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L’omaggio del Capo dello Stato ai bambini rom

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è arrivato all'istituto di medicina legale dell'università La Sapienza di Roma per incontrare i genitori dei quattro bimbi rom morti ieri sera nel rogo della loro baracca. 

"E stata una tragedia che pesa dolorosamente su ciascuno di noi e che ci rende ancor pi- convinti della necessità di non lasciare esposte a ogni rischio comunità che da accampamenti di fortuna, degradati e insicuri, debbono essere tempestivamente ricollocate in alloggi stabili e dignitosi". 

E' quanto ha affermato il Presidente della Repubblica. "Le autorità locali e nazionali - ha aggiunto Napolitano - non possono non sentirsi impegnate ancor più fortemente a dare soluzione a un problema così grave in termini umani e civili".

"Il presidente ha espresso tutta la solidarieta' dell'intera Repubblica e il dolore per quanto è avvenuto. Ci ha chiesto il massimo impegno per trovare risposte per superare i vincoli e accelerare il piano nomadi". 

Cosi' il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, lasciando l'istituto di medicina legale di Roma, ha riferito sull'incontro appena avvenuto tra il capo dello Stato Giorgio Napolitano, e i genitori dei bambini rom morti ieri sera nel rogo della loro baracca. 
"E' stato un incontro molto dolce, molto dolente", ha poi aggiunto il sindaco. 

La tragedia del campo rom sull'Appia Nuova è "inaccettabile". "Una città come Roma non può accettare una tragedia come questa. Urlerò al governo, chiederò poteri speciali da assegnare al prefetto per l'emergenza rom". Il sindaco di Roma Gianni Alemanno non si dà pace per la morte dei quattro fratellini uccisi ieri sera da un incendio: anche colpa delle lungaggini burocratiche che hanno impedito le politiche del Comune, sostiene.

Per Alemanno "la burocrazia ha fermato il nostro campo nomadi, campi regolari dove queste tragedie non sarebbero avvenute. Voglio che al prefetto siano assegnati poteri speciali perché i campi regolari, i tre che abbiamo già programmato siano realizzati. E siano realizzati subito".

"Le urla di Alemanno arrivano dopo il pianto di una madre". Famiglia Cristina commenta cosi', in un editoriale pubblicato on line, la morte di 4 bambini nel rogo in un campo rom di Roma. Il settimanale dei Paolini e' critico con il sindaco della Capitale: "Ora il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che e' accorso sul luogo della tragedia - si legge sul sito internet - si scaglia contro 'i numerosi impedimenti burocratici che hanno rallentato la costruzione dei campi regolari'. Alemanno annuncia che chiedera' 'urlando' al Governo di assegnare poteri speciali al Prefetto per realizzare finalmente tutti gli insediamenti organizzati. Peccato che le urla del sindaco debbano arrivare dopo il pianto straziato di una madre". 

"Le case popolari hanno una loro graduatoria. E chi parla oggi di case popolari per i nomadi vuole lasciarli in quei forni crematori", ha aggiunto Alemanno a margine del vertice in prefettura, rispondendo a chi avanzava l'ipotesi dell'edilizia popolare per
i rom. "Oggi bisogna affrontare l'emergenza - ha detto Alemanno - e
portare le persone in condizioni di sicurezza"

Per il Partito Democratico di Roma invece è "paradossale che Alemanno se a prenda con la burocrazia". "Il Pd di Roma si stringe attorno alla comunità rom dopo questa orribile ennesima tragedia. La questione rom non va affrontata solo dal punto di vista dell`ordine pubblico, altrimenti succede quello che sta accadendo in questi ultimi tre anni in città: incidenti mortali a ripetizione" afferma una nota del segretario Marco Miccoli. Protesta anche il Forum Immigrazione del PD romano.
"Le parole di Alemanno ci lasciano esterefatti, - dice il coordinatore Sergio Gaudio -, parole orribili, parole che offendono le nostre sensibilita' di persone e di cittadini,
perche' nel giorno del lutto non ci saremmo aspettati questo indegno scaricabarile, perche' non si possono chiedere poteri speciali quando questi sono gia' disponibili solo per non volersi prendere alcuna responsabilità".



Serra: campi della solidarietà
"Non c'è niente di peggio che speculare sulla morte delle persone. Lo dissi subito dopo l'omicidio della signora Reggiani e lo ribadisco oggi, all'indomani della tragica vicenda dei quattro piccoli rom morti nel rogo della loro baracca". Questo il commento dell'ex prefetto di Roma Achille Serra, oggi senatore e responsabile nazionale per la sicurezza dell'Udc, sull'incendio scoppiato ieri in una baraccopoli in via Appia Nuova, a Roma. "Pur dando atto al sindaco Alemanno - prosegue Serra - di aver cercato soluzioni per affrontare la questione dei rom nella capitale, credo che i campi della solidarieta, proposti assieme all'ex sindaco Veltroni quando ricoprivo il ruolo di prefetto, rappresentino l'unica soluzione possibile". 

Qualche numero
I rom che vivono in Italia sono 160mila di cui 100mila non censiti. La meta di loro ha meno di 14 anni. Circa il 60% dei residenti ha la cittadinanza italiana, secondo gli ultimi dati del Viminale. Per l'Opera nomadi i dati sono leggermente diversi: in Italia vivono 180mila rom, 70mila italiani e 110mila provenienti dai Balcani. Una quota compresa tra il 60% e l'80% ha una casa e la parte restante vive nei campi. Tra gli stranieri 30mila sono cittadini ex jugoslavi e 30-40mila sono romeni o di altre nazionalita appartenenti all'Unione europea. Il Lazio ha il numero più alto di rom in Italia, 10.160 secondo il censimento realizzato dal Viminale in collaborazione con la Croce rossa, con il record a Roma. La capitale ospita la comunita più grande con 7.100 rom, 2.500 dei quali abitano nei campi nomadi abusivi.