Tempi duri per gli agricoltori sardi che si trovano a dover mettere mano al portafoglio per coprire 36 milioni di euro.
A tanto ammonta infatti il quantum complessivo non finanziato, che i consorzi sardi devono provvedere a coprire, circa 12 milioni per ciascun anno del triennio 2006-2008.
La legge regionale del 2005, recepita nel maggio del 2008 per la manutenzione delle opere pubbliche, prevede una ripartizione dell’80% a carico della regione e del 20% degli agricoltori. Lo strumento di legge dunque esiste, ma per non incorrere nel danno erariale, bisognerà pagare le cartelle di Equitalia, per il periodo non finanziato.
“Una situazione insostenibile per il mondo delle campagne- sostiene il presidente di Confagricoltura Sardegna Gigi Picciau- che richiede una immediata ristrutturazione dei consorzi di bonifica. Le quote di manutenzione non possono ricadere solo sugli agricoltori, perché si tratta di interventi di cui beneficia tutta la collettività.
I costi per la ripulitura dei canali e il ripristino delle strade rurali, giusto per fare degli esempi, non possono essere sopportati solo dagli agricoltori.
Gli operatori – prosegue Picciau - vorrebbero conoscere con certezza i costi dell’acqua, prima dell’inizio dell’annata agraria. Una richiesta legittima degli agricoltori che nell’ottica della programmazione, hanno diritto di sapere a quanto ammonteranno i costi di produzione per ciascuna coltura.
Per fare chiarezza e dare risposte certe - conclude Gigi Picciau - chiediamo un incontro urgente con il presidente della Regione Cappellacci. Red-com