio Regionale sulla vertenza entrate. Il governatore della Regione ha anche ricostruito le tappe del percorso intrapreso: “Un cammino - ha specificato - la cui validità é confermata anche dal parere di autorevoli giuristi. La Giunta - ha aggiunto- ha licenziato un primo schema di norme di attuazione, che prevede un risultato pari a quanto iscritto in bilancio, con una leggera differenza tra il 2010 e il 2011: nel secondo caso, infatti, sono compresi i proventi del lotto”. Il presidente ha specificato anche che il gettito irpef viene preso in considerazione in base a imposta assumibile in dichiarazione dei redditi e alle somme evase recuperate.

“Lo schema approvato - ha proseguito Cappellacci - prevede che spetti alla Sardegna l'IRES (Imposta sul reddito delle società) relativo alle imprese operanti in Sardegna, a prescindere dalla sede fiscale. Per quanto riguarda le accise, é stato licenziato un testo asciutto, che fissa il calcolo legato ai prodotti consumati in Sardegna e allo stesso tempo non esclude compartecipazioni su quelli raffinati nell'isola e consumati altrove. Nelle disposizioni contenute nello schema si fa espresso riferimento anche i proventi dei giochi, che originariamente il ministero non avrebbe voluto comprendere. La battaglia - ha aggiunto Cappellacci - continua. Non tutti i livelli governativi sono allineati e alcuni hanno già manifestano una certa ostilità al riconoscimento delle nostre ragioni.

Per questo é necessario che il fronte sardo sia il più unito possibile. Hanno tentato di mettere sullo stesso piano federalismo e vertenza entrate. Noi abbiamo contestato questa impostazione perché per noi le entrate sono intoccabili e non possono essere oggetto, né di trattative, né di compensazioni. Ove il Consiglio dei ministri non dovesse adottare questo schema, andremmo a sollevare il conflitto di attribuzioni dinanzi alla Corte Costituzionale e le nostre ragioni sarebbero più forti grazie a questo primo schema. Tocca anche a noi - ha ribadito Cappellacci - cercare di trovare unità di intenti, anche in termini di pressione e tensione con una voce unica della classe dirigente sarda. Immediatamente dopo si porrà la questione del patto di stabilità, che é complementare rispetto a quella delle entrate. Rispetto ad essa profonderemo lo stesso impegno e la stessa determinazione”. Red