Comunque andrà la vicenda dal punto di vista penale, "quanto è accaduto alla stazione del Quadraro è riprovevole. Il comportamento dei tre carabinieri è stato dissennato". A dirlo, in una intervista a Repubblica, il colonnello Maurizio Mezzavilla, comandante provinciale dei carabinieri di Roma, che ha invitato i suoi uomini "a fare una cosa sola. Andare dal magistrato e dire la verità. Quale che fosse il costo, perché l'Arma non ha paura della verità ".
"Questa - dice anche al Corriere della Sera l'ufficiale - per noi è una tragedia". E colleghi dei tre carabinieri coinvolti, parlano di "fulmine a ciel sereno", e "a denti serrati", come riporta sempre il quotidiano di via Solferino, maledicono quelli che li hanno infangati: "Ci spacchiamo la schiena ogni giorno - è la loro posizione riferita dal quotidiano milanese - ora devono pagare".
"Non ho alcuna intenzione di minimizzare" perché "questa storia getta discredito su un'istituzione che fa della vicinanza ai cittadini un valore fondamentale", afferma il colonnello Mezzavilla. Ma, aggiunge, "l'Arma è figlia di questa società. I suoi uomini sono cittadini di questo Paese e del suo tempo. E questo Paese e' molto cambiato negli ultimi cinquant'anni".
Nei casi di abusi, comunque, "all'Arma non possono essere rimproverate né inerzie né timidezze" ed è importante che anche quel che è accaduto al Quadraro "non sporchi il lavoro che ogni giorno, 24 ore su 24 fanno gli uomini dell'Arma con grande sacrificio e professionalità".