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Comparto cerealicolo, parte la stanza di compensazione: premi a chi si aggrega e a chi sottoscrive accordo di filiera

Dare vita a un accordo di filiera tra i cerealicoltori aggregati, mugnai, pastai e panificatori della Sardegna per ridare valore alla materia prima isolana attraverso la produzione di paste e pani tradizionali ottenuti solo con grano locale. Tutto questo grazie a premi per gli agricoltori che si aggregheranno, per il soggetto aggregante e per i molitori, pastai e panificatori che sottoscriveranno un piano quinquennale per l’acquisto di grano di qualità. Ricadute positive si avranno anche per la pastorizia, visto che i cerealicoltori dovranno garantire foraggi adeguati per il settore ovi-caprino. Contestualmente agli strumenti messi in campo dalla Stanza di compensazione ovi-caprina per difendere il prezzo del latte, viene avviata quella del grano per ridurre i costi in stalla con la finalità di avere aziende più solide, pronte a sfidare la globalizzazione e gestire le crisi dei consumi.

Il progetto della Stanza di compensazione del comparto cerealicolo predisposto dall’assessorato regionale dell’Agricoltura si inquadra con quanto previsto dall’articolo 13 della legge 15/2010, che stanzia 4 milioni di euro annui per il triennio 2011/2013. Il via avverrà con il bando che la Sfirs si appresta a predisporre e pubblicare dopo che ieri l’assessore Andrea Prato ha inviato una lettera alla Società finanziaria della Regione con la quale si definiscono le direttive dell’intervento. “Dopo aver presentato nel 2010 il Piano sementiero regionale e il marchio Semenadura, approvato dalla Giunta e messo a punto in collaborazione con le agenzie Agris e Laore e che hanno il fine di una migliore remunerazione dei produttori – spiega Prato - procediamo con la Stanza di compensazione del settore cerealicolo che segue la logica di quelle istituite per i comparti ovi-caprino e viti-vinicolo. Sarà premiato chi si aggrega e, in questo caso, chi si impegnerà ad aderire a un piano di acquisto dell’intera produzione del nostro grano dal soggetto aggregante. L’obiettivo è ridare vita alle coltivazioni di grano in Sardegna, remunerare adeguatamente i nostri agricoltori e, non ultimo, produrre malloreddus, spianata, carasau, pistoccu e tutte le altre paste e pani tipici sardi solo con materia prima locale, a tutto vantaggio del nostro agro-alimentare e del consumatore che finalmente potrà gustare queste specialità prodotte non più con grano kazako o canadese”. Ma non solo: “Nella logica della rotazione delle coltivazioni – aggiunge l’assessore - i campi dovranno riposare dalle colture di grano, perché questo non si può ottenere per due anni consecutivi, e dovrà essere destinato ad alimentare le nostre pecore per ridurre il deficit alimentare della pastorizia sarda. Il vantaggio sarà dato da un latte migliore e da una gestione più efficiente”.

Entrando nel dettaglio del progetto per il rilancio del settore cerealicolo, i premi saranno erogati in regime di “de minimis” a fronte della sottoscrizione di un accordo di filiera di almeno 5 anni. Ai cerealicoltori che si aggregheranno (in numero minimo di 120) sarà erogato un premio annuale di 1.000 euro per la durata di un triennio e un premio di 200mila al soggetto aggregante con l’impegno di quest’ultimo di costituirsi in Organizzazione produttori (Op) e di sottoscrivere un accordo di filiera con molitori, pastai e panificatori. Questi a loro volta dovranno impegnarsi all’acquisto dell’intera produzione di grano sardo dal soggetto aggregante e garantire nel quinquennio il ritiro del grano a un prezzo minimo di 30 euro per quintale di prodotto, con caratteristiche idonee per la trasformazione in pani e paste tradizionali sarde (carasau, malloreddus, spianata, lorighittas, seadas, pistoccu etc.). Sarà consentito l’acquisto di grano non isolano solo nel caso che il soggetto aggregante sia in deficit di produzione.

I molitori, pastai e panificatori che sottoscriveranno il piano quinquennale beneficeranno di un premio, sempre in regime di de minimis, che potrà variare da 20mila a 200mila euro per azienda, in funzione della dimensione aziendale e del volume certificato di prodotto lavorato e trasformato nel 2010. Red