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Alessandra Giudici su situazione della chimica nella provincia sassarese.

In una dichiarazione Alessandra Giudici, presidente della Provincia di Sassari afferma che “la strettissima attualità dell’incontro di oggi è fuori discussione. Semmai, il problema è quale atteggiamento assumere rispetto a una questione tanto delicata, tanto più in una fase di improvvisa evoluzione come quella che stiamo vivendo, ricca ogni giorno di nuove puntate che, come già detto, rendono estremamente attuale il dibattito promosso dalla Cisl. Mi sembra opportuno fare subito chiarezza su un aspetto fondamentale: la Provincia di Sassari non teme le nuove sfide. Di più: la Provincia di Sassari guarda con molta curiosità a ogni progetto che vada nella direzione di uno sviluppo “verde” del proprio territorio. E se anche l’industria, comparto di centrale importanza per il sistema economico del Nord Ovest Sardegna da circa sessant’anni a questa parte, decide di imboccare questa strada con una svolta brusca e sensazionale, la Provincia di Sassari non è pregiudizialmente ostile”.

“In questi anni – prosegue la nota - abbiamo difeso la chimica, la sua sopravvivenza e il suo rilancio, ma abbiamo anche parlato molto chiaramente della necessità di ragionare di uno sviluppo sostenibile per il nostro territorio nel lungo periodo. Crediamo nelle potenzialità del Nord Ovest Sardegna e nella primaria importanza della sua principale risorsa, l’ambiente. Crediamo in uno sviluppo che sappia favorire la crescita di settori in grado di rispondere con maggior puntualità a criteri di sostenibilità ambientale, come il turismo, la nautica e la valorizzazione dei saperi e delle culture tradizionali. Ma tutto questo non è incoerente rispetto alla battaglia che questo territorio, unitariamente e con forza, ha intrapreso per salvaguardare la presenza dell’industria e della chimica in particolare. Stiamo parlando di un settore economico strategico e dalle grandi potenzialità, sul quale l’Italia non dovrebbe rinunciare a investire ancora, se l’alternativa è quella di trovarsi costretta a dover dipendere da altri Paesi che, con lungimiranza, continuano a considerarlo un comparto produttivo di primaria importanza”.

“A livello locale, a maggior ragione, non ci si può rinunciare proprio ora. Dall’avvento dell’industria a Porto Torres in poi, abbiamo fatto un enorme sacrificio dal punto di vista ambientale. Al di là della ricompensa occupazionale – a dire il vero sempre più marginale – prodotta da questo sacrificio, quel che conta è che ci siamo ritagliati uno spazio rilevante nel panorama industriale nazionale, grazie a una qualità delle produzioni che legittimano l’aspirazione dei lavoratori di restare sul mercato anche ora che è dominato da logiche globali. Non siamo più disposti a barattare l’ambiente e il futuro del Nord Ovest Sardegna e di chi ci abita per averne in cambio poco o niente. Ribadiamo: il percorso politico intrapreso dall’amministrazione provinciale di Sassari negli ultimi anni persegue l’obiettivo di coinvolgere tutti gli attori istituzionali, economici, sociali e culturali nella definizione di un progetto di sviluppo che sappia utilizzare meglio l’ambiente, risorsa che non ci appartiene, non abbiamo ereditato dai nostri padri ma semmai abbiamo avuto in prestito dai nostri figli. Tuttavia crediamo che non sia giusto che a dettare i tempi di questa nuova era sia lo stato di crisi prodotto dall’interruzione di ogni attività industriale. Non si può parlare di futuro mentre c’è da affrontare l’emergenza prodotta dall’inerzia del sistema produttivo locale, che per sessant’anni ha ruotato intorno al polo petrolchimico di Porto Torres, e dalla grave e continua emorragia di posti di lavoro”

“Questa è sempre stata la posizione della Provincia di Sassari e tale continuerà a essere. Ecco perché salutiamo con favore ogni iniziativa che, sia in campo industriale che nell’ambito delle altre attività produttive, imbocca la strada dell’ecosostenibilità. Ma prima di dire sì a qualunque progetto abbiamo bisogno di sapere. Come abbiamo ribadito anche in un documento inviato di recente ai vertici di Polimeri Europa, istituzioni locali e organizzazioni sindacali guardano con grande attenzione a ogni possibile ipotesi messa in campo per rilanciare il ruolo strategico del principale polo produttivo dell’intero territorio provinciale, dal quale dipende in larga misura lo stato di salute della nostra economia e dei livelli occupazionali che il Nord Ovest Sardegna riesce a esprimere. La piena condivisione di questa linea di principio è emersa molto chiaramente nel corso del confronto di quest’ultimo periodo tra istituzioni locali e sindacati territoriali. Altrettanto unanime pare tuttavia la necessità di conoscere nel dettaglio il piano industriale previsto per l’eventuale riconversione delle attuali produzioni”.

“Gli interventi ipotizzati sarebbero di una portata tale da esigere da chi rappresenta il territorio il massimo della prudenza. Il confronto su un piano industriale completo e dettagliato è necessario e deve essere propedeutico alla sottoscrizione di qualsiasi intesa”.

“C’è un’altra questione che ritengo utile proporre in questa sede come elemento di confronto. Restiamo convinti che la chimica presente nei nostri territori, e in particolare la chimica di base, abbia un ruolo strategico per la competitività dell’intero sistema industriale del Paese. Per monitorare questo settore e per definirne le linee di intervento, per anni è stato operativo l’Osservatorio per il settore chimico, che riuniva al suo interno tutti i soggetti in grado di favorire lo sviluppo del comparto: le imprese, attraverso la partecipazione di Federchimica e di Unionchimica, i sindacati di categoria e la pubblica amministrazione, attraverso la partecipazione di rappresentanti anche di altri ministeri”.

“L’istituzione e la successiva operatività di un osservatorio locale in ciascuno dei 21 i territori a vocazione chimica ha fatto sì che l’Osservatorio nazionale diventasse un punto di riferimento in grado di recepire a livello centrale le esigenze emerse a livello locale e di offrire un supporto per coniugare su ciascun territorio gli indirizzi di politica industriale per il settore fissati dal Ministero”.

“Il lavoro svolto dagli osservatori – conclude la nota del presidente della provincia di Sassari - ha portato spesso alla predisposizione di progetti di sviluppo locale che, individuando ipotesi fondate in ciascun territorio sulla valorizzazione delle potenzialità del settore in ogni area, hanno rappresentato il punto di partenza per la successiva stesura di veri e propri accordi di programma. È il caso di Porto Torres, ma anche di Marghera, Ferrara, Assemini, Ottana e Priolo”.

“In un momento difficile per l’intero sistema industriale del Paese, e sicuramente anche per il settore chimico, riteniamo necessario assicurare la piena operatività all’Osservatorio nazionale e agli Osservatori locali”. Red-com