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Nucleare, la Germania ci ripensa

Le elezioni (amministrative) si avvicinano e Angela Merkel prende tempo. La Germania, ha annunciato oggi il cancelliere, sospenderà per tre mesi la decisione del previsto prolungamento di vita dei 17 impianti nucleari tedeschi, alla luce del disastro di Fukushima, in Giappone. 

Gli impianti nucleari tedeschi più vecchi, in Assia e nel Baden-Wuettemberg, attualmente aperti solo in seguito alla decisione di prolungare la vita di tutte le centrali, chiuderanno subito.

 La moratoria sulla decisione di allungare la vita degli impianti, ha spiegato la Merkel, servirà a effettuare "senza tabù, un'ampia verifica della sicurezza degli impianti nucleari" in Germania.  Merkel ha ribadito la sua posizione: l'energia nucleare resta "una tecnologia ponte" in attesa di sviluppare ulteriormente il settore delle fonti rinnovabili.

Anzi, il disastro giapponese mostra che "il passaggio all'era dell'energia rinnovabile è un obbligo che ha la massima priorità".

Sulla scia delle dichiarazioni del cancelliere, in borsa i titoli delle aziende impegnate sul fotovoltaico prendono il volo, segnando guadagni a due cifre: + 11% per la Solarworld, la più importante azienda tedesca, e addirittura + 31 % per la Solon altra azienda di primo piano.

 Quanto avvenuto nella centrale nucleare Fukushima influenzerà il dibattito in Belgio sul prolungamento della vita degli impianti del paese, ha affermato da parte sua il ministro dell'interno belga Annemie Turtleboom. "Quello che succede in Giappone avra' un'influenza sulla nostra riflessione a proposito del prolungamento" di vita delle centrali belghe, ha affermato il ministro, sottolineando che "dobbiamo trarre una lezione dal Giappone e determinare l'atteggiamento nei confronti del nucleare".

Il ministro, esponente dei liberali fiamminghi tradizionalmente favorevoli all'energia atomica, ha quindi invitato a "incoraggiare le energie rinnovabili".

Il Belgio aveva infatti deciso nel 2003 di chiudere prpogressivamente tra il 2015 e il 2025 sette reattori delle centrali di Tihange e Doel, ma nel 2009 il nuovo governo, privo di un'alternativa energetica credibile, ha deciso di prolungare di altri 10 anni la vita dei reattori più vecchi che si sarebbero dovuti invece spegnere tra quattro anni.