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Federalismo Municipale – Il passaggio Ici-Imu farà male alle imprese sarde.

“Il passaggio dall’Imposta Comunale sugli Immobili alla nuova Imposta Municipale Unica, di certo non farà bene alle aziende della Sardegna”.

Luca Murgianu, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, è diretto nel denunciare l’aggravio impositivo per le imprese, derivato dal passaggio dall’ICI (6,49 x mille) alla nuova IMU (7,6 x mille), grazie al Decreto approvato ieri sera alla Camera ma ancora da promulgare.

“Siamo molto preoccupati anche perché – continua Murgianu – grazie all’autonomia che verrà concessa ai Comuni, la nuova aliquota base verrebbe incrementata fino al 10,6 x mille, il che innalzerebbe la tassazione a livelli non più tollerabili”.

“Le perplessità sull’Imposta si uniscono – riprende il Presidente di Confartigianato – a quelle sulla Tassa di Soggiorno e agli altri tributi che, in Sardegna, dovrebbero passare attraverso una incerta trattazione legata allo Statuto”.

Infatti, secondo una analisi compiuta dall’Ufficio Studi di Confartigianato, in Sardegna l’impatto dell’IMU sugli immobili delle imprese (laboratori per arti e mestieri, botteghe, uffici, negozi, magazzini, opifici, alberghi e pensioni, teatri, fabbricati, industriali e commerciali) sarebbe di 141euro in più per unità immobiliare. Gli Enti Locali dell’Isola, per questo, introiterebbero 29milioni di euro in più, rispetto agli attuali 100milioni, arrivando a incamerare così un totale di 129milioni), per una percentuale maggiorativa del +29,1%).

Nella classifica nazionale, la Sardegna è la regione che percentualmente dopo la Valle D’Aosta (+73,5% - da 10 a 17 milioni), incrementerà maggiormente i propri introiti. Seguono il Friuli con + 24,7 (da 93 a 116 milioni) e la Lombardia (+ 22,9, da 960 a 1180 milioni di euro). In coda il Lazio (+11,4%, da 594 a 661 milioni di euro).

L’analisi svolta sulle 101 province italiane, evidenzia come il passaggio da ICI a IMU base, determinerebbe un incremento d’imposta superiore a un quarto.

In Sardegna forti sarebbero gli aumenti nella provincia di Nuoro (+36,9%), Oristano (+36,6%), Cagliari (+28%) e Sassari (26,2%). Queste quattro vecchie province, entrerebbero nella poco esaltante classifica delle prime 10 dove l’IMU avrebbe un impatto maggiore.

In questo elenco, la prima provincia sarebbe quella di Aosta, mentre le ultime sarebbero Massa Carrara (+8,6%), Rimini (+8,7%) e Grosseto (+9,2%).

Le manovre comunali - L’articolo 8 comma 5 dello schema del decreto legislativo sul federalismo municipale prevede, inoltre, la possibilità, nell’ambito dell’autonomia tributaria dei Comuni, di utilizzare la leva fiscale in termini restrittivi o espansivi, variando l’aliquota base del 7,6 x mille del 3 x mille in più (arrivando al 10,6 x mille superiore all’attuale aliquota media) o 3 x mille in meno (arrivando al 4,6 x mille, inferiore all’attuale aliquota media).

Simulando l’aumento del +3 x mille, ovvero passando dal 7,6 x mille al 10,6 x mille, ogni unità immobiliare verrebbe aggravata di 388 euro. La regione aumenterebbe il suo introito di 80 milioni di euro totali (+80,1%).

Nella classifica nazionale, nell’aumento percentuale in questo caso la Sardegna sarebbe seconda dopo la Valle D’Aosta con un + 142%. Seguirebbero il Friuli (+73,9%) e il Molise (+69,7%). Chiuderebbe il Lazio con “soltanto” un + 55,4%.

Nel caso contrario, simulando una riduzione del -3 x mille, ovvero passando 7,6 x mille  al 4,6 x mille, a ogni unità immobiliare avrebbe un risparmio di 106 euro. L’Isola perderebbe 22 milioni di euro totali  (-21,8%) e sarebbe la regione che subirebbe l’impatto minore. Invece, le regioni che vedrebbero un forte decremento degli introiti sarebbero il Lazio (- 32,6%) seguito dell’Umbria (-32,5%) e dalla Liguria (-32,4%).

Confartigianato Imprese Sardegna promuoverà a breve un momento pubblico di riflessione affinché sia chiarito, nel prosieguo del percorso, se questo modello di federalismo dovrà essere pagato prevalentemente dalle imprese, prospettiva assolutamente preoccupante per il futuro dell’economia regionale. Red-com