La maggioranza è stata battuta Camera per nove voti. L'Assemblea ha infatti deciso di rinviare alla commissione Difesa la proposta di legge sugli incentivi per favorire il reclutamento di volontari nei reparti degli Alpini nelle regioni del Nord (più Abruzzo e provincia di Isernia). Ora gli Alpini sono composti per quasi il 70% da soldati provenienti dal meridione.
Per riequilibrare la composizione geografica delle truppe, un gruppo di parlamentari leghisti (più Edmondo Cirielli, salernitano del Pdl) aveva presentato una proposta di legge che prevede agevolazioni fiscali e assistenziali ai volontari in ferma prefissata e in rafferma che risiedono negli stessi territori dove prestano servizio. Gli incentivi comprendono anche una riserva di posti nei concorsi pubblici in relazione a impieghi nei campi della sicurezza e protezione civile. Il brevetto militare alpino poi varrà come titolo preferenziale.
«Chi non ha voluto discutere il provvedimento sugli alpini abbia almeno la decenza di non presentarsi più di fronte ai militari. Il voto mancato di oggi è un tradimento nei confronti delle migliaia di ragazzi che svolgono il loro dovere con abnegazione e altissimo senso di solidarietà», ha detto il deputato leghista Davide Caparini. «Valorizzare la specificità dell'identità degli Alpini significa dare una risposta concreta anche ai tanti meridionali che oggi sono costretti a prestare servizio per necessità e non per vocazione».
«Rispedire in Commissione la proposta di legge è una scelta di responsabilità. Noi non siamo contrari a incentivi per i militari, ma non è accettabile che i partiti politici, come la Lega, utilizzino le forze armate al solo fine di aumentare i loro consensi a discapito della storia e dell'onorabilità dei nostri soldati», replica GianfrancoPaglia, maggiore della Folgore e deputato di Futuro e libertà. «Noi siamo pronti a fare un intervento serio a sostegno degli Alpini e di tutte le forze armate, ma la maggioranza ha scelto la strada dello spot che per noi è inaccettabile», ha dichiarato Ettore Rosato, deputato Pd della commissione Difesa.
«Il voto di oggi ha dimostrato che la maggioranza in aula è in grado di esserci solo per i voti di fiducia e per i provvedimenti che riguardano i processi di Berlusconi», ha aggiunto il capogruppo Pd Dario Franceschini. «Oggi c'è stato il primo caso di "Vietnam parlamentare", ma è la maggioranza che se lo fa da sola con le assenze dei suoi deputati. E siamo solo all'inizio», lascia presagire sviluppi il vice capogruppo di Fli alla Camera, Carmelo Briguglio. Ai banchi del governo c'erano a votare solo i ministri Matteoli e Vito e i sottosegretari Cossiga e Martini.