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Draghi, la crescita stenta da 15 anni

"Nella nostra economia un aumento del 20% del prezzo del petrolio determina, ceteris paribus, una minor crescita del prodotto di mezzo punto percentuale nell'arco
di tre anni". Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, al Forex mettendo in evidenza come "le drammatiche vicende" in Libia e nell'Africa settentrionale, "a cui stiamo assistendo possano indebolire gli investimenti nell'industria petrolifera dell'area, far rincarare l'energia, con ripercussioni sulla crescita mondiale".

"Si è già cominciato, ma azioni riformatrici piu' coraggiose migliorerebbero le aspettative delle imprese e delle famiglie e aggiungerebbero per questa via
impulsi alla crescita". Lo dice il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, osservando che "possiamo guardare con ragionevole fiducia alla possibilita' di un'azione riforma".

L'Italia, sottolinea Draghi, "dispone di grandi risorse, ha molte aziende, una grande capacità imprenditoriale, la sua gente è laboriosa e parsimoniosa".

 In Italia "la crescita stenta da 15 anni" e siamo fermi a "tassi di sviluppo attorno all'1%". Dubbi restano anche sull'economia globale dove la ripresa "prosegue pur
tra molte incertezze". Il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, torna a parlare di crescita e a sollecitare riforme strutturali. "Azioni riformatrici più coraggiose migliorerebbero le aspettative delle imprese e delle famiglie e aggiungerebbero per questa via impulsi alla crescita".

La crescita, ha sottolineato il numero uno di Via Nazionale è "l'obiettivo essenziale: una crescita socialmente equa e rispettosa della qualità della vita. Senza crescita non si consolida la stabilità finanziaria nel mondo, in Europa e nel nostro Paese".

Il contenimento della dinamica della spesa "dovrà proseguire anche oltre il 2012; la composizione della spesa primaria deve essere orientata a favore della crescita". E' quanto afferma il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, nell'intervento al Forex in corso a Verona, sullo stato del debito pubblico italiano, "per cui - spiega – è previsto un contenimento degli interessi all'1% nominale l'anno nel biennio 2011-2012".

Non vi sono altre strade, prosegue Draghi, "per ridurre il disavanzo visto che la pressione fiscale già supera di 3 punti quella media dell'area dell'euro". Il governatore di via Nazionale sostiene che maggiori entrate devono essere rese disponibili "grazie ai recuperi di evasione" e potranno "inoltre doversi compensare a livello centrale eventuali aumenti del prelievo decentrato, conseguenti al federalismo fiscale".