La decisione dei capigruppo di maggioranza, Fabrizio Cicchitto (Pdl), Marco Reguzzoni (Lega) e Luciano Sardelli (IR), di chiedere alla Camera di sollevare conflitto di attribuzione contro il tribunale di Milano sul caso Ruby "sara' oggetto di approfondimento in sede di Giunta per il Regolamento". A comunicarlo e' il presidente di Montecitorio Gianfranco Fini per il quale la vicenda del conflitto di attribuzione sembra diventare un vero banco di prov
Un mix di prassi e di regolamento parlamentare, infatti, prevede che la richiesta di sollevare o meno conflitto di attribuzioni spetti all'ufficio di presidenza di Montecitorio: organismo nel quale il centrodestra e' attualmente in minoranza (10 a 8, senza contare Fini) rispetto all'opposizione. Se anche in questo caso tale prassi venisse seguita, l'ufficio di presidenza potrebbe anche 'bocciare' la richiesta di sollevare conflitto.
Potrebbe insomma, dopo aver ascoltato prima il parere non vincolante della Giunta per le Autorizzazioni, decidere comunque per il 'no'. Ma Fini, si ragiona anche nel centrodestra, rischierebbe molto: potrebbe essere accusato dagli 'ex alleati' di essere imparziale e di condurre comunque una lotta politica pur svolgendo un ruolo di garanzia. Accusa che a lungo andare, insistono, potrebbe rendere traballante la sua poltrona.
Cosi', la soluzione che si starebbe studiando in queste ore indicherebbe una nuova strada: Fini potrebbe investire direttamente della questione la Giunta per il Regolamento della Camera di cui e' presidente. E in quella sede si potrebbe anche decidere di far pronunciare direttamente l'Aula, 'by-passando' l'ufficio di presidenza.
Tale decisione, si spiega, potrebbe essere motivata dalla "pressante richiesta" avanzata dal centrodestra e si potrebbe basare sul fatto che Montecitorio si sia gia' pronunciato sulla competenza del Tribunale dei ministri quando rinvio' gli atti alla procura di Milano sul caso del ragioniere del premier, Giuseppe Spinelli.
Fini, si ragiona in ambienti del centrodestra, se accettasse l'alternativa, dimostrerebbe di essere davvero 'terzo' e autonomo rispetto alla polemica politica e, visto che l'ipotesi delle elezioni anticipate sembra allontanarsi sempre di piu', riuscirebbe a tenersi stretta la presidenza fino alla fine della legislatura. La prossima settimana, infatti, sono state convocate sia la Giunta per le Autorizzazioni (alla quale e' stata trasmessa la lettera dei capigruppo) per il parere, sia la Giunta per il Regolamento.
In più c'è un'altra questione: è probabile che i deputati dell"Mpa' tornino a sostenere il governo. Ed evitare che l'ufficio di presidenza resti ago della bilancia, impedirebbe di arrivare a una 'conta' che potrebbe essere imbarazzante. Se l'Mpa facesse 'marcia indietro' e se entrasse l'esponente dei 'Responsabili', in ufficio di presidenza il centrodestra tornerebbe in 'vantaggio'. Sempre che Fini scelga di non votare.
L'opposizione però non vuol sentir parlare di "forzature regolamentari", assicura Gianclaudio Bressa (Pd). Il non rispetto della prassi regolamentare seguita sinora creerebbe "un grave precedente". Quindi il voto diretto dell'Aula, ad esempio, "dovra' essere solo ed esclusivamente una decisione politica". Se si avverasse il secondo scenario, l'Aula dira' 'si al conflitto e poi toccherebbe alla Consulta dire la sua. E i 'verdetti' potrebbero essere sostanzialmente due: o si ribadisce che sulla competenza è l'autorita' giudiziaria a dover decidere. O ci si pronuncia a favore del conflitto.
In questo caso la competenza sul caso Ruby potrebbe andare al Tribunale dei ministri che, se ravvisasse la colpevolezza di Berlusconi, dovrebbe chiedere nei suoi confronti l'autorizzazione a procedere alla Camera. Ma anche in questo caso la Consulta potrebbe essere tirata di nuovo in ballo, magari dalle stesse toghe.
Secondo una legge costituzionale, infatti (la n.1 dell'89), l'Aula puo' negare l'autorizzazione a procedere solo in due casi: se l'inquisito agisce per tutelare un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o se persegue un "preminente interesse pubblico" nell'esercizio della funzione di governo. E' vero che la pronuncia dell'Assemblea deve considerarsi "insindacabile", ma è anche vero che difficilmente, si osserva nel centrosinistra, si potra' dimostrare che la telefonata alla Questura di Milano per 'salvare' Ruby rientri in una delle due fattispecie.