"E' una controriforma perché porta il sistema, porta l'Italia a una dittatura, a un modello fascista quello in cui è il governo a controllare l'azione penale, a dare le direttive alle procure su quali reati perseguire e quali tralasciare. Il fatto poi che sia pure un governo presieduto da un plurimputato per reati gravissimi aggiunge un tocco di surrealismo alla situazione già drammatica". Marco Travaglio boccia senza mezze misure la riforma della giustizia del ministro Alfano, definita "epocale " dal premier Silvio Berlusconi.
Raggiunto da Pierluigi Mele per il suo blog, Travaglio entra nel dettaglio per motivare il suo giudizio negativo: "La separazione delle carriere e la sottoposizione di fatto delle procure al governo è una idea che aveva portato avanti la P2, peraltro in un famoso piano di "Rinascita democratica" che Gelli aveva scritto, ma che non aveva mai pubblicato, lo teneva ben nascosto e ben segreto. Adesso invece tutto è pubblico, dichiarato. Lo scopo - spiega Travaglio- è evidente: evitare che le procure e la polizia giudiziaria indaghino sui reati dei membri del governo e i loro amici".
"Non a caso - aggiunge Travaglio - viene staccata dal pubblico ministero la polizia giudiziaria, affinché venga riportato tutto sotto l'egida del governo e si eviti così qualche indagine sui reati commessi da chi fa parte del governo e della cerchia più o meno larga di chi gira intorno. E' quanto di più pericoloso, di più autoritario e di meno democratico si possa immaginare. Tant'è che mentre tutto il mondo tende ad aumentare l'indipendenza degli organi di garanzia, noi che potremmo vantare questo modello d'indipendenza della magistratura lo stiamo buttando a mare".
"Se esiste giustizia, un principio di equità tra avvocato e Pm, la responsabilità civile dei giudici, sono cose sacrosante", dice invece a Ballaro' il vice presidente della Camera Maurizio Lupi, del Pdl. "I processi non si fanno perché non ci sono due Csm ma perché non c'è la carta per le fotocopie", ribatte in trasmissione il presidente della Regione Puglia e leader di Sinistra ecologia e libertà, Nichi Vendola
Eppure anche sulla contestatissima riforma Alfano il fronte dell'opposizione mostra qualche crepa. "A Carmelo Briguglio, di Futuro e libertà, che aveva promesso un Vietnam parlamentare, l'ex ministro Adolfo Urso replica a muso duro, ricordando che per esempio il principio della separazione delle carriere era scritto nel programma elettorale in base al quale sono stati eletti i parlamentari del centrodestra", fa notare il Foglio. E "Pier Ferdinando Casini, dopo aver ripetuto il mantra contro le leggi ad personam , ammette che se il testo è serio ci siederemo al tavolo. A sinistra spicca la posizione dei radicali, che però è da sempre isolata in quello schieramento: bene la
separazione delle carriere, benissimo la responsabilità civile dei magistrati, e alla fine, dice Rita Bernardini, una bella amnistia anche per risolvere il problema dell'affollamento delle carceri". La partita è aperta.