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Napolitano a Ginevra: “Intollerabile la violenza contro il popolo libico”.

«La violenza contro il popolo libico non può essere tollerata. Il colonnello Gheddafi deve fermare ogni azione militare». È chiaro il messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenuto venerdì mattina a Ginevra al Consiglio sui Diritti Umani al palazzo dell'Onu della città svizzera. Il capo dello Stato accusa il Raìs di aver assunto un atteggiamento di «aperta sfida alla comunità internazionale, una provocazione nei confronti dei protagonisti della vita internazionale che hanno detto basta con i bombardamenti, basta con la repressione».

«La nozione di rispetto e protezione delle popolazioni non può essere un optional», è stato il monito di Napolitano. Il presidente ha promesso che l'Italia sosterrà «qualunque sforzo» perché la Libia rispetti i diritti umani e sia riammessa al Consiglio Onu da cui è stata sospesa. Il capo dello Stato ha anche definito «intollerabile» la «repressione e le atrocità» che caratterizzano la «tragedia libica». «L'Italia - ha aggiunto - sostiene pienamente l'appello del Consiglio di sicurezza dell'Onu per un rapido superamento» della crisi. Quindi, Napolitano ha citato «il messaggio che un italiano ha udito in questi giorni in Libia e riferito dopo essere stato evacuato da Misurata: "lottiamo per la pace e una vera democrazia. Vogliamo che il mondo conosca la verità"».

 Nel suo intervento alle Nazioni Unite, Napolitano ha fatto anche riferimento alla questione dei migranti. Secondo il capo dello Stato «la gestione della frontiera dell'Ue non può essere lasciata ai singoli Paesi: non è la frontiera di un Paese, ma dell'Europa». L'Ue, ha spiegato anche il presidente, «deve definire regole migliori su diritti d'asilo e protezione dei rifugiati». Nel pomeriggio, si legge sul sito del Quirinale, il capo dello Stato visiterà la sede del Cern, l'Organizzazione Europea per la ricerca Nucleare, dove incontrerà gli scienziati e i ricercatori italiani del Centro.

A Ginevra il capo dello Stato si è dichiarato «profondamente scioccato e sgomento» per l'assassinio del ministro pachistano per le minoranze Shabbaz Bhatti e ha sottolineato che «gruppi vulnerabili, quali sono le comunità cristiane in alcuni Paesi, richiedono speciale protezione». Il presidente della Repubblica ha detto anche che nel mondo interconnesso «la libertà religiosa diviene un faro di speranza e potente rassicurazione per tutte le minoranze, garantendone identità e sicurezza ed eliminando la percezione dell'ostilità e delle minacce».