Perquisizione in corso a casa di Sara Tommasi, che ogni tanto si sarebbe prestata, per sua volontà, ad esercitare il mestiere più antico del mondo come escort di superlusso. Gli agenti della polizia giudiziaria, infatti, sono alla ricerca di elementi utili all'inchiesta della procura di Napoli che sta indagando su un presunto giro di prostituzione e di banconote contraffatte nella quale è spuntato il nome di Sara, che non risulta tuttavia indagata.
Un'altra perquisizioni è in corso presso l'abitazione di Vincenzo Saiello, detto «Bartolo», impresario e presunto organizzatore di incontri sessuali a pagamento, ha con alcuni suoi collaboratori e con la soubrette Sara Tommasi. In queste ore sarebbero in corso anche altre abitazioni, di altri personaggi finiti nell'inchiesta napoletana centrata sul vorticoso giro di contatti che Bartolo e i suoi emissari hanno messo in piedi.
Questi ultimi ad esempio parlano di presunte auto della scorta di Berlusconi che sarebbero state viste da due di loro recarsi a prendere la Tommasi a Roma. Una circostanza seccamente smentita da Palazzo Chigi: «Mai nessuna auto del presidente del Consiglio n‚ del suo apparato di sicurezza si èrecata a casa di chicchessia, tanto meno di Sara Tommasi», si legge in una nota, che sottolinea come il premier il 9 settembre scorso (giorno a cui si riferisce l'intercettazione) sia stato impegnato in vari appuntamenti e poi, «alle 16.30» sia decollato per Milano e quindi sia andato «direttamente all'ospedale San Raffaele». La nota del governo parla di quindi di «notizie incontrollate e assurde» fatte circolare «al solo scopo di diffamare» il premier. Nelle intercettazioni, lo stesso Bartolo, che per la sua attività di impresario ha evidentemente diffusi contatti nel mondo dello spettacolo, chiama in una occasione la Tommasi dicendole di trovarsi a casa di Gigi D'Alessio: ma negli atti non c'è nessun altro riferimento al cantante.
Il rapporto di Bartolo con la showgirl è conflittuale, spesso la ragazza mostra segni di insofferenza nei confronti dell'uomo. Le indagini sul presunto giro di squillo sono arrivate anche a Casal di Principe, la cittadina feudo del clan dei casalesi: gli investigatori avevano ipotizzato in un primo momento che l'uomo con il quale la Tommasi si era incontrata in un hotel di Giugliano il 30 gennaio fosse un noto latitante, circostanza poi smentita dalle indagini. Nel fascicolo ci sono sedici sms inviati dalla Tommasi a Berlusconi. Il presidente del Consiglio non ha mai risposto. Messaggi anche a Paolo Berlusconi, e un sms al ministro Ignazio La Russa, che in una nota si dice «indignato» sottolineando di non aver mai incontrato la soubrette.